Fortune intervista Steve Jobs

Mele e appunti

Steve Jobs speaks out — FORTUNE: Estratti da una recente intervista con Steve Jobs. Sono d’accordissimo con Gruber: suddividere un articolo in 15 pagine mettendo due paragrafi per pagina è criminale. I miei passaggi preferiti:

[…] Perciò non puoi semplicemente chiedere alla gente quale sarebbe secondo loro la prossima Grande Innovazione. Come ben diceva Henry Ford: ‘Se avessi chiesto ai miei clienti che cosa volevano, mi avrebbero risposto: Un cavallo più veloce’.

(Dedicata a chi critica Apple dalla poltrona e vorrebbe che Apple facesse sempre come dice lui/lei).

Non facciamo ricerca di mercato. Non assumiamo consulenti. In questi ultimi 10 anni in Apple mi sono rivolto unicamente a una società di consulenza per analizzare la strategia di vendita al dettaglio della catena Gateway, per evitare di commettere gli stessi loro errori con il lancio dei nostri Apple Store.

(Questo frammento mi ha colpito, in quanto ho sempre dato per scontato che dietro alle mosse vincenti di Apple ci fosse quantomeno l’ausilio di società esperte in ricerca di mercato).

Apple potrebbe continuare senza di lui? Jobs risponde:

Alcuni dicono, ‘Oddio, se Jobs venisse investito da un autobus, Apple sarebbe nei guai’. Certo, non sarebbe una bella situazione, ma in Apple vi sono delle persone davvero capaci. E il consiglio direttivo avrebbe alcuni ottimi candidati fra cui scegliere un nuovo CEO. Il mio lavoro è portare tutto il team esecutivo a un livello sufficientemente elevato perché vi siano dei validi successori, e questo è ciò che cerco di fare.

Saper quando dire no è quasi più importante del sapere quando dire sì:

La gente crede che avere le idee chiare significhi dire sì al progetto sul quale occorre concentrarsi. Ma non è affatto così. Significa saper dire di no al centinaio di altre buone idee che si potrebbero realizzare. Bisogna saper scegliere attentamente.

Sul perché Apple non ha sviluppato un nuovo PDA:

Un giorno mi sono reso conto che il 90% delle persone che utilizzano un PDA si limitano a ricavare delle informazioni da esso quando si trovano fuori sede. Non lo usano per inserirvi dei dati. Molto presto saranno sufficienti i cellulari per fare questo, e di conseguenza il mercato dei PDA verrà ridotto a una frazione di quello attuale, e non sarà granché sostenibile. Quindi abbiamo deciso di non entrarci. Se lo avessimo fatto, non avremmo avuto le risorse per creare e sviluppare lo iPod. Probabilmente non ci sarebbe neanche passato per l’anticamera del cervello.

Sui vantaggi di possedere un sistema operativo:

Ci permette di innovare a un ritmo ben più veloce di quel che si avrebbe se dovessimo aspettare Microsoft, come fanno Dell, HP e tutti gli altri. Microsoft ha una propria tabella di marcia, e avrà le sue buone ragioni. Ma quanto ci è voluto a sviluppare Vista? Sette-otto anni? È difficile realizzare una funzionalità necessaria al tuo nuovo hardware se devi aspettare otto anni.

Sul saper cogliere l’ ”onda” tecnologica giusta:

Una delle nostre più grandi illuminazioni [anni fa] è stata questa: non entrare in nessun mercato di cui non possiedi o controlli la tecnologia principale, perché ti taglieranno la testa e te la serviranno su un piatto.

Ci siamo resi conto che per quasi tutti, se non forse tutti, i prossimi prodotti di elettronica di consumo, la tecnologia principale sarebbe stata il software. E con il software ce la siamo sempre cavata bene. Avremmo potuto realizzare il software del sistema operativo [di questi prodotti]. Avremmo potuto scrivere applicazioni per il Mac e anche per il PC, come iTunes. Avremmo potuto scrivere il software nel dispositivo, come nel caso di iPod e iPhone. […] Avremmo potuto scrivere tutti questi tipi di software diversi e farli funzionare e interagire in modo fluido. E uno si chiede: quale altra azienda può fare una cosa simile? La lista è molto corta. Il motivo per cui eravamo davvero elettrizzati per l’iPhone (a parte il fatto che tutti odiavamo i nostri cellulari) era che non vedevamo nessun’altra compagnia in grado di apportare quel genere di contributo. Il software non è il punto forte di nessuno dei costruttori di telefoni cellulari.

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