Goloso di browser

Mele e appunti

Mi fa sempre piacere sapere dell’esistenza di nuovi browser da provare, a prescindere dal loro stato di sviluppo. Ed è interessante notare come, malgrado la presenza di grandi nomi e di prodotti completi (Safari, Firefox, Camino, Opera, OmniWeb…), ci siano sempre degli sviluppatori impegnati a sfornare nuove idee e approcci. Senza dubbio negli ultimi tempi a ridare l’impulso verso questa strada è stato il team di ingegneri di Google, con l’ambizioso progetto di Chrome.

Stainless

Purtroppo chi usa Mac dovrà attendere un po’ prima di poter provare Chromium (o come caspita sarà il nome finale di Google Chrome per Mac). Nel frattempo mi sto baloccando con Stainless, di Mesa Dynamics, LLC, già autori di Hypercube (un programma che serve a esportare widget Web e contenuti video e flash dal browser alla scrivania). Come scritto nella pagina principale, Stainless è al momento nulla più che una technology demo, ossia un progetto destinato a rimanere in fase sperimentale. Da Chrome prende l’idea del multi-processing (ogni pannello aperto nel browser è un processo separato dagli altri, e in caso di crash è solo il pannello a chiudersi senza compromettere l’intero browser), anche se viene implementata in maniera meno complessa:

Secondo la pagina di status di Chromium per OS X, la versione Mac di Chrome utilizzerà una bitmap renderizzata da WebCore che verrà passata dal browser ai processi di rendering. La strategia da noi impiegata in Hypercube (e ora in Stainless) è molto meno ambiziosa, ma molto più semplice da implementare, e per questo possiamo renderla disponibile adesso (spiacenti, ma Stainless funziona solo sotto Leopard).

Stainless è un browser dall’interfaccia estremamente spartana e povero di funzionalità. Non esiste alcuna gestione dei bookmark, non si possono gestire i font o il testo, non è possibile vedere il sorgente di una pagina Web, né viene offerto il grado di complessità delle preferenze dei ‘grandi’ browser. Al momento Stainless offre una navigazione a pannelli (che possono essere trascinati e scambiati di posto), una barra indirizzi e di ricerca unificata (come in Chrome), e una modalità di navigazione privata. Non è molto, ma il poco che fa lo fa bene. È un browser leggerissimo, sia dal punto di vista dello spazio occupato dall’applicazione stessa (meno di 750 KB — un record viste le dimensioni medie dei programmi di oggi), sia per quanto riguarda l’impatto sulla CPU (con 5 pannelli aperti, Monitoraggio Attività mi informa che Stainless arriva allo 0,6% delle risorse processore). È un browser stabile e — ma questa potrebbe essere una percezione tutta mia — molto veloce. Il motore di rendering è WebKit come Safari, ma mi sembra più rapido a caricare certe pagine rispetto a Safari 4 Developer Preview, che a sua volta mi pare un poco più veloce di Safari 3.

Cruz

Fresco fresco (è alla versione 0.1) arriva Cruz, sviluppato da Todd Ditchendorf, già autore di Fluid, un’utility per creare applicazioni stand-alone (o meglio SSB, Site-Specific Browser) da applicazioni Web. (Peraltro, la prossima versione di Safari dovrebbe incorporare questa funzionalità: ne parlo in questo post).

Cruz è un prodotto molto più ricco di Stainless e sicuramente più ambizioso. Come recita la pagina principale del sito, Cruz offre svariate funzioni interessanti: un’architettura aperta per i plug-in, scorciatoie da tastiera globali, funzioni di scripting, navigazione a pieno schermo (una delle migliori implementazioni di questa funzione, a mio avviso), la possibilità di vedere tutte le immagini di un sito in vista CoverFlow, e soprattutto una gestione eccellente delle barre laterali, che sono totalmente configurabili ed essenzialmente dei browser-nel-browser. Sempre basato su WebKit, Cruz è un browser veloce e performante, e lo sto usando moltissimo in questi giorni perché quella delle barre laterali è una comodità pazzesca.

In sostanza, Cruz è dotato di plug-in (chiamati Browsa) che permettono di dividere la finestra principale in più aree navigabili indipendentemente. Con un po’ di accortezza, e sfruttando la possibilità di specificare diverse identità del browser in ogni settore, diventa molto facile e comodo tenere d’occhio altri siti mentre si continua a navigare nell’area principale (ovviamente se si dispone di un monitor adeguato). Io lo uso così:

 

Cruz con i pannelli laterali abilitati

Cruz con i pannelli laterali abilitati

 

 

In pratica, ho istruito Cruz affinché apra il pannello a sinistra tenendo come pagina predefinita Twitter, ma fingendosi un iPhone (User Agent: MobileSafari 1.1.3), quindi caricando la versione mobile di Twitter, che occupa molto meno spazio. Stesso discorso per il pannello di destra, che si apre sulla versione mobile di Flickr, così posso tenere sott’occhio l’attività su Twitter e Flickr. Sono due esempi banali: invece di questi siti, si potrebbero impostare eBay e le notizie della BBC, o Facebook, o qualunque altra cosa. È come avere tre browser in uno. Se si ha un monitor da 17 pollici in su (meglio se widescreen), ribadisco, è proprio comodo.

Anche Cruz mi ha stupito per la sua stabilità e maturità, per essere solo alla versione 0.1. Ditchendorf ha fatto un ottimo lavoro, e i tre video esplicativi aiutano a comprendere alcune delle caratteristiche del browser (occhio: bisogna sapere l’inglese, in più Ditchendorf è piuttosto veloce nelle dimostrazioni). Per chi ha bisogno di ‘ubiquità’ quando naviga, Cruz è forse il browser meglio implementato allo scopo. Ah, e naturalmente è gratuito.

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