Snow Leopard: diario di bordo (4)

Mele e appunti

In questi giorni, pur scrivendo di altro, ho continuato a prendere appunti su Snow Leopard. Ma è difficile fare un discorso organico come avvenne a fine 2007, quando iniziai il diario di bordo di Leopard. Rispetto a Tiger, Leopard presentava svariate novità e l’esperienza d’uso aveva tutta una serie di differenze che saltavano immediatamente agli occhi. Con Snow Leopard i cambiamenti ci sono, ma il tutto è decisamente più sottile. Io cerco di essere un buon osservatore, e sto costruendo il diario di bordo annotando i dettagli che mi si presentano durante l’utilizzo del Mac. Per chi fosse interessato a un elenco delle nuove funzionalità rispetto a Leopard, le pagine dedicate a Snow Leopard sul sito Apple sono più che sufficienti.

Questioni di carattere

Per ora, nel passaggio a Snow Leopard l’unica seccatura degna di nota in cui mi sono imbattuto è in ambito font. Io utilizzo FontExplorer X per la gestione dei caratteri (lo lascio però impostato in modo da non spostare fisicamente i file dei font — diciamo che lascio credere a Libro Font di avere il comando, mentre in realtà tutte le operazioni di vista previa, importazione font e attivazione/disattivazione le compio in FontExplorer X), ma la versione gratuita (1.2.3) di questa applicazione non viene più supportata da Linotype, e sebbene il programma in sé funzioni sotto Snow Leopard, ne sconsiglio l’uso come gestore primario dei font.

Il problema che ho riscontrato è che i font attivati con FontExplorer X non venivano visti dalle applicazioni Apple, che si basano sul selettore font fornito dal sistema (il pannello che si apre selezionando Formato > Font > Mostra font (⌘-T) in TextEdit, per intenderci), e naturalmente nemmeno da Libro Font. Avevo già pensato di passare alla versione Pro di FontExplorer X: 79 Euro non sono pochi per un singolo programma, ma FontExplorer X Pro ne vale la pena: è molto più ricco e versatile, e poi la versione più recente al momento in cui scrivo (la 2.0.3) è compatibile con Snow Leopard.

Fatto il passaggio, aggiornato il database dei font, il problema pareva ripresentarsi anche con FontExplorer X Pro 2.0.3. Leggendo le note di rilascio si scopre che si tratta di un problema noto sotto Mac OS X 10.6/10.6.1, ma che fortunatamente è superabile:

I font attivati in FontExplorer X Pro non appariranno in nessuna delle applicazioni attive che fanno uso del pannello font di Apple. Tale pannello font verrà correttamente aggiornato dopo che l’applicazione incriminata sarà stata chiusa e riavviata.

Controllo totale

Un’applicazione che è stata potenziata in Snow Leopard è Condivisione Schermo. Ora, quando si sta controllando un altro Mac remotamente mediante Condivisione Schermo, tutti i comandi di navigazione (come il passaggio da un’applicazione attiva all’altra con ⌘-Tab, e i tasti con associate le funzioni di Exposé) adesso hanno effetto nella macchina remota. Perché abbiano effetto sul Mac che stiamo utilizzando, sarà necessario far passare Condivisione Schermo in secondo piano, per esempio facendo clic con il mouse al di fuori della finestra principale di Condivisione Schermo. Questo maggiore controllo è davvero gradito, perché ora i movimenti all’interno del Mac che stiamo controllando risultano più naturali. Sotto Leopard mi veniva spontaneo voler passare da un programma all’altro sul Mac remoto, e istintivamente facevo ⌘-Tab, con l’effetto di passare a un altro programma sul Mac in uso e vedermi ‘sparire’ Condivisione Schermo da sotto il naso.

* * * * *

In ogni caso, a due settimane abbondanti dall’installazione di Mac OS X 10.6 devo dire che le mie preoccupazioni prima di installare erano eccessive: Snow Leopard si sta dimostrando meno capriccioso e imprevedibile di quanto la letteratura sul Web dava a intendere. A chi ha raggiunto queste pagine del mio blog e si sta chiedendo se Snow Leopard sia ‘più veloce’ di Leopard, rispondo con un ‘Ni’. Alcune applicazioni, come ho già avuto modo di notare, sono in effetti più reattive e i miglioramenti rispetto a Leopard sono indubbi. Il Finder, ora riscritto in Cocoa, è immutato nell’aspetto ma è molto più affidabile, stabile e vispo. Stesso discorso per Mail e Safari, quest’ultimo in particolar modo sembra proprio invulnerabile. A livello generale, comunque, non si nota uno scarto in velocità che faccia sembrare Leopard lento, per dire. È del tutto possibile che lo scarto sia maggiormente avvertibile su macchine meno prestanti. Io ho un MacBook Pro nuovo, con un processore a 2,66 GHz e 4 GB di RAM, quindi non so quanto faccia testo. (Peraltro mi chiedo che senso abbia parlare di velocità di un sistema operativo: la velocità è la nostra, e tutt’al più si può parlare di reattività delle operazioni e dei programmi, e da questo punto di vista siamo a un livello di immediatezza che certe differenze, in velocità bruta, si misurano solo con i benchmark e non so quanto abbiano senso nell’ambito dell’esperienza diretta, empirica).

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