Android: ulteriori spunti di riflessione

Mele e appunti

Non avevo notato che anche Daniel Eran Dilger di RoughlyDrafted Magazine è impegnato in una serie di articoli che trattano dei ‘miti’ su iPhone. Lui ha uno stile più aggressivo e provocatorio del mio, e di tanto in tanto si lascia scappare affermazioni piuttosto decise, ma è innegabile che offra spesso e volentieri molto cibo per il dibattito, sia negli articoli stessi, sia nella sezione dei commenti, interagendo con i lettori. Ho trovato di particolare interesse alcuni passaggi del suo pezzo Myth 7: iPhone Buyers will Flock to Android (Mito n.7: gli utenti di iPhone migreranno in massa verso Android).

Dilger inizia presentando subito la sua tesi:

L’idea per cui gli utenti di iPhone si affretteranno ad abbandonare la piattaforma per acquistare telefoni Android è ancora più fantasiosa dell’idea secondo cui gli sviluppatori migreranno in massa verso Android che ho trattato nel Mito n.6. […]

L’andamento del mercato dell’elettronica di consumo di questi ultimi trent’anni ci dice che il prezzo è il fattore che influenza le decisioni di acquisto in maggior misura: che si tratti di basso costo puro e semplice, o che si traduca in un valore percepito come elevato rispetto al denaro speso.

Fattori ideologici non legati al prezzo, fra cui la superiorità tecnica o l’attrattiva principale di Android — l’ ”apertura” — hanno avuto storicamente un impatto minimo sul successo dei prodotti nel mercato, in particolar modo se paragonati a fattori economici, con grande delusione da parte di quelli di noi che preferiscono vedere prodotti migliori e maggiormente interoperabili invece di robaccia a buon mercato.

Dilger continua spiegando il perché Android ha destato un certo interesse da parte delle aziende costruttrici di telefoni cellulari: perché, semplicemente, rappresenta un’alternativa gratuita a Windows Mobile. HTC, Motorola, Samsung e LG producono tutte degli smartphone con sistema operativo Windows Mobile, ed è nel loro interesse poter accedere a una piattaforma software da utilizzare senza dover pagare royalty a Microsoft. Chi compra un telefono, però, non percepisce il costo aggiunto dal produttore per coprire le spese di licenza di Windows Mobile; la differenza è molto più ridotta rispetto a quanto avviene nel mercato dei personal computer, in cui le macchine vendute senza licenza Windows hanno un prezzo percettibilmente più basso. Questo spiega perché Android, da un punto di vista economico, è più interessante per i costruttori di telefoni che non per gli utenti finali.

In questo e in altri pezzi sull’argomento, è opinione di Dilger che Android si posizionerà più come diretto concorrente di Microsoft / Windows Mobile che non di Apple / iPhone, che Android col tempo andrà rosicchiando quote di mercato alla piattaforma Windows Mobile, e quindi avvantaggiando Apple come effetto collaterale.

Nel suo Myth 6: iPhone Developers will Flock to Android (Mito n.6: gli sviluppatori per iPhone migreranno in massa verso Android), Dilger fa notare che:

Più che ‘uccidere’ iPhone, Android sembra posizionato per contrastare una serie di tentativi proprietari di monopolizzazione dello sviluppo per le piattaforme mobili con un modello di licenza Windows, sia a livello di sistema operativo (Windows Mobile, Symbian), sia a livello middleware (Flash, BREW, Java). Ciò indebolirà ancor di più l’inerzia dietro i vari tentativi di spinta di un ambiente di sviluppo per piattaforma mobile ostile a iPhone. Ma Android risulterà essere, alla fine, un concorrente importante di iPhone?

Dilger continua evidenziando le due ragioni principali che spingono, tutto sommato, gli sviluppatori verso iPhone: le possibilità di guadagno e la facilità d’uso degli strumenti di sviluppo dello SDK di Cocoa Touch. Android, nel breve termine, non offre né una cosa né l’altra.

Gli strumenti di sviluppo di Android, a confronto, sono documentati in modo insufficiente e sono farraginosi perché, in sostanza, nessuno è a capo della baracca. Google spera di poter fungere da direttore delle operazioni per orchestrare i contributi della comunità aperta, dei costruttori di telefoni come HTC, Motorola, Samsung e LG, e delle aziende provider di telefonia mobile come T‑Mobile, Sprint, NTT DoCoMo, e KDDI. Il problema è che tutti questi gruppi hanno un conflitto di interessi. Nessuno vuole aiutare i propri rivali, e Google non potrà prendere decisioni drastiche o scelte ingegneristiche impopolari nell’interesse della piattaforma, perché deve rispondere a troppe entità diverse.

