Un Apple netbook -- ha senso?

Mele e appunti

La notizia dell’ultimo rumour riguardante la possibile apparizione di un ‘netbook’ marcato Apple nei prossimi mesi mi era sfuggita, ma l’ho ricuperata leggendola sul blog di Enrico. Sarei curioso di sapere da dove Gene Munster abbia tirato fuori la sua ‘previsione’, secondo cui Apple introdurrà in primavera un mini-portatile con schermo da 11 pollici e prezzo nella fascia degli 800‑1000 dollari, una sorta di Air più Air del MacBook Air, insomma.

Rimango cocciutamente resistente a questo tipo di voce di corridoio, che altro non è che una versione rimasticata dell’altro famoso rumour, quello che vorrebbe a ogni Macworld Expo e a ogni evento Apple degli ultimi dieci anni la famigerata presentazione del ‘Mac Tablet’, il Sacro Graal dell’immaginario collettivo degli utenti e simpatizzanti Apple.

Potrei prendere una colossale cantonata — e sarei il primo a essere felice di sbagliarmi, mi fa sempre piacere vedere Apple sfornare novità formidabili esteticamente e tecnologicamente — ma continuo a pensare che un netbook Apple (una sorta di mini-portatile nello stile dell’ormai notissimo Asus Eee PC) non abbia molto senso, almeno per ora. Quel che sta dietro alla mia convinzione sono argomentazioni di buonsenso basate sul ‘Cosa’ e sul ‘Perché’.

Il Cosa

Ecco, cerchiamo di immaginare come potrebbe essere questo fantomatico netbook Apple. Un portatile di dimensioni ridotte? Un mini-MacBook con una tastierina compressa, con uno schermo da una decina di pollici, con un processore sottopotenziato per evitare surriscaldamenti e consumi eccessivi, un aggeggio magari in policarbonato come il MacBook bianco per contenere i costi, leggero e più portatile di un portatile? Osserviamo la famiglia di prodotti portatili che Apple offre oggi:

  • MacBook bianco — modello entry-level da 949 Euro
  • MacBook in alluminio unibody in due varianti, una da 1.199 l’altra da 1.499 Euro
  • MacBook Air — a partire da 1.699 Euro
  • MacBook Pro in alluminio unibody — a partire da 1.799 Euro

Aggiungiamoci anche l’iPod touch — a partire da 219 Euro.

Ora, visto che Jobs stesso ha dichiarato che Apple ha degli standard qualitativi tali che non le permettono di costruire un computer da 500 dollari (alla conferenza per discutere i Risultati Finanziari del Quarto Trimestre dell’Anno Fiscale 2008 di Apple, le parole di Jobs furono: Non sappiamo come realizzare un computer da 500 dollari che non sia un ammasso di ferraglia, e il nostro DNA non ci permetterà di produrre un simile coso) mi sembra ragionevole credere che se Apple producesse un netbook, dovrebbe costare almeno 800 dollari, come dice anche Gene Munster. Andiamo quindi a posizionare un mini-portatile da 800 Euro nel già affollato parco laptop Apple e mettiamolo un po’ prima del MacBook bianco. Ditemi voi se avrebbe senso introdurre un netbook che costerebbe 150 Euro meno di un portatile capace e onesto come il MacBook bianco, che ha un buon processore, delle capacità grafiche non eccelse ma rispettabili, che ha una tastiera di dimensioni usabili, che è sufficientemente portatile e che riveste perfettamente il ruolo di ‘macchina da guerra’ da portare on the road. E ha tutte le porte, FireWire compresa. E ha il SuperDrive.

Poi esiste un’altra corrente di pensiero: quelli che opinano che il prossimo, mitico netbook Apple non abbia una tastiera fisica, ma che sia una sorta di grosso iPhone o iPod touch, con la stessa tecnologia e la stessa versione ‘mobile’ di OS X. Che vantaggi avrebbe rispetto a un iPod touch? Lo schermo più grande, una tastiera virtuale più grande e, forse, una memoria flash più capace. Un dispositivo del genere offrirebbe sostanzialmente le stesse cose di un iPhone/iPod touch, solo che lo schermo più grande permetterebbe una maggiore leggibilità dei documenti (gli eBook in special modo) e forse una maggiore comodità di scrittura (tasti virtuali più grandi). Insomma, tutto più comodo e fantastico, no? Beh, no, non è detto.

