Nuove transizioni, vecchie dinamiche

Mele e appunti

Fra le acquisizioni recenti non c’è solo hardware e software, ma anche e soprattutto vecchie riviste di informatica. Nella fattispecie, MacFormat UK (annate dal 1994 al 1999), alcuni numeri di MacUser (periodo 1993–1994) e di The Mac, rivista inglese che non conoscevo. Ritengo torni sempre utile conservare qualche vecchia rivista del settore, perché a volte permette di osservare l’evoluzione tecnologica con una prospettiva più ampia ed approfondita.

Qualche giorno fa ho iniziato a sfogliare la dozzina di numeri di MacUser e ho notato una piccola cosa straordinaria: molti articoli di opinione non suonano per nulla datati, e potrebbero essere ripubblicati tranquillamente oggi. Nessuno o quasi si accorgerebbe che sono stati scritti nel 1993.

Sono molto contento di essere entrato in possesso di questo tesoro cartaceo specialmente del periodo 1993–1994. Non solo per le ampie documentazioni e reportage sull’allora nuovissimo e sensazionale Newton, ma anche perché nel 1994 si è compiuta la prima importante transizione di Apple: il passaggio dai processori Motorola 680x0 all’adozione dei processori PowerPC.

Nel numero di MacUser del 10 dicembre 1993 c’è un interessantissimo approfondimento su questa “nuova” tecnologia e sui vari aspetti ed effetti collaterali di questa grande transizione. Leggendolo, non ho potuto fare a meno di osservare come certi passaggi ricalchino al 99% quanto sta avvenendo adesso con l’altra grande transizione, da PowerPC a Intel. Ne cito alcuni (la traduzione è mia):

1. Nel terzo paragrafo, intitolato “Compatibilità e coesistenza”, si dice: “Apple prevede un periodo di coesistenza dei Mac con processore PowerPC e dei Mac tradizionali [con processore 680x0] dell’ordine di anni, più che di mesi, e i prodotti di punta dell’attuale linea desktop, fra cui il Quadra 950, il Quadra 650, il Quadra 610 e lo LC475 rimarranno in vendita a fianco dei Mac con processore PowerPC nel prossimo futuro”. Che è quel che sta succedendo adesso: i modelli con processore PowerPC G4 e G5 continuano ad affiancare i due modelli con processore Intel. Probabilmente l’attuale transizione avverrà in un intervallo di tempo più breve, mesi e non anni, ma il parallelismo rimane, specie se si fa un passo in più e non si guarda solo ed esclusivamente alle vendite, ma alla base di installato. Potrei sbagliarmi, ma presumo che chi oggi ha appena comprato un PowerMac G5 Quad se lo terrà ben stretto almeno per qualche tempo, sicuramente fino a quando l’intera linea pro delle macchine desktop non sarà opportunamente rimpiazzata da PowerMac con processore Intel.

2. Poco sotto si dice: “I vantaggi a livello tecnologico resi possibili da PowerPC verranno impiegati a scapito della compatibilità binary. Ovvero, la capacità dei Mac con PowerPC di eseguire applicazioni scritte per la famiglia di processori Motorola 68000 senza alcuna modifica. […] Apple ha superato i limiti della compatibilità binary, ma chiedendo agli utenti di passare alla nuova tecnologia, ha anche dovuto trovare il modo di permettere loro di portarsi tutto il loro software, senza rinunce. Secondo Apple, questo obiettivo è stato raggiunto grazie allo sviluppo di un sistema di emulazione che gira a livello hardware e che inganna le attuali applicazioni per Mac, facendo loro credere di essere eseguite da una macchina con processore 68040 a 25 MHz. Storicamente, emulazione ha sempre significato lentezza e poca praticità, ma con PowerPC Apple sostiene di aver superato l’ostacolo. In primo luogo la grande velocità intrinseca del chip stesso permette una considerevole velocizzazione delle routine di emulazione […]”. All’epoca le applicazioni riscritte per girare indifferentemente su Mac con processori Motorola 680x0 e PowerPC si chiamavano “Fat Binary”, oggi si chiamano Universal Binary. Il principio è lo stesso. E sebbene Rosetta non sia un emulatore in senso stretto, tutta la parte dell’articolo che ho riportato qui potrebbe benissimo funzionare ancora oggi, fatti i dovuti minimi ritocchi.

3. Nei vari riquadri che accompagnano l’articolo vi sono poi i consueti benchmark che mettono a confronto i Mac “vecchi” con i nuovi Mac con processore PowerPC e un elenco di applicazioni già pronte a girare sui nuovi PowerPC. E oggi stiamo vedendo esattamente lo stesso. Non passa giorno senza l’annuncio di un software diventato Universal Binary e quindi pronto a eseguirsi nativamente su Mac con PowerPC e su Mac con Intel. VersionTracker ha una sezione apposita che tiene traccia di tutte le applicazioni Universal Binary.

Ho riportato gli esempi più eclatanti, ma tutto l’articolo è ricco di particolari che, visti col senno di poi, rivelano un gran numero di sottili somiglianze fra le due transizioni. La mia tranquillità nei confronti dell’attuale passaggio a Intel sta proprio in questo. Nel 1994 la transizione a PowerPC fu radicale e avrebbe potuto tradursi in un disastroso taglio con il passato se non fosse stata conservata la compatibilità all’indietro. Ma Apple sapeva quel che stava facendo, e oggi ancor più di allora. In internet sta circolando il solito cumulo di sciocchezze, quella più in voga in questo momento pare essere una presunta maggiore vulnerabilità di Mac OS X ai virus, a causa del passaggio all’architettura Intel. È chiaro che chi abbocca a queste panzane non può che guardare con sospetto ai nuovi Mac con processore Intel. Saranno più sicuri? Dovrò comprarmi un antivirus? Non sarà meglio tenersi il G5 che è più sicuro?

Tutto questo è fumo, nient’altro che fumo. Vorrei che ci si fermasse un attimo a guardare l’arrosto. Apple è in anticipo sui tempi (e l’articolo di MacUser del dicembre 1993 mi rivela un particolare che avevo dimenticato: Apple era in anticipo sui tempi anche all’epoca del passaggio a PowerPC), ha presentato le prime macchine con processori Intel sei mesi prima di quanto annunciato dallo stesso Jobs. L’elenco di applicazioni Universal Binary cresce a ritmi incredibili e, in ironica controtendenza rispetto a quanto accadde nel 1994, oggi sono le piccole software house e gli sviluppatori indipendenti ad essere più avanti rispetto a colossi come Adobe e Microsoft. Rosetta ha prestazioni, sebbene non al massimo dell’eccellenza, assolutamente rispettabili e in alcuni casi migliori del previsto. Sarò un inguaribile ottimista, ma vedo questo 2006 come un anno davvero interessante per l’utenza Mac.

Un ultimo sguardo all’articolo di MacUser per chiudere con una nota ironica. Ad un certo punto si dice: “Anche se non bisogna mai sottovalutare Intel, va detto che PowerPC possiede vantaggi fondamentali rispetto al chip Pentium: è più piccolo, più economico, scalda meno ed è più semplice da produrre”. Oggi le parti si sono praticamente invertite.

The Author

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