Cinquantaquattro viti, centootto tasti

Mele e appunti
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Non è un mostro meccanico, o forse sì. Se vi sembra arduo cambiare l’hard disk a uno dei nuovi Powerbook Aluminium, provate a disassemblare completamente una Apple Pro Keyboard su cui, per esempio, si è rovesciata una tazza di caffè zuccherato.

È stata un’impresa interessante. La tastiera funzionava a metà, e io avevo accettato la sfida di smontarla tutta, pulirla, e farla tornare completamente funzionante. Mi sono detto “Magari non ci riesco, ma sicuramente ci guadagnerò in esperienza”. Nella fase di smontaggio (e devo ringraziare questo sito e soprattutto questo) ho scoperto due cose interessanti: la prima è che per smontare completamente la tastiera bisogna fare i conti con una vite invisibile, perché nascosta dall’adesivo sul retro della tastiera; l’altra è che per raggiungere la delicata circuiteria (che andava ripulita dalla brodaglia appiccicosa), occorre svitare ben 36 viti, che unite alle 18 già levate, fanno appunto 54.

I tasti, dopo essere stati a bagno in acqua e alcool per due giorni, li ho puliti e asciugati uno a uno. Sono 108 (ecco l’altro numero del titolo), ed è stata un’esperienza di meditazione e pace zen.

L’avventura, conclusasi nelle prime ore di stamattina, non ha sortito gli effetti sperati. La tastiera (non) funziona come prima, ma è davvero bianca che più bianca non si può. Probabilmente terrò i tasti come pezzi di ricambio, e la tastiera diventerà una specie di base d’appoggio per il mio Powerbook, e posso sempre usarla come hub USB.

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