App Store: che sia il mercato a decidere

Mele e appunti

iPhone App Store: Let the Market Decide: Per proseguire sui temi del mio post di ieri, ecco un’analisi molto acuta sull’App Store da parte di Wil Shipley (l’autore di Delicious Library, per intenderci).

Shipley riesce a sintetizzare molto bene il perché Apple dovrebbe permettere la concorrenza diretta con le proprie applicazioni per iPhone:

Spiegare il perché dovrebbero esistere applicazioni concorrenti è semplice: (1) Se gli utenti si servono dell’applicazione di terze parti, è ovvio che questa offre delle funzionalità non fornite dal software di Apple. (2) Se gli utenti non utilizzano l’applicazione di terze parti, essa verrà progressivamente dimenticata e abbandonata, e nessuno si è fatto male.

Come risolvere il problema dell’App Store così com’è ora? Ecco, in sostanza, la proposta di Shipley (che condivido appieno):

L’App Store deve considerarsi diviso in due parti; tali parti vengono già implementate, ma quelli che gestiscono lo Store devono comprendere che dette parti sono fondamentalmente separate:

  • La Prima Parte è un enorme capannone, in cui ogni software che non rappresenta una vera minaccia viene conservato nel caso qualcuno voglia acquistarlo (ricordate, gli utenti possono sempre ottenere un rimborso). In questo capannone è possibile effettuare ricerche sui contenuti, mediante titoli e parole chiave, oppure attraverso un link diretto all’applicazione.
  • La Seconda Parte è come una vetrina tradizionale, in cui lo spazio a disposizione è limitato, e perciò viene dato rilievo solo alle applicazioni più belle e più toste. È un motore di consigli e segnalazioni che dà risalto ad applicazioni molto diffuse, ai programmi meglio considerati e votati, alle applicazioni innovative.
  • Tutti possono entrare nel capannone. Ma solo la ‘crema’ riesce ad arrivare alla vetrina. 

Se siete ferrati con l’inglese, tutto il post di Shipley merita una lettura.

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