Più rumore che segnale

Mele e appunti

Gennaio: cominciano ufficialmente le pulizie che avevo preannunciato. Primo bersaglio: le mailing list. Voglio parlarne in questa sede perché la mia esperienza può servire ad altri che si trovano in una posizione simile e che analogamente hanno voglia di fare pulizia.

Quante mailing list?

È la stessa storia delle ciliegie (o delle olive snocciolate, a seconda dei gusti): una tira l’altra. Ci si iscrive abbastanza impulsivamente perché si sta passando un periodo di interesse particolare verso un determinato argomento o settore e, guarda un po’, c’è un gruppo di discussione a riguardo che può essere utile. L’interesse sfuma, l’iscrizione alla mailing list rimane lì e si continuano a ricevere messaggi, si dà loro un’occhiata comunque perché potrebbe saltar fuori la discussione utile, e di fatto non succede. Però si perde tempo. Forse poco tempo, ma se questa situazione è simile per altre dieci mailing list…

Alla fine del 2008 nei miei due client di posta, Mail e Mailsmith, c’erano più di 100.000 messaggi provenienti da una quindicina di mailing list. Ieri ho archiviato tutto, ho cancellato la sottoscrizione da nove mailing list, ho cambiato la modalità di ricezione dei messaggi ad altre due mailing list (da email singole a ‘digest’ giornalieri, ossia mi vengono inviati 20 messaggi alla volta raggruppati in un unico messaggio) e ora posso apprezzare una certa quiete quando lascio i due client di posta aperti. Il traffico è decisamente diminuito, così come è diminuita la frequenza di avvisi “c’è posta per te”, che fanno perdere tempo e concentrazione.

A meno che non abbiate un’infinità di interessi o non siate programmatori, a mio avviso seguire e partecipare attivamente a più di cinque mailing list è troppo. Ovviamente è un limite arbitrario e i fattori che rendono interessante seguire una mailing list sono vari e svariati. Ovviamente io parto dalla mia esperienza, che fa testo fino a un certo punto, e ovviamente parto dal presupposto che chi mi sta leggendo — come anche accennavo all’inizio — sia stanco delle sue abitudini online e voglia fare un po’ di pulizia. Un altro fattore che determina quel limite di cinque mailing list è senza dubbio il traffico: io ho mantenuto l’iscrizione a un paio di liste che producono dai 2 ai 5 messaggi giornalieri — è traffico irrilevante. A portar via tempo ed energie sono liste con un traffico quotidiano più movimentato e con discussioni coinvolgenti, spesso magari fuori tema.

Più sono specifiche, meglio è

Dopo quasi quattro anni in usenet, e otto anni di partecipazione più o meno intensa alle mailing list più varie, sono giunto alla conclusione che dà titolo a questo paragrafo. Meglio una mailing list che tratti le macchine fotografiche Canon a pellicola, che una mailing list che parli di fotografia ‘analogica’ in generale; meglio una mailing list che tratti i Mac vintage che una mailing list che parli del Mac in generale (questo naturalmente se si è appassionati di fotografia tradizionale e si utilizzano macchine Canon, e se si ha una particolare predilezione per i Mac degli anni Ottanta/Novanta). In questo modo è assai più probabile che gli iscritti a una certa lista abbiano un’esperienza specifica dell’argomento o del settore in questione, e possano venire in aiuto agli utenti meno esperti, offrendo soluzioni e opinioni informate. Vi sono liste che hanno certamente un tema che le contraddistingue, ma risultano essere troppo generiche e vengono frequentate da gruppi di utenti con esperienze e background diversi che inevitabilmente finiscono con lo scontrarsi di fronte a un argomento comune a tutti ma affrontato necessariamente da punti di vista inconciliabili. È il classico esempio di molte liste a tema Macintosh in lingua italiana. Queste liste, di solito a grande affluenza di iscritti, raccolgono professionisti dei settori più disparati (stampa, musica, reti, fotografia, editoria, ecc.) nonché utenti neofiti, nerd appassionati, e molti altri. È chiaro che di fronte ad argomenti come iPhone e i nuovi MacBook unibody si scateni un putiferio in cui ognuno porta la propria opinione che spesso e volentieri vuol far passare come fatto provato e per questo vuole avere l’ultima parola.