Passi la maggiore leggibilità data da uno schermo con la densità di quello di iPhone ma grande tre volte tanto, tuttavia bisogna tenere presente che le dimensioni maggiorate potrebbero incidere a sfavore dell’usabilità dell’interfaccia multi-touch. Pensiamo a gestualità come il pizzicare un’immagine o una porzione di testo per ingrandire, ruotare, rimpicciolire: ha senso se la superficie su cui agiamo è sufficientemente ridotta da consentire un gesto comodo con il pollice e l’indice di una mano. All’aumentare delle dimensioni della superficie da toccare, le gestualità diventano più faticose e meno intuitive. Se pensiamo ad altri esempi della vita quotidiana in cui abbiamo a che fare con schermi touch-screen di grosse dimensioni (sportelli bancomat, punti di informazione interattivi), vediamo come l’interazione con l’utente sia limitata alla pressione di tasti e null’altro. Questo perché è faticoso e poco intuitivo offrire un’interfaccia in cui l’utente sia costretto a trascinare puntatori tenendo il dito o le dita sullo schermo. Discorso analogo per la tastiera virtuale: sarebbe più grande di quella di iPhone, e si è portati a credere che questo sia automaticamente più comodo. Il problema è impugnare il dispositivo mentre si scrive. Con iPhone, la tastiera è sì piccola (specie in posizione verticale), ma è possibile impugnare saldamente iPhone con l’altra mano: questo offre un’indubbia stabilità e contribuisce indirettamente alla praticità di scrittura. Un fantomatico netbook fatto come un grosso iPhone, come lo si regge mentre si scrive? Con uno schermo da 9 pollici, mettiamo, diventerebbe scomodo da sostenere con una mano mentre si scrive con l’altra, perché il dispositivo sarebbe troppo grosso e meno maneggevole. Si dovrebbe poterlo appoggiare in grembo, ma sarebbe troppo piccolo. La condizione migliore sarebbe su un piano di appoggio come un tavolo, per scrivere comodamente con due mani, ma la portabilità andrebbe a farsi benedire, per non parlare di quanto sarebbe scomodo non poter inclinare il dispositivo e scrivere tenendolo piatto sulla superficie di appoggio. E questa è solo la punta dell’iceberg delle problematiche legate al ripensamento di un’interfaccia utente che non potrebbe essere identica a quella di iPhone per ragioni squisitamente strutturali.

Riassumendo: se ipotizziamo un netbook Apple come mini-portatile, il problema sarebbe il posizionamento nella linea attuale di prodotti, e avremmo un dispositivo che per questioni di prezzo e funzionalità non farebbe altro che spingere le vendite dei MacBook, perché risulterebbero troppo convenienti e uscirebbero sempre vincenti dal confronto diretto con il netbook. L’utente Mac preferisce spendere un po’ di più per avere di più, fatto confermato dalla recente notizia secondo cui Apple starebbe vendendo più MacBook unibody rispetto ai MacBook bianchi, malgrado gli unibody costino di più.

Se ipotizziamo un netbook Apple come ‘maxi-iPod-touch’, il problema sarebbe di nuovo il posizionamento nella linea di prodotti portatili. Avremmo un dispositivo che per questioni di prezzo e funzionalità non farebbe altro che orientare la gente più verso iPhone e iPod touch — se abbiamo un dispositivo che sostanzialmente fa quello che fa un iPod touch, meglio il touch, che almeno sta nel taschino.

Il Perché

Perché Apple dovrebbe produrre un netbook? Un netbook nasce essenzialmente come computer ultra-portatile ideale per una leggera navigazione Web, per la posta elettronica, la semplice gestione di qualche documento e delle foto, ma proprio le ridotte dimensioni di schermo e tastiera, unite alla ridotta potenza del processore, lo rendono inadatto a compiti più complessi e strutturati (non che non siano fattibili, ma a scapito di comodità, praticità e velocità).

Sempre alla conferenza sui risultati finanziari di Apple nel quarto trimestre, Jobs, interpellato direttamente sul tema netbook, ha detto:

Per quanto riguarda la categoria dei NetBook, si tratta di una categoria nascente. A quanto ci è dato vedere, non ci sembra che se ne stiano vendendo in grandi quantità. Se vogliamo, uno dei nostri partecipanti in quella categoria è iPhone, almeno per quanto riguarda la navigazione Web, la gestione delle email, e tutte le altre cose che un NetBook permette di fare, più l’essere collegati alla rete cellulare ovunque ci si trovi — iPhone è un’ottima soluzione in questo senso, e in più sta nel taschino. Ma aspetteremo di vedere come si evolve questa categoria nascente, e abbiamo alcune idee decisamente interessanti da proporre in caso si evolva sul serio.

Insomma, c’è già iPhone a coprire una buona serie di funzionalità che offre un netbook. Un netbook, che lo si veda come mini-portatile o maxi-iPhone, a me sembra per il momento del tutto superfluo nella gamma di prodotti Apple. In qualsiasi posto vogliamo inserirlo, finirebbe per interferire con gli altri Mac da una parte e con la piattaforma iPhone dall’altra.

Da un punto di vista meramente strategico, inoltre, questo netbook Apple sarebbe piuttosto debole. Un utente Mac che già possiede un MacBook e un iPhone o iPod touch spenderebbe 800 Euro per un dispositivo che, in un modo o nell’altro, non farebbe nulla in più di quanto già non facciano il suo iPhone e il suo MacBook? E questo fantomatico netbook sarebbe efficace nel portare altri utenti PC verso la piattaforma Mac? Non molto, perché a 800 Euro non sarebbe una macchina competitiva nella categoria di mercato in cui si inserirebbe, visto che una delle caratteristiche principali di tale categoria è proprio l’economicità.

