Novità Apple: una veloce disamina

Mele e appunti

Giulio, un lettore del mio blog, alla luce delle novità introdotte ieri da Apple mi scrive una breve email, chiedendomi simpaticamente “I nuovi Mac: un suo commento in proposito?”. In questi giorni il tempo è un po’ limitato, ma proverò a rispondere passando rapidamente in rassegna le novità e le mie impressioni a riguardo. Una considerazione generale, per iniziare: sono tutte belle novità, ed è difficile non esserne soddisfatti. Certo, gli eterni incontentabili ci sono sempre, ma per definizione sarà sempre impossibile farli contenti.

I nuovi iMac — Bizzarre le dimensioni degli schermi, 21,5 e 27 pollici, ma si tratta forse degli iMac migliori visti sinora. Sul design nulla da dire: linee sobrie e rigorose, e più essenziali di così si muore. Sui miglioramenti interni va notato come Apple stia diventando più generosa che in passato, specie per dotazione RAM, potenza del processore e supporti di archiviazione dati. L’iMac di punta, il modello da 27″ con processore Intel Core i5 quad core a 2,66 GHz, non si può definire un prodotto consumer, ma direi più ‘semi-pro’ oppure ‘per professionisti che non possono permettersi un Mac Pro + monitor esterno’.

In generale, con l’introduzione di quest’ultima generazione di iMac, mi pare evidente come Apple li stia spingendo sempre più sul versante semiprofessionale, una strada iniziata con gli iMac G5 e via via perfezionata; da un punto di vista visivo, il passaggio dalle plastiche bianche all’alluminio è un importante scarto percettivo: è difficile guardare gli iMac di oggi e pensare che siano prodotti consumer. Dirò di più: Apple mi sembra stia percorrendo un cammino che porta all’eliminazione dei confini di categoria. L’importante è avere sulla scrivania un computer di ottima qualità e di potenza non indifferente, ma che abbia anche un prezzo abbordabile. Inutile stare a cincischiare se si tratta di un prodotto ‘consumer’, ‘prosumer’ o quel che volete. Mai come ora il rapporto prezzo/prestazioni di un Mac è stato vantaggioso. I processori sono veloci, i dischi rigidi capaci, la memoria più che sufficiente, i display di ottima qualità (lo iMac da 27″ ha persino un ingresso video, in modo che si possa utilizzare come monitor esterno), il tutto praticamente agli stessi prezzi degli iMac precedenti. E per il famigerato utente medio sono un bell’investimento, in quanto sono destinati a durargli a lungo.

Ah già, non hanno il Blu-Ray. Liberi di dissentire, ma secondo me è ancora presto per il Blu-Ray incorporato, e Apple vuole procedere con cautela prima di inserire una tecnologia che magari si rivela un passo falso a medio termine (sto considerando il Blu-Ray dal punto di vista della scrittura dei dati e dell’utilizzo di dischi BD a scopo di backup, non come supporto per la visione di contenuti in alta definizione; quella credo abbia poco senso sugli schermi relativamente piccoli dei computer, a eccezione forse dell’iMac da 27 pollici, il quale appunto può essere usato come monitor in combinazione con un lettore Blu-Ray dedicato, per esempio).

Il nuovo MacBook — Design e qualità costruttiva senza dubbio migliorati rispetto al precedessore. Ovviamente non ne ho ancora toccato uno dal vivo, ma non è difficile giungere a questa conclusione. Con il nuovo corpo unibody in policarbonato non credo si avranno quelle antipatiche rotture e crepe sulla parte superiore del case, dove si appoggiano i polsi. Il nuovo MacBook è poi più robusto e leggero, ha un display a tecnologia LED, un processore più veloce, supporta RAM più veloce, ma soprattutto ha una batteria ad alte prestazioni e costa come prima. Anche qui direi niente male.

Ah già, è stata eliminata la porta FireWire 400. Del resto non c’è più nemmeno la USB 1. Provocazioni a parte (però pensiamoci: la FireWire 400 sta alla FireWire 800 come USB 1 sta a USB 2, prima o poi andava pensionata) mi pare chiaro che esistesse l’esigenza di differenziare il MacBook Pro 13″ in maniera più netta dalla sua controparte economica. E continuo a pensare che il grosso dell’utenza a cui si rivolge il MacBook bianco non ha un uso vero e proprio per quella FireWire 400.

Il nuovo Mac mini — La cosa più interessante è l’offerta Server. Un Mac mini senza unità ottica — lo spazio è stato destinato a un secondo disco rigido — con Mac OS X 10.6 Server in dotazione, il tutto sotto i mille euro. Non mi sembra una cattiva idea per chi vuol farsi un serverino economico e che occupa poco spazio. Faccio notare che una copia di Mac OS X 10.6 Server con licenza client illimitati costa da sola 499 Euro. Altra nota interessante: nella pagina del sito Apple statunitense dedicata al nuovo Mac mini in versione server è presente un’offerta, purtroppo limitata agli Stati Uniti, che permette di richiedere una copia di valutazione gratuita di Mac OS X 10.6 Server. L’offerta si rivolge alle piccole aziende, alle organizzazioni no-profit, agenzie governative e al settore educazione, e mi sembra una bella idea per spingere verso una maggiore adozione di Mac OS X in ambito aziendale e business.

Il Magic Mouse — È più forte di me: quando leggo ‘Magic Mouse’ penso a Topolino vestito da mago nel film Fantasia… A parte gli scherzi il nuovo mouse Apple mi pare finalmente indovinato. Certo, la prova del fuoco è afferrarlo, vedere come sta nella mano, usarlo, e mi riservo ulteriori commenti a quando lo proverò davvero. Ma il fatto che non ci sia più la palletta microscopica per lo scorrimento è già un motivo valido per buttare il Mighty l’Apple Mouse tradizionale e acquistare il Magic Mouse a occhi chiusi. L’eliminazione della palletta è importante non solo per un fatto di gusti personali: con il nuovo Magic Mouse spariscono definitivamente le parti in movimento e i punti in cui può penetrare lo sporco e compromettere la funzionalità del mouse. Con Magic Mouse immagino che le pulizie occasionali saranno per la parte esterna e, al limite, intorno al vano batterie sul fondo. Con la tecnologia multi-touch lo scorrimento sarà sempre fluido e la precisione non sarà in balìa di una pallina che si sporca dopo qualche ora di utilizzo.

Parlando di multi-touch, sono d’accordo con Neven Mrgan (vedere questi suoi due tweet di ieri): per le gestualità implementate sul Magic Mouse, a mio avviso multi-touch è un termine improprio e sicuramente non è la stessa cosa di iPhone o del trackpad dei portatili Apple, in cui è possibile effettuare gesti toccando due punti distinti della superficie sensibile. Per ora quel che può fare il Magic Mouse è saper distinguere fra gesti eseguiti con uno o due dita. Non è escluso però che il nuovo mouse abbia incorporato il supporto per gestualità più complesse (per lo zoom e la rotazione delle foto, per esempio) che verranno sbloccate e implementate via software in futuri aggiornamenti.

Comunque ho proprio intenzione di acquistarlo e non credo che mi darà problemi anatomici. Sono uno dei pochi che non ha mai avuto problemi a usare il famigerato mouse rotondo in dotazione con i vecchi iMac G3!

One more thing — Ah sì, c’è anche un nuovo Apple Remote, ora in alluminio e con un design allungato che ricorda i nuovi iPod nano. Ora venduto separatamente (dimenticavo: il nuovo MacBook bianco è privo di porta infrarossi e, quindi, anche di telecomando) al prezzo di 19 Euro.

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