iPhone: note mobili (8)

Mele e appunti

Come accennavo nel post precedente, avere iPhone con me in ospedale non mi ha portato altro che vantaggi e mi ha aiutato parecchio a non rimanere tagliato fuori dal mondo online (almeno quella piccola fetta di mondo online che mi interessa). Mentre le ore interminabili passavano come sabbia in una grossa clessidra, pensavo a quando ero stato in ospedale la volta precedente, nel maggio 2008, prima che avessi iPhone: non c’è paragone. Lo scorso maggio mi toccò tenere aggiornati un paio di clienti a suon di SMS scritti senza T9 sul mio SonyEricsson K700i (lo comprai qui in Spagna e non ha l’italiano fra le lingue del dizionario predittivo) — roba da artrite deformante, col senno di poi. Questa volta ho corrisposto via email come se niente fosse, scrivendo agilmente con la tastiera virtuale di iPhone, anche con il solo pollice. In più, essendo la posta elettronica traffico dati che ho già pagato, le comunicazioni sono state molto più a buon mercato, sia per me che per i clienti.

Ma ancora una volta devo sottolineare alcuni aspetti di iPhone già sottolineati in precedenza. Anzitutto, la comodità di avere Internet dovunque e comunque è senza prezzo. (Certo, compatibilmente alla copertura 3G dell’operatore. Ma dato che mi trovavo al quinto piano di un ospedale in una zona abbastanza centrale, avevo massimo segnale). Ogni volta che mi arriva una bolletta telefonica un filino più cara del previsto, penso a questo vantaggio e mi dico che solo per questo val la pena sottoscrivere un contratto biennale con l’operatore. Durante la degenza, avere la possibilità di accedere a Internet non è stata una comodità solo per me (leggere la posta, visitare i siti preferiti, leggere i feed RSS per tenermi aggiornato con le ultime novità), ma è servito anche a mia moglie, che aveva bisogno di trovare un medicinale e le farmacie più vicine all’ospedale ne erano prive. Abbiamo cercato su iPhone tutte le farmacie nel raggio di un chilometro, e alla fine ha trovato quel che cercava — in una farmacia di una via traversa che neanche conosceva. In un’altra occasione, Carmen aveva voglia di comprarsi qualcosa di diverso dal solito panino che si portava per pranzare, e abbiamo trovato — sempre con iPhone — una pizzeria take away nei paraggi con buoni prezzi e buon cibo.

Altro aspetto che mi ha positivamente sorpreso di iPhone è stata la durata della batteria. Non so se sono stato particolarmente fortunato nell’acquisto, o se è dovuto alla buona manutenzione della batteria (come consigliato nel manuale, di tanto in tanto lascio che si scarichi completamente, fino a che iPhone si spegne da solo, e poi eseguo una carica completa), ma iPhone, anche nei giorni di uso molto intenso, sembrava non scaricarsi mai, e una carica mi durava almeno 48 ore, senza spegnere iPhone durante la notte (a volte ero stanco, mi addormentavo e lo lasciavo in stop). Con uso molto intenso mi riferisco a molta navigazione Web via 3G, ascolto continuato di musica (spesso mentre navigavo), uso di applicazioni che consumano risorse (Google Maps, il gioco degli scacchi, altri rompicapi, ecc.), ricerca e visione di svariati video di YouTube, messaggi di testo e telefonate (poche ma buone), lettura di e‑book.

Avevo con me anche il Newton MessagePad 2100 perché volevo approfittare della degenza per ultimare alcuni appunti per una prossima raccolta di poesie. Complice anche un’interessante discussione su NewtonTalk, non ho potuto fare a meno di riflettere sui due dispositivi, sui loro usi, e se iPhone / iPod touch siano o meno il “Newton del XXI secolo”. Certamente iPhone non sostituisce il Newton; iPhone è meglio di Newton in molti aspetti, se non altro perché racchiude tecnologie più moderne (in fin dei conti tra MessagePad 2100 e iPhone ci sono 10 anni — che in informatica equivalgono a un’èra geologica). iPhone può anche essere ‘erede’ di Newton nel senso che rispecchia in maniera più attuale ciò che Assistente Personale Digitale significa oggi. Esistono tuttavia alcune funzionalità per le quali il Newton rimane superiore, per ora, a iPhone. Riconoscimento della scrittura, interoperabilità delle applicazioni, utilità di terze parti che sopperiscono a carenze del sistema e ‘ci costruiscono sopra’, per così dire; e infine la gestione dei contenuti creati. Ed è a questo punto che, seguendo la discussione su NewtonTalk, mi è venuta una piccola epifania che possa spiegare in modo chiaro e sintetico la differenza che iPhone e Newton presentano a livello di DNA: Newton è un dispositivo per la creazione di contenuti, mentre iPhone / iPod touch sono dispositivi per la consultazione dei contenuti.

Se riflettiamo su questa distinzione base possiamo meglio comprendere certi punti forti e deboli di entrambi i dispositivi, in primis quanto sia facile creare note e documenti (di testo, di calcolo, di disegno) sul Newton e quanto, in proporzione, sia difficile fare la stessa cosa su iPhone. Inoltre sul Newton tutto è incentrato sul documento e sul dato: si crea una nota, o due pagine di testo, o un appuntamento in agenda, o un compito da svolgere, e partendo da lì, con un semplice menu a discesa, è possibile gestire l’informazione nei modi più vari: spedirla per email, archiviarla in una memoria flash esterna, inviarla a un altro Newton via infrarossi, duplicarla, cancellarla, e così via. Su iPhone questo tipo di interoperabilità è un po’ più limitato (si può inviare via email un’immagine, un link, una posizione sulla mappa; si può selezionare un contatto e decidere se chiamarlo o inviargli un SMS; e simili).

Ma come dispositivo per la consultazione e fruizione di contenuti, iPhone / iPod touch è imbattibile e, per svolgere tale compito, dispone dell’interfaccia migliore in circolazione. In quest’ottica ha senso optare per il multi-touch invece di usare uno stilo; ha senso creare applicazioni che facciano bene una cosa in particolare (come l’applicazione YouTube); ha senso privilegiare la manipolazione semplicissima di dati e contenuti già pronti invece di complicare l’interfaccia utente cercando di farle svolgere compiti al limite dell’usabilità (ossia raffinatezze che sarebbero meglio gestite con un dispositivo di puntamento diverso rispetto al dito, come appunto uno stilo).

Certo, c’è chi tuttora vede un Assistente Personale Digitale come un dispositivo che innanzi tutto crei dei contenuti, e cercando di applicare tale concetto all’iPhone non potrà che rimanere deluso da quel che iPhone offre. Meglio, in questo caso, rivolgersi altrove. iPhone non è un dispositivo perfetto e possiede tutta una serie di limitazioni: il trucco è comprenderne la natura. Se le proprie esigenze vertono più sulla rapida, semplice e potente consultazione dei contenuti, allora iPhone sarà — come lo è stato per me in ospedale, e come lo è per me tutti i giorni — un ‘assistente’ inseparabile.

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