Leopard: diario di bordo (14)

Mele e appunti

In questi giorni sto lavorando parecchio con i font. Un rapido riassunto delle novità che riguardano la gestione dei font in Leopard si trova alla solita pagina di Apple. Per me la novità, e il passo avanti più significativo in ambito font, è l’utilizzo di Quick Look per consultare librerie di font spesso molto vaste (come la mia). Come ho già accennato in uno dei miei precedenti resoconti, ora in Leopard il  concetto di “anteprima” è esattamente come uno si aspetterebbe, ovvero viene mostrato davvero ciò che si desidera esaminare in anteprima. La finestra Informazioni, per la maggior parte dei file, visualizza un’anteprima reale dei contenuti, che siano testo, immagini, filmati o… font. Scegliendo un file di font e facendo Mela‑I, nel riquadro dell’anteprima sarà visibile la gamma caratteri del font selezionato:

font-anteprima.png

Ma, come dicevo, il bello è utilizzare Quick Look per esaminare uno o più font, con una rapidità paragonabile allo sfogliare un catalogo stampato. Selezionando un file di font e battendo la barra spazio (o facendo clic sull’icona dell’occhio nella finestra del Finder) si vedrà un’anteprima immediata (e ridimensionabile) del font stesso (cilc per ingrandire):

esempio-font-ql.png

Facendo clic sull’icona in basso al centro, si vedrà un’anteprima a tutto schermo del font. Facendo Mela-tasto più [+] e Mela-tasto meno [-] si può fare lo zoom e ingrandire i caratteri fino a vederne ogni minimo dettaglio, e oltre (nell’esempio riportato sopra ho potuto ingrandire l’anteprima fino a rendere la “g” grande come tutto lo schermo, e ho potuto ingrandirla assurdamente fino a rendere completamente nero lo schermo). Lo zoom si può effettuare sia nella modalità finestra (come in figura) o a tutto schermo.

E non è tutto. Supponiamo di voler esaminare più font, molti più font. Ovviamente è possibile selezionare tutti i file desiderati, aprire Quick Look e navigare tra i file, di anteprima in anteprima, ma se si fa clic sull’icona “Indice” di Quick Look (rappresentata da quattro piccole diapositive), ecco la magia che apparirà (clic per ingrandire):

indice-font-ql.png

Ossia, un’anteprima sintetica dei font, grazie alla quale è possibile rendersi conto, con una semplice occhiata, di che genere di font si tratta (con grazie, senza grazie, artistici, ecc.). Passando il mouse sulle varie “mini-anteprime” si illuminerà una cornice che indicherà il nome del file. Se i font selezionati eccedono le dimensioni della finestra di Quick Look basta avanzare di pagina in pagina usando le frecce nella parte inferiore. E se si vuole è possibile visualizzare la vista a indice a tutto schermo (parere personale: vale la pena). Al di là delle mie preferenze e della mia predilezione per i caratteri, questa possibilità offerta da Leopard è spaventosamente comoda, e il flusso di lavoro viene decisamente velocizzato. Poter sfogliare così i font, direttamente nel Finder, è veramente un passo avanti rispetto alle versioni precedenti di Mac OS X, che non ha mai brillato per intuitività in quanto a gestione dei font. E la prontezza nel visualizzare anche moltissime font è impressionante: in figura si vede la mia cartella /Libreria/Fonts che, come si può notare, contiene 449 elementi. Quick Look si è aperto all’istante e la navigazione è stata davvero fluida.

Insomma, dopo più di due settimane di utilizzo di Leopard mi rendo conto esattamente in che cosa consiste l’aumento di prestazioni: non è tanto il Mac a essere “più veloce”, anche se rispetto a Tiger la reattività generale del sistema è percettibilmente più brillante, ma è l’utente a ritrovarsi un flusso di lavoro per certi versi migliorato. Chiaro, ognuno avrà un’idea differente di ciò che gli è comodo, ma per quanto mi riguarda ho davvero la sensazione di avere di fronte un’interfaccia più coerente e un’esperienza d’uso più compatta e scorrevole. In altre parole, di avere più cose sottomano e di perdere meno tempo.

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