Apple avrebbe potuto inserirsi all’epoca del lancio del MacBook Air, invece ha prodotto il MacBook Air, che ha seguito un approccio completamente diverso per raggiungere la portabilità, e lo si è detto più volte. Invece di sacrificare le dimensioni dello schermo e della tastiera, per non parlare della qualità dei materiali, Apple ha scelto un compromesso differente, eliminando connessioni cablate ed eliminando zavorra, creando un computer unico nel suo genere, incentrato sul wireless, di potenza e prestazioni ragguardevoli considerati i limiti (e il MacBook Air rinnovato a ottobre è ancora meglio) e non sacrificando tastiera né schermo. Il risultato è un Mac molto portatile, molto leggero, molto robusto, e di ottima qualità.

Altro fattore da considerare è, se vogliamo, la cultura. Se posso dirlo fuori dai denti, il segmento dei netbook è stato creato dai costruttori di PC che non sapevano più cosa inventarsi per vendere i loro catorci di plastica. Come ha già fatto puntualmente notare John Gruber:

Gli altri produttori di computer lottano ferocemente fra loro puntando tutto sul prezzo perché è l’unico fattore sul quale possano differenziarsi. Pochi di loro si impegnano a creare computer migliori: la maggior parte di essi si limita ad avvolgere le schede madri con i processori Intel in involucri di scarsa qualità e tutt’altro che accattivanti (due fra le eccezioni più eminenti: Sony e Lenovo). Nessuno di essi è in grado di offrire software migliore, perché tutti vengono venduti con la stessa versione di Windows. Tutti sembrano per qualche motivo incapaci di produrre delle campagne pubblicitarie e del marketing ai livelli di Apple. E, fra quelli di loro che ci hanno provato, nessuno è stato in grado di indovinare la formula vincente per una catena di negozi dedicata. Il prezzo è tutto quel che rimane loro.

I netbook non hanno pressoché nulla di innovativo: i produttori di PC hanno puntato sulle dimensioni contenute per vendere prodotti mediocri (nel senso letterale del termine: né tremendamente schifosi, né qualitativamente eccelsi), e hanno avuto un tiepido successo di pubblico. Apple non ha bisogno di scendere a questo livello per vendere più hardware. Come ha detto Jobs, ci sono utenze e mercati ai quali Apple decide di non rivolgersi. E a quanto mi è dato vedere, va bene così. Apple non è nemmeno presente nel mercato delle console di videogiochi, per dire.

Detto questo…

…Si possono fare comunque delle ipotesi educate. Un interessante punto di ingresso di un possibile nuovo dispositivo portatile Apple può essere proprio quello attualmente occupato dal MacBook bianco. Se un domani Apple decidesse di toglierlo di mezzo come prodotto entry-level, ecco che si libererebbe una posizione assolutamente adatta a introdurre un portatile un po’ più economico del MacBook unibody e magari anche più piccolo. Malgrado l’introduzione dei nuovi MacBook in alluminio, il MacBook bianco non è uscito di scena, sebbene sia un prodotto che sembra ormai arrivato alla fine del suo ciclo di produzione. Io ho l’impressione che sia così per ‘tappare un buco’ momentaneo. Nel momento in cui avesse senso sfornare un mini-portatile, si toglie il MacBook bianco e… voilà.

Un’altra interessante possibilità (anche se più remota) sarebbe davvero un dispositivo come l’iPod touch ma più grande e con tecnologia multi-touch. E ci sarebbe anche un sistema per evitare che questo maxi-iPod touch andasse a interferire con iPhone e iPod touch, e cioè che Apple eliminasse iPod touch del tutto inserendo un prodotto multi-touch più grande di un iPhone ma più piccolo di un MacBook, come punto medio fra le due piattaforme. In questo modo chi vuole il touch-screen e la portabilità estrema sceglierebbe iPhone, chi vuole un portatile con grande schermo, tastiera di dimensioni normali, e prestazioni da computer da scrivania si prenderebbe un MacBook; e poi ci sarebbe questo dispositivo medio, ottimo per gli eBook, per il Web e la posta, ottimo per scrivere lettere e fogli di calcolo, per vedere foto, ecc. che sarebbe unico nel suo genere, non interferirebbe né con iPhone, né con i portatili, e avrebbe sicuramente quel misto di innovazione tecnologica e di design tali da permettergli di entrare nel mercato dei netbook e rivoluzionarlo in pieno stile Apple. Ma queste ovviamente sono tutte congetture: lasciamole agli analisti e ai siti di rumour, che sono dei professionisti…

The Author

Writer. Translator. Mac consultant. Enthusiast photographer. • If you like what I write, please consider supporting my writing by purchasing my short stories, Minigrooves or by making a donation. Thank you!

6 Comments

Comments are closed.