Leopard, un anno dopo

Mele e appunti

Mac OS X 10.5 (Leopard) compie un anno. Una buona occasione per fare il punto, almeno per quel che riguarda il mio sistema — PowerBook G4 12″, 1 GHz, 1,25 GB di RAM, disco rigido da 40 GB, scheda video Nvidia GeForce FX 5200 con 32MB di RAM video.

Ritengo superfluo stare a ripetere tutti gli aspetti positivi, le migliorie rispetto a Tiger, ed entrare nei dettagli della mia esperienza generale, che è stata in questo anno positiva al 99%. Con questo post, invece, mi concentrerò su quell’un percento che non mi va e/o che non mi funziona, nonché su quel che di buono è a mio avviso andato perdendosi rispetto a versioni precedenti di Mac OS X.

1. A distanza di 5 aggiornamenti, Front Row continua a essere inutilizzabile sul mio Mac. La cosa inspiegabile e, se vogliamo, ridicola, è che Front Row funzionava discretamente in Mac OS X 10.5.0, e le sue prestazioni sono andate degradando a ogni aggiornamento minore. Ho provato ogni genere di rimedio, soluzione, espediente, ma non c’è niente da fare. Non che mi sia indispensabile, anzi, però è seccante avere un software che misteriosamente si mette a funzionare sempre peggio.

2. Analogamente a quanto mi succede con Front Row, anche con l’interfaccia grafica ‘spaziale’ di Time Machine ho avuto vari problemi durante i vari aggiornamenti minori. Le prestazioni video, mai state eccellenti, sono andate altalenando: in Mac OS X 10.5.0 funzionava decentemente, anche se il sistema rallentava parecchio, e la responsività dei pulsanti al clic del mouse mi ricordava Windows 3.1. Vado a memoria, ma direi che fino a Mac OS X 10.5.3, le prestazioni sembravano migliorare un po’, per poi precipitare in 10.5.4 e 10.5.5. Attualmente Time Machine si avvia, a tratti funziona, ma c’è moltissimo ritardo nella risposta dei pulsanti Annulla e Ripristina, e di tanto in tanto l’intero sistema grafico di Mac OS X pare piantato, al punto che in alcune occasioni ho dovuto terminare il processo collegandomi al PowerBook via SSH da un secondo Mac. Per quanto riguarda i backup tutto bene: le operazioni vengono svolte puntualmente e senza intoppi. Insomma, Time Machine è una buona idea, ma continua a mancare di raffinatezza per essere funzionale al 100%. Non ha senso avere un backup dei propri dati, se poi l’interfaccia grafica per ripristinarli si pianta o è inusabile. (E per finire, una curiosità: ho ancora tutti i miei backup dal 27 ottobre 2007. Un anno fa riservai a Time Machine una partizione da 130 GB di un disco esterno LaCie USB 2.0, e a distanza di un anno rimangono quasi 24 GB liberi su tale partizione).

3. Spotlight è migliorato e peggiorato al tempo stesso. Più veloce nelle ricerche, più versatile e potente, ma se becco quel programmatore Apple che ha deciso di eliminare quell’utilissima finestra dei risultati di Mac OS X 10.4 Tiger… Perché un passo indietro del genere? L’ironia è che l’icona che appare accanto alla voce “Mostra tutto” una volta elencati i risultati della ricerca nel menu di Spotlight, rappresenta proprio quella vecchia finestra che ora non appare più. L’attuale finestra è un pasticcio di icone disordinate con i nomi dei file tranciati. (Potete vedere la differenza fra le due in questo mio post di novembre 2007). Un’altra incongruenza di Spotlight: se apro una cartella nel Finder — per esempio “Clienti 2008” — e voglio cercare un file all’interno di quella cartella (e di eventuali sottocartelle), quando inserisco la stringa da cercare nel campo Spotlight in alto a destra della finestra del Finder, i criteri della ricerca predefiniti non sono Cerca in “Clienti 2008” e “Nome documento”, come sarebbe logico aspettarsi, ma Cerca in “Questo Mac” e “Contenuto”. Iniziare la ricerca in una determinata cartella dovrebbe dire a Spotlight di iniziare a cercare da lì, no? Oltretutto una ricerca per “Contenuto” su “Questo Mac” sarà sempre più lunga della ricerca di un file che già si presume si trovi in una certa cartella o gruppo di cartelle. (Per inciso, circa un anno fa scrivevo: È vero, quando voglio fare la ricerca di un file in una cartella e uso il campo Spotlight della finestra Finder di quella cartella, stranamente il primo luogo in cui Spotlight va a cercare è “Questo Mac” e non la cartella stessa. Sistemeranno anche questo. Nel frattempo, un clic sul nome della cartella e Spotlight cerca lì. Tempo perduto nell’effettuare l’operazione: meno di un secondo. — E per carità, le perdite di tempo sono davvero risibili. Però è passato un anno, nel frattempo, e dopo cinque aggiornamenti uno si aspetta che sistemino tutto quel che riguarda Spotlight, visto che è una delle funzioni più importanti del sistema. Con l’aumentare delle capacità dei dischi rigidi, a mio avviso, si dovrebbe far di tutto per velocizzare e semplificare le ricerche).

4. Un altro aspetto di Mac OS X che rimpiango dai tempi di Mac OS X 10.2 Jaguar e 10.3 Panther è la gestione della rete. Sicuramente fino a Jaguar, ma credo anche fino a Panther, la scoperta di un nuovo dispositivo o Mac nella rete locale era istantanea, come avveniva del resto per le reti AppleTalk/EtherTalk nel pannello Scelta Risorse di Mac OS 9 e versioni anteriori. Una volta che sul nuovo Mac ospite della rete si attivava la condivisione documenti, esso compariva immediatamente, per sparire immediatamente quando veniva disattivata. In Leopard trovo che la situazione è leggermente migliorata rispetto a Tiger: nel pannello laterale delle finestre del Finder, alla voce Condivisi, le risorse di rete appaiono in fretta, tuttavia spesso e volentieri l’icona rimane visibile anche molto tempo dopo l’uscita di quel Mac dalla rete. Almeno quando ci si trova in una rete mista Mac-PC, nella finestra Network non appare più quel pasticcio fatto di icone “Libreria” grigie, icone con diversi “Gruppi di lavoro”, icone con “Server locali” e “My Network”, alcune grigie, altre no, che comparivano in Mac OS X 10.4 Tiger. Però di tanto in tanto appaiono ancora delle icone ‘ingrigite’ e facendo clic su alcune di queste è capitato che il Finder si chiudesse inaspettatamente per poi riaprirsi da solo… Insomma, un po’ di confusione e perdita di quell’intuitività che rendeva molto più semplice e lineare gestire una rete locale. Inoltre una funzione, perduta con il passaggio da Mac OS 9 a Mac OS X, che mi piacerebbe ritornasse è la possibilità di monitorare gli utenti connessi a un determinato Mac e il traffico di rete, che nel Mac OS classico erano funzionalità svolte dal pannello di controllo Utenti e Gruppi. In Mac OS X non è possibile, e non esistono nemmeno dei software di terze parti che facciano il lavoro decentemente.

Questi i crucci principali. Fra le piccolezze metterei Spaces, un’altra buona idea che andrebbe raffinata ancor più, e una interfaccia grafica da rendere ancora più coerente. Continuo a non capire, per esempio, perché iTunes si comporti in modo ‘speciale’ rispetto ad altre applicazioni e alle finestre del Finder: se faccio clic sul pulsante verde in alto a sinistra, invece di ridimensionare la finestra di iTunes per adattarla allo schermo, come fa (o cerca di fare) qualsiasi altra applicazione/finestra, iTunes passa alla modalità mini-player. Perché non mettere anche a iTunes il pulsante bianco allungato presente su tutte le altre finestre, assegnandogli questa funzione, e lasciare che il pulsantino verde faccia quel che fa su tutto il sistema, cioè eseguire il comando Ridimensiona?

Che altro? Ah, sarebbe ora di implementare su VoiceOver altre lingue oltre all’inglese, e di avere altre voci internazionali che leggano bene come “Alex” legge l’inglese americano. Meno male che intanto ci sono aziende come Cepstral, che offrono soluzioni da affiancare alle opzioni fornite dal sistema.

Altro per ora non mi sovviene. Per il resto, lo ribadisco, l’esperienza con Leopard è stata finora decisamente soddisfacente, e se Snow Leopard sarà davvero una versione per migliorare quel che già c’è invece di aggiungere funzioni tanto per aggiungerle, allora non posso che attendere con ottimismo.

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