Si osservino i problemi di Windows Mobile e si vedranno molti dei problemi intrinseci di Android come piattaforma. Ora si consideri il fatto che chi sviluppa per iPhone non sta abbandonando la nave a favore di Windows Mobile; questo malgrado Microsoft fornisca un ambiente privo delle restrizioni che caratterizzano la piattaforma iPhone di Apple; questo malgrado Windows Mobile abbia attualmente una base di installato più vasta e, almeno finora, una quota di mercato mondiale superiore ad Apple nell’ambito degli smartphone.

Gli sviluppatori per Windows Mobile, invece, stanno rapidamente abbandonando quella piattaforma per interessarsi al mercato di iPhone, reso più attraente dalle possibilità di guadagno e dagli strumenti di sviluppo di Cocoa Touch, una vera boccata d’aria fresca per quegli sviluppatori, stanchi della minestra riscaldata Win32 sopra WinCE. Android sarà in grado di invertire la tendenza, offrendo agli sviluppatori la “libertà” e la mancanza di restrizioni che Windows Mobile già offre, ma senza alcun bacino di utenza e una quota di mercato? Decisamente assurdo.

Lo so, si parlava di utenti e si è finito col parlare di sviluppatori. Ma i due discorsi scorrono su binari paralleli. Se Windows Mobile già offre libertà e assenza di restrizioni, a differenza di Apple (queste almeno sono le accuse che molti detrattori di iPhone rivolgono ad Apple), perché in quest’ultimo anno e mezzo gli smartphone con sistema Windows Mobile non sono stati in grado di competere con iPhone? Se iPhone è un ecosistema chiuso e Apple è questo cattivissimo e prepotente Grande Fratello che limita le scelte degli utenti, perché ha avuto l’enorme indiscutibile successo che ha avuto? Perché probabilmente, come sostiene Dilger, la ‘libertà’ e la ‘scelta’ non sono fattori così forti da destabilizzare un mercato.

La gente compra iPhone per la semplicità dell’interfaccia, per la facilità d’uso, per il design elegante, e per l’integrazione con i servizi musicali (iTunes) e di software (App Store) — elementi che né Android né Windows Mobile considerano. Tutte queste sono caratteristiche che evidenziano l’ovvio valore di iPhone per chi lo acquista. […]

Ricordiamo il principale fattore di successo commerciale di un prodotto di elettronica di consumo: il prezzo, che si traduca in prezzo contenuto o in un valore percepito come elevato rispetto al prezzo (ovvero: “Sì, costicchia, però guarda che cosa mi dà in cambio: son soldi ben spesi”). Da quando Jobs ha ulteriormente ridotto il prezzo di entrata di iPhone, ciò è andato a sovrapporsi al vantaggio che già iPhone aveva all’inizio. Se dapprima era un prodotto ‘caro ma vale i soldi che costa, quindi lo compro’, dall’introduzione di iPhone 3G è diventato anche un prodotto sostanzialmente abbordabile anche nel prezzo. Quindi lo comprano milioni di persone.

Quando nei mesi scorsi si stava creando aspettativa intorno all’annuncio del primo smartphone con sistema Android, ero molto incuriosito da quella che veniva già etichettata come l’alternativa ammazza-iPhone. Considerando che la piattaforma Android ha avuto un periodo di gestazione più che sufficiente per studiare iPhone e per utilizzarlo come punto di partenza per arrivare a presentare un prodotto ancor più innovativo — o almeno qualcosa di egualmente potente rispetto a iPhone però dotato di un approccio sufficientemente alternativo da destare forte interesse — mi sento di dire che il primo risultato, il G1 di HTC, è piuttosto deludente. Eh, però è open source. Solo che non si può puntare sull’apertura come feature principale di un prodotto e sperare di sconvolgere il mercato.

Tim Haddock, in questo articolo su Macworld cita un commento di Gene Munster, senior research analyst di Piper Jaffray, sul lancio del G1 di HTC: L’obiettivo commerciale di Apple è di essere tre passi avanti rispetto a tutti gli altri. Apple è ancora due passi avanti. Esatto, Apple è nel 2009, gli altri sono ancora al 2007.

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