A ognuno il suo

Ne possiamo discutere a piacere, ma io sono dell’idea che una mailing list non sia, né debba rappresentare, una community. Questa è a mio avviso meglio rappresentata dai forum. I forum sono architettati in una forma più agevole affinché i singoli utenti possano esprimere la propria personalità e le proprie inclinazioni all’interno del gruppo. Il formato permette la creazione di immagini che distinguono i vari utenti (i cosiddetti avatar), la creazione di un completo profilo personale con varie modalità di contatto (chat, email, …) nonché l’uso di signature fantasiose. I forum possono permettersi di essere dedicati a un argomento generico (es. la fotografia digitale) perché si possono dividere in sottosezioni specifiche (es. gallerie personali, tipo di macchine digitali, stampa delle foto, ecc.) e il partecipante alla community può indirizzarsi verso la sezione che più gli è congeniale. In genere vi sono delle sezioni dedicate alle chiacchiere da bar sport e perfino ad argomenti non strettamente attinenti al tema del forum (es. “per conoscersi di più”, o addirittura per organizzare incontri fra i soci e partecipazioni di gruppo a eventi e fiere).

Una mailing list è monolitica: i messaggi più vari sugli argomenti più vari arrivano tutti nella stessa casella. È per questo che a mio parere la funzione di una lista dovrebbe essere anzitutto quella di fornire informazioni utili in merito ad argomenti e settori specifici; certo, ben vengano le discussioni, se a tema. È da tempo che sono iscritto a una mailing list dedicata a un browser (iCab) e a un’altra lista dedicata a un programma specifico (Mailsmith). Entrambe a traffico medio-basso, entrambe estremamente gestibili, e soprattutto utili — vi è molto più segnale che rumore.

Ecco, appunto: segnale e rumore

Come dice la Wikipedia, Nell’uso corrente, in particolar modo in contesti come Internet e i gruppi di discussione online, la locuzione rapporto segnale/rumore viene spesso usata per indicare in modo informale il rapporto tra informazioni utili, corrette e rilevanti presenti in un dato contesto, forum, ecc. (considerati segnale) e i messaggi inutili, errati o irrilevanti, considerati alla stregua del rumore. Un’altra cosa che considero rumore è purtroppo un vizio di tante mailing list, specie italiane: vuote discussioni in cui gli iscritti criticano la persona e non l’idea o l’informazione fornita, in cui si manca di rispetto all’intelligenza o all’esperienza altrui. Purtroppo in passato mi sono lasciato invischiare in questo tipo di discussioni (sempre per difendermi, però, mai per attaccare gratuitamente qualcuno). La morale è semplice: ognuno rimane arroccato nelle proprie convinzioni, e nel frattempo si sono sprecati tempo ed energie che potevano essere impiegati in modo migliore in altre attività.

Queste mailing list sono le prime da abbandonare. A volte è difficile, può essere che si conoscano personalmente degli iscritti, può esserci una componente sentimentale (ci si è iscritti nei ‘tempi d’oro’ della lista e si è andati sopportando l’inesorabile calo in qualità e clima di discussione, nonché l’accresciuto livello del rumore a scapito del segnale), ma, specie se in fondo si è disposti ad ammettere che la tale lista non offre più niente di sostanziale, è opportuno staccare la spina. Ci si stupirà della velocità con cui ci si dimentica di quel piccolo fardello.

Una ragione personale, che mi ha spinto a lasciare alcune liste, è proprio l’atteggiamento di certi personaggi, che prima chiedono aiuto e poi hanno l’arroganza di respingere certi suggerimenti perché a loro sembrano scempiaggini, senza nemmeno prendersi la briga di chiedere chiarimenti. Io tendo a partecipare a una discussione o a rispondere a una richiesta d’aiuto se e solo se sono sufficientemente informato (per conoscenza diretta, per esperienza) sull’argomento. Non ho l’abitudine di buttar lì la prima idea che mi viene in mente. Se l’argomento mi intriga, e la richiesta d’aiuto è un’occasione per approfondire un determinato aspetto, a volte inizio a cercare quante più informazioni possibili, condividendo quelli che ritengo i frutti migliori della ricerca. In ogni caso, se intervengo, lo faccio con cognizione di causa, altrimenti taccio. L’incapacità di riconoscere questo da parte di certe persone, malgrado la mia lunga militanza in alcune liste, alla fine ha fatto traboccare il vaso e mi sono stufato. Certe ostilità fanno perdere la voglia di aiutare gli altri. Quindi, come dicono gli anglofoni, good riddance.

Riassumendo

  1. Se avete l’impressione che le mailing list che seguite e a cui partecipate siano troppe, probabilmente è così.
  2. Se in generale il livello di rumore supera quello del segnale, e ciò accade costantemente (non quindi di tanto in tanto, perché scatta una qualche discussione estemporanea), lasciate perdere. A maggior ragione se la mailing list è ad alto traffico. Probabilmente non ne vale la pena.
  3. Se quel che vi dà una mailing list è meno di quel che vi toglie, lasciatela perdere.

The Author

Writer. Translator. Mac consultant. Enthusiast photographer. • If you like what I write, please consider supporting my writing by purchasing my short stories, Minigrooves or by making a donation. Thank you!

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