Leopard: diario di bordo (2)

Mele e appunti

Leopard sul mio PowerBook continua più stabile che mai. Devo solo capire perché adesso il portatile non mi va più in stop da solo, ma forse è dovuto al fatto che a volte non smonto i volumi condivisi. In ogni caso è un non-problema: per adesso continuo a esplorare le novità di Leopard, mettendo io a nanna il PowerBook quando è ora.

Quick Look: mai più senza. La comodità di avere un’anteprima di (quasi) tutto nel Finder è incredibile. Esempio: ad alcune persone non piace come iTunes gestisce la musica. Mi sono sentito dire: ma se voglio semplicemente ascoltare dei brani che ho su una chiavetta USB o che ho in un CD MP3, perché iTunes non me li riproduce e basta, senza per forza copiarseli/importarseli nella libreria? Con Quick Look il problema è risolto: si apre la cartella dove risiede il brano o i brani che si vogliono ascoltare, si seleziona il file, lo si apre in Quick Look (barra spazio) e il file viene riprodotto. Non è necessario aprire iTunes. Questa funzione mi è tornata comoda ieri, facendo un passaggio su delle cartelle MP3 che avevo su un vecchio disco rigido esterno. C’erano un paio di cartelle con dei file MP3 dai nomi astrusi (forse perché recuperati da un’errata cancellazione con qualche vecchia utility di Mac OS 9). Aperte nel Finder, esaminate con Quick Look, e con pochi tocchi di barra spazio sapevo di che musica si trattasse. Comodo.

Acquisizione Immagine rientra in gioco. La povera applicazione, forse messa un po’ in disparte (in Tiger non l’ho mai aperta), ha fra l’altro una nuova funzione interessante e dalle molte potenzialità: la condivisione dei dispositivi e il controllo remoto di una fotocamera collegata al Mac. Quel che mi piace di questa funzionalità non è tanto il fine, quanto la semplicità delle impostazioni e il funzionamento immediato in pieno stile Macintosh. Si collega la fotocamera via USB (sulla mia Nikon ho prima impostato “PTP” e non “Mass Storage” nel menu dell’interfaccia USB: questo permette il controllo pieno della fotocamera). Si apre Acquisizione Immagine (apritelo manualmente se non è impostato per aprirsi da solo). Scegliere Dispositivi > Ricerca dispositivi, e fare clic sul pulsante Condivisione. Selezionare “Condividi i miei dispositivi”, indicare la fotocamera, infine spuntare la casella Attiva Condivisione Web. Sotto Attiva Condivisione Web comparirà brevemente un URL (es. http://10.0.2.1:5100). Annotarsi l’URL. Su un altro Mac o PC in rete, aprire un browser e inserire quell’URL. Comparirà una pagina Web da cui controllare la fotocamera. L’interfaccia ricorda vagamente la vecchia pagina Web della cartella pubblica dell’iDisk. Vi sono due sezioni: Browser immagine, da cui si possono scattare foto per poi eventualmente scaricarle; mentre in Monitor remoto la fotocamera può acquisire immagini a intervalli regolari personalizzabili dall’utente (il valore di default è una foto ogni 60 secondi). Il tutto è semplice, pulito, e funziona. Le istruzioni sono nell’aiuto di Acquisizione Immagine, basta cercare “Visualizzare in Internet la stanza in cui è installato il computer” (che in effetti è un possibile utilizzo di questa funzionalità).

Condivisione Schermo. Altra feature carina e pratica, che non guasta avere di serie. Per chi non ha bisogno di tutte le funzioni di Apple Remote Desktop 3, Condivisione Schermo è più che sufficiente. Anzi, lo trovo più scattante e reattivo del mio Remote Desktop 2. La condivisione schermo è accessibile da una qualsiasi finestra Finder: si fa clic sul Mac condiviso che appare nella barra laterale sotto CONDIVISI, quindi si preme il pulsante Condividi Schermo che appare sotto la barra strumenti della finestra. Si inserisce la password per accedere al Mac condiviso e voilà. La cosa che più mi piace è che la finestra in cui appare lo schermo del Mac condiviso è ridimensionabile; in altre parole, la risoluzione dello schermo condiviso è indipendente da quella del Mac “controllore”. Anche quando si rimpicciolisce di molto la finestra è possibile continuare a controllare il Mac remoto.

Il piccolo mistero della barra dei menu traslucida. Nel post precedente ho dichiarato che la barra dei menu non è trasparente, pensando in buona fede che gli ingegneri di Cupertino avessero introdotto un’altra modifica dell’ultimo minuto (come è avvenuto per il Dock in 2D se disposto lateralmente). Però, leggendo vari resoconti e impressioni post-Leopard nel Web, mi sono accorto che molti continuano a menzionare la semitrasparenza della barra menu fra le piccole innovazioni irritanti di Leopard. Perplesso, ho scritto al buon John Gruber, chiedendogli un parere in merito e suggerendo un mio sospetto: forse sono le limitate capacità video (32 MB VRAM) del mio PowerBook G4 a non poter visualizzare l’effetto di semitrasparenza della barra dei menu, e Gruber mi ha risposto che è anche quel che pensa lui. Pare infatti che abbia ricevuto altre email da utenti di iBook G4 che gli hanno presentato la stessa questione. Solo che non sono del tutto convinto. Gruber mi chiede infatti: “Quando attivi un nuovo widget in Dashboard, vedi l’effetto splash?”. Certo che lo vedo, quindi, se il mio PB è in grado di visualizzare quello, dovrebbe anche poter visualizzare la barra menu semitrasparente. Non che io la voglia così a tutti i costi. La mia barra dei menu è opaca e ben visibile, e anch’io trovo che il renderla traslucida sia stato un altro dei discutibili, immotivati ritocchi grafici perpetrati da Apple.

Buone letture. Leggete, leggete, leggete l’articolone di John Siracusa su Ars Technica. È lungo 17 pagine Web, è in inglese, è a tratti un po’ ostico quando si addentra nelle novità di Leopard “sotto il cofano”, ma vale la pena. Siracusa scrive in maniera eccellente, è ben informato ed equilibrato nello sviscerare pregi e svarioni nella sua analisi di Leopard. Se ho tempo (ah ah ah) gli chiederò il permesso di tradurlo in italiano e di pubblicarlo qui.

Per oggi non mi sovviene altro.

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