I nuovi portatili di Apple: riflessioni dopo l'evento

Mele e appunti

Nei ‘bar tecnologici’ il dibattito impazza. Le dinamiche ormai sono sempre quelle. Si guarda cosa manca ai prodotti presentati — mai a quel che c’è. Si stila un elenco di cose che “Apple dovrebbe fare” per essere “veramente innovativa” — in altre parole: Apple non ha presentato quel che volevo io e non ha fatto come dicevo io, quindi pollice verso. Suppongo persino vi sia qualcuno pronto a sostenere che con l’evento di ieri Apple non abbia presentato granché di nuovo.

I fatti:

  • Nuovo MacBook Pro da 15 pollici. Nuovo MacBook da 13 pollici.
  • Nuovo case in alluminio, detto unibody perché ora la parte superiore del portatile e la cornice laterale della scocca sono un pezzo unico. Questo nuovo processo di manifattura garantisce una maggiore resistenza e leggerezza generale.
  • Nuove schede grafiche per tutti: MacBook e MacBook Air abbandonano il modello a chip integrato Intel (GMA) a favore di una Nvidia GeForce 9400M dalle prestazioni indubbiamente superiori. In più, il nuovo MacBook Pro, oltre ad avere la GeForce 9400M, presenta anche una Nvidia GeForce 9600M GT (256 MB di RAM video per il modello a 2,4 GHz, e 512 MB di RAM video per il modello a 2,53 GHz).
  • La ragione della presenza di due schede grafiche nei MacBook Pro è che è possibile passare da una all’altra per ottimizzare il consumo della batteria. La 9400 è indicata per l’utilizzo on the road, perché consuma meno, mentre la 9600 offre prestazioni superiori ma consuma di più — meglio usarla quando si collega il portatile alla corrente.
  • Nuovo trackpad, più grande (stesse dimensioni di quello del MacBook Air), in vetro, senza pulsante fisico, con tecnologia multi-touch.
  • Sparisce la porta FireWire 400 dai MacBook e dai MacBook Pro. I nuovi MacBook non hanno più alcun tipo di FireWire, mentre i MacBook Pro hanno ora solo una FireWire 800 (poi volendo esistono degli adattatori FW400/FW800; poi volendo si può utilizzare una scheda ExpressCard/34 per sopperire alla/e porta/e mancante/i).
  • Oltre ai portatili, viene introdotto un nuovo Cinema Display da 24 pollici, con tecnologia LED e iSight integrata, appositamente progettato per essere la naturale espansione di un MacBook/MacBook Pro, visto che offre 3 porte USB 2.0 autoalimentate sul retro, e soprattutto può caricare il portatile attraverso un cavo tripartito che dal monitor si collega al connettore MagSafe, alla porta video e a una porta USB del MacBook/MacBook Pro.
  • Anche il MacBook Air subisce una ‘rinfrescatina’: nuova scheda grafica Nvidia GeForce 9400M anche per lui, e tagli più capienti per la versione con disco rigido (che da 80 passa a 120 GB) e per la versione con memoria a stato solido (che da 64 passa a 128 GB).
  • Rimangono a listino: il vecchio MacBook bianco, che diventa modello entry-level a 949 Euro (Apple Store Italia) / 899 Euro (Apple Store Spagna); il MacBook Pro a 17 pollici, che è stato ‘rinfrescato’ nelle prestazioni ma non presenta le innovazioni strutturali dei nuovi MacBook Pro da 15 pollici e dei nuovi MacBook da 13 pollici; i vecchi Cinema Display (anche quello da 23 pollici), perché a parte i nuovi portatili, nessun altro Mac presenta i nuovi connettori video DisplayPort, per cui non sarebbe possibile collegare un vecchio Mac al nuovo Cinema Display da 24 pollici. (Apple però vende degli adattatori DisplayPort-DVI, rendendo possibile il collegamento dei nuovi portatili con i vecchi monitor).

 

C’è senza dubbio molta carne al fuoco. Le mie prime considerazioni disordinate:

1. Globalmente l’evento non mi ha deluso. Trovo che i cambiamenti apportati alla linea di portatili e l’introduzione di un nuovo monitor giustifichino la realizzazione di un appuntamento come quello di ieri per essere debitamente presentati. Due giorni fa sostenevo che, se Apple avesse semplicemente presentato un MacBook Pro appena ritoccato e un MacBook la cui sola novità sarebbe stato l’alluminio al posto della plastica, non avrebbe avuto molto senso creare un evento di questo tipo. Con ogni probabilità in molti stanno pensando che sia andata esattamente così, e che si ritrovino delusi dai nuovi portatili e dall’evento in generale. Come sempre accade, Apple non può soddisfare i palati di tutti, e alcune conseguenze alle novità introdotte ieri lasciano un lieve retrogusto amaro anche in me. Tuttavia sono dell’opinione che gli elementi positivi abbiano un peso superiore ai negativi. Vedrò di spiegarmi.

2. La scomparsa della porta FireWire 400 è un pugno allo stomaco; tuttavia, pur essendo una scelta drastica e forse prematura, non mi sembra completamente insensata. Le periferiche più comuni, per un computer di fascia consumer, sono stampanti, scanner e dischi rigidi esterni, la stragrande maggioranza dei quali ha un’interfaccia USB 2.0. Sul MacBook Pro, come scrivevo sopra, la FireWire 400 è ancora praticabile. L’impressione, comunque, è che nella fascia ‘pro’ Apple voglia spingere la FireWire 800, diffondendola come la 400 è andata diffondendosi finora. A ogni buon conto, se da un lato riesco a comprendere l’assenza di una porta FW 400 sui nuovi MacBook, ritengo ormai insufficienti due sole porte USB 2.0. Calcolando che la maggior parte degli utenti avrà sicuramente un disco esterno per il backup che va a occupare una delle due porte USB per la maggior parte del tempo, con una porta rimasta libera si rimane un po’ stretti. Io che uso il mio PowerBook G4 12 pollici quasi sempre in versione desktop, con disco esterno sempre connesso, ho da tempo dovuto ricorrere a tastiera esterna e mouse wireless per liberare l’altra porta USB, che mi rimane comunque stretta quando, per esempio, sto sincronizzando / ricaricando iPhone e magari devo inserire una chiavetta USB per copiare dei dati. Mi aspettavo quindi almeno tre porte USB sui nuovi MacBook.

3. Però, almeno per quanto mi riguarda, il vero pugno in faccia, l’unico neo che mi infastidisce davvero, è il constatare il progressivo abbandono degli schermi matte, cioè non riflettenti, a favore dei glossy. I nuovi MacBook Pro da 15 pollici sono disponibili solo glossy. Se si vuole lo schermