Il futuro dell’educazione: mezzi e persone

Mele e appunti

Non c’è evento Apple, ultimamente, che non porti qualche bella discussione insieme alle novità. L’Apple Education Event, tenuto al museo Guggenheim di New York lo scorso 19 gennaio non fa eccezione (Qui il video del keynote). Altre situazioni nella sfera personale mi hanno impedito di seguire con attenzione le reazioni sui blog e siti che leggo quotidianamente, ma quel poco che ho letto sembra soffermarsi più che altro su questioni tecniche (i formati prodotti da iBooks Author, i termini e condizioni della licenza d’uso apparentemente assai restrittivi, ecc.). Io vorrei invece condividere alcune note più generali riguardanti l’impatto dei libri di testo elettronici, l’iPad come strumento di apprendimento, l’ ”imparare divertendosi” e via di questo passo.

Anzitutto, i particolari che mi hanno colpito positivamente: è inutile negare la praticità di un libro di testo elettronico rispetto all’equivalente cartaceo. Avrò sempre una predilezione per i libri di carta, ma in un contesto scolastico la possibilità di avere tutti i libri di testo in un solo dispositivo invece di doversi portare chili di materiale nello zaino è un vantaggio immenso. Mentre per la lettura di romanzi e di certi manuali non m’importa avere con me un tomo di 800 pagine, ricordo ancora come ai tempi del liceo dovevo portarmi appresso svariati libri di centinaia di pagine, per poi doverne leggere 10–15 durante la lezione. Per non parlare di strumenti di supporto, come i dizionari di inglese e latino, così voluminosi che si portavano sottobraccio o in una seconda borsa perché lo zaino ormai era al limite della capacità. 

Invece, con un libro di testo elettronico su iPad, come è stato dimostrato nell’evento Apple, basta toccare un termine per averne la definizione in linea, ed effettuare ricerche attraverso l’intero testo diventa un’operazione rapida ed efficace. Il risparmio di tempo, in questi casi, aiuta senz’altro a non perdere di vista ciò che si sta studiando.

Durante l’evento è stata anche mostrata la semplicità con cui si possono sottolineare e annotare i testi scolastici elettronici. Qui bisogna vedere se per lo studente sono sistemi efficaci quanto sottolineare un libro fisico e prendere appunti su un blocco o quaderno. Io trovo che interagire con gli oggetti fisici mi aiuta molto di più a ricordare i concetti e a seguire percorsi logici, ma potrebbe essere semplicemente una questione di abitudine legata al modo con cui ho imparato a studiare, pertanto sospendo il giudizio.

Dal punto di vista di uno che, nel suo piccolo, ha curato e contribuito a realizzare il prodotto libro, l’aspetto di iBooks Author che più mi ha entusiasmato è la creazione dei glossari: facile, davvero utile e un enorme risparmio di tempo. Chi, come me, si è ritrovato in passato a dover creare glossari a mano, non potrà che concordare.

D’altra parte, mentre osservavo il video dell’evento, ho avuto un’istintiva reazione di rigetto a quel che sembra essere stato presentato come ‘il miracolo iPad’. Mi sbaglierò, ma ho avuto la fastidiosa sensazione che la combinazione iPad + libri di testo elettronici siano stati introdotti come se fossero la manna dal cielo che salverà il mondo dell’educazione e l’industria delle pubblicazioni del settore educativo. Come se fossero quell’ingrediente segreto che spingerà milioni di ragazzi, altrimenti svogliati e fannulloni, ad avere un rinnovato interesse per l’educazione. Come se fossero la panacea che curerà i molti mali della scuola.

Secondo me il divertimento nell’apprendimento non è qualcosa che può scaturire esclusivamente dal mezzo, dagli strumenti dell’apprendere. Non basta il libro di testo trasformato in giochino interattivo — quel che spinge a voler apprendere di più, quel che alleggerisce il processo di apprendimento si trova soprattutto nel metodo di insegnamento, nella capacità dell’insegnante di mostrare perché quel che sta spiegando serve agli studenti. Si trasmette la potenza della conoscenza spiegando l’utilità pratica dei concetti introdotti, dimostrando che le nozioni impartite agli studenti non sono semplici blocchi di informazioni da assimilare perché lo impone un programma o perché sono informazioni fini a se stesse che ‘vanno sapute’. La bellezza dell’apprendere sta nella rivelazione dei nessi: da come si legano le leggi della termodinamica alla vita quotidiana, all’analisi dello stile di un determinato poeta o scrittore. Avere il libro di testo elettronico e interattivo è sicuramente utile, ma non dev’essere l’unica stampella su cui appoggiare tutto il processo educativo, come in parte mi è sembrato di percepire durante l’evento Apple.

Il libro di testo elettronico e interattivo è un complemento ottimo e idealmente efficace, che sono certo aiuterà a stimolare la curiosità negli studenti, ma non bisogna sottovalutare né tralasciare l’anello più importante e significativo che è l’insegnante. Non basta riempire le scuole di iPad: occorre formare insegnanti in maniera appropriata, fornendo loro strumenti adeguati che possano aiutarli nel loro mestiere sempre più complesso. Strumenti che non si limitano all’iPad in classe. La classe docente deve essere rivalutata, deve essere opportunamente aggiornata sia su ciò che bisogna insegnare, sia soprattutto sui metodi per farlo. 

Quando un insegnante sa trasmettere la bellezza della sua materia, quando spiega facendo trapelare la passione per ciò che sta insegnando, contagiando gli studenti e spingendoli ad approfondire i concetti, allora non importa se gli strumenti in dotazione alla classe sono libri interattivi o un fascio di fotocopie in bianco e nero, a vincere sarà l’educazione e la conoscenza, non (soltanto) il mercato dell’editoria o un’azienda che costruisce dispositivi elettronici.

The Author

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