Parliamo di Google Chrome OS

Mele e appunti

Qualche giorno fa, alcuni fra i lettori di questo blog mi hanno fatto notare bonariamente che sarebbero interessati a una mia opinione in merito al recente annuncio di Google. Un po’ in ritardo, ma eccomi qua.

In tutta onestà avevo in mente di pubblicare un post quando la notizia era ancora fresca, e il post sarebbe stato uno spazio lasciato intenzionalmente bianco. Perché, parliamoci chiaro: è un prodotto che non esiste ancora, è un’idea annunciata e nient’altro. Tutti stanno scrivendo fiumi di inchiostro elettronico a riguardo, ma se devo dirla tutta la mia primissima reazione all’annuncio di Google Chrome OS non è andata molto al di là di un OK, interessante. Stiamo a vedere.

Poi naturalmente ci ho pensato su più a lungo, e qualche riflessione è saltata fuori. In molti stanno facendo previsioni, dipingendo futuri scenari, parlando di un prodotto di cui si sa molto poco. L’unica cosa di cui ha veramente senso parlare adesso, secondo me, è l’unica cosa tangibile che abbiamo: l’annuncio. Ho isolato (e numerato) i frammenti che ritengo significativi:

[1] Google Chrome OS è un sistema operativo open source e leggero che sarà inizialmente mirato ai netbook.

[2] Velocità, semplicità e sicurezza sono gli aspetti fondamentali di Google Chrome OS. Stiamo progettando il sistema operativo affinché sia veloce e leggero, che possa avviarsi e portarvi sul Web in pochi istanti. L’interfaccia utente è spartana, non vuole essere intrusiva, e la maggior parte dell’esperienza utente avviene sul Web. E come abbiamo fatto con il browser Google Chrome, stiamo tornando alle radici e ridisegnando completamente l’architettura di sicurezza del sistema operativo in maniera tale che gli utenti non debbano preoccuparsi di virus, malware e aggiornamenti di sicurezza. Dovrebbe semplicemente funzionare.

[3] L’architettura software è semplice: Google Chrome si esegue all’interno di un nuovo sistema a finestre che poggia su un kernel Linux. Per gli sviluppatori delle applicazioni, la piattaforma è il Web. Tutte le applicazioni basate sul Web funzioneranno automaticamente e nuove applicazioni potranno essere scritte utilizzando le tecnologie Web di vostro gradimento. E naturalmente tali applicazioni non soltanto gireranno sotto Google Chrome OS, ma anche all’interno di qualsiasi browser Windows, Mac e Linux basato sugli standard, così da offrire agli sviluppatori la fetta di utenza più vasta di ogni piattaforma. 

Malgrado sia poco più di un’idea, in Google sembrano piuttosto fiduciosi e sicuri di sé. E vorrei anche vedere: l’idea, da come l’ho compresa, è buona. Cercherò di spiegarmi analizzando i tre frammenti.

[1] Google punta a fare il suo ingresso nel mercato dei netbook con una mossa che potrebbe dare uno scossone allo status quo, e persino incentivare la vendita dell’hardware. A mio avviso in Google hanno analizzato quali sono i principali inconvenienti dei netbook e si sono soffermati sull’unico per il quale potrebbero avere una (grossa) voce in capitolo: il software. Hanno capito che, a rovinare l’esperienza dell’utilizzatore di un netbook, non sono soltanto fattori legati all’hardware (tastiere ristrette, trackpad per bambini, prestazioni generali modeste, e via dicendo), ma anche al software. I netbook sul mercato sono sostanzialmente vincolati a sistemi operativi ottimizzati per macchine più grandi, più potenti, e più complete. Perché dunque non creare un sistema operativo ottimizzato per questi dispositivi? E questo sistema operativo su cosa dovrà basarsi per essere il più possibile efficiente? Ma ovviamente sui compiti che chi compra un netbook esegue più spesso: navigare il Web, controllare la posta, fare un minimo di gestione di documenti ‘office’ (testi, foglio di calcolo, ecc.).

Gli ingredienti, Google, li ha già: un ottimo browser (è l’unico a funzionare bene su PC Windows datati), e tutte le applicazioni che ha già creato per il Web, in primis Gmail e Google Docs. Lo sviluppo del sistema operativo sarà mirato a creare un ambiente coeso e omogeneo, perfettamente ottimizzato nella sua veste di base e dotato di buona versatilità per poter essere espanso grazie ad applicazioni di terze parti.

Le implicazioni che questo potrà avere sul mercato dei netbook mi paiono evidenti: con un sistema operativo fatto su misura dalla Premiata Sartoria Google, si elimina una delle più vistose barriere di ingresso nel mondo dei netbook: l’usabilità dell’interfaccia. Se i netbook cominciano a fare davvero bene quello che sono nati per fare, più persone saranno tentate dall’acquisto. Non dovranno sopportare una qualche versione menomata e aggiustata di Windows, non saranno intimidite da Linux (anche se sarà il cuore di Google Chrome OS — sono certo che Google farà in modo che non si veda nemmeno), e non dovranno ricorrere a qualche hack per installare Mac OS X. Se Google dovesse fare centro, tanto per farvi immaginare uno scenario possibile, è come se Apple distribuisse un sistema operativo basato sulla piattaforma Touch per tutti gli smartphone in commercio.

[2] Se dovessi descrivere la prima immagine che hanno evocato queste poche righe, direi senz’altro che mi figuro Google Chrome OS come un sistema in cui il browser equivale al Finder nella piattaforma Macintosh. O anche come a una versione ampliata e ottimizzata di quel che è WebOS sul Palm Pre. Un sistema operativo basato sulle tecnologie Web è come un super-browser che effettua il rendering dei contenuti, che possono essere pagine Web online, o applicazioni Web offline, ovvero locali, sulla macchina. Prendete gli esempi migliori di quel che si trova sul Web a livello di tecnologie moderne e pensateli fuori dal browser, oppure pensate al browser non più come a un’applicazione ma a ciò che contiene tutte le applicazioni (il Finder sul Mac, per esempio). È chiaro che le prime cose che vengono in mente sono appunto velocità, semplicità e sicurezza. Il sito di Apple, che fa ampio uso di tecnologie come JavaScript, QuickTime, HTML 5, offre una navigazione veloce ed estremamente reattiva. Effetti e animazioni (che non si servono di Flash) sono fluidi e non impattano le prestazioni del browser anche su computer meno attuali. Stesso dicasi per Gmail e Google Docs. In questi esempi si ha sempre l’impressione di star usando un’applicazione vera e propria, più che star ‘facendo qualcosa nel browser’. Immaginiamo un intero sistema operativo così, o meglio, per cominciare, un sistema operativo per netbook. Ecco che in questo scenario, anche il netbook più miserino può andare sul Web, controllare la posta, gestire i documenti in maniera piacevole e accettabile, molto più di adesso.

E con l’integrazione delle applicazioni e dei servizi di Google, è altrettanto chiaro che Google Chrome OS farà un uso pesante del cosiddetto cloud computing: email e documenti salvati altrove e sempre a disposizione, ma di più: impostazioni di sistema, backup e forse anche una gestione completa delle applicazioni installate. Non è peregrino immaginare uno scenario di questo genere: l’utente decide di cambiare netbook, oppure glielo rubano e se ne compra un altro. Installa Google Chrome OS, si autentica con il sistema. Il sistema pesca il suo profilo dalla ‘nuvola’ e inizia a scaricare tutte le applicazioni, i documenti e le impostazioni salvate nell’ultima ‘istantanea’ utilizzata dall’utente (pensate a servizi come Dropbox, o al ripristino di Mac OS X dall’ultimo backup di Time Machine), e in poco tempo l’utente si ritrova con il computer esattamente com’era prima, senza bisogno di ri-scaricare applicazioni, riconfigurare le impostazioni, ricostruire informazioni perdute, e così via. Io leggo questo dietro al frammento [2]. Forse mi sono lasciato un po’ trasportare, ma leggendo le righe e fra le righe, mi sembra tutto piuttosto plausibile (e non è necessario che sia così dal primo giorno, potrebbe essere il frutto di un continuo work in progress, proprio nella tradizione di qualsiasi sistema operativo open source).

[3] Anche qui possiamo leggere una mossa potenzialmente interessante. Partendo dal browser e estendendo il concetto fino ad abbracciare le funzioni di un sistema operativo, si supera la barriera della specificità della piattaforma. Un’applicazione Web funziona su un Mac, su un PC Windows, su un PC Linux, su un iPhone… su qualsiasi sistema in grado di accedere al Web con un browser rispettoso degli standard. Se Google parte col piede giusto con questo nuovo OS, potrebbe creare una vastità di sviluppo di terze parti impressionante, e applicazioni per Google Chrome OS potrebbero spuntare come funghi e aumentare con una velocità impressionante, un po’ come accadde con i Widget di Dashboard, con quelli di Konfabulator prima e di Yahoo dopo, e naturalmente con le applicazioni per iPhone e iPod touch. Non è difficile pensare a Google Chrome OS come a un sistema dotato di una ‘suite Google’ di base e arricchito da tantissime piccole utilità leggere e pratiche come i Widget per il Mac e le applicazioni per iPhone. Le funzionalità dei netbook aumenterebbero in quantità e qualità.

Per quanto riguarda la ‘pericolosità’ di Google per gli altri sistemi operativi, non credo che Apple abbia da temere, perché Mac OS X è già quel che Google Chrome OS aspira a essere: un sistema operativo ottimizzato per un certo tipo di computer. Diverso il discorso per quei sistemi che oggi troviamo installati sui netbook. Se Google metterà a segno gli obiettivi che si prefigge, chiarissimi nell’annuncio del 7 luglio, allora saranno tempi interessanti davvero.

È molto tardi e potrei aver dimenticato di sviscerare qualche altro aspetto; eventualmente integrerò nei commenti, anche a fronte del vostro feedback e delle vostre impressioni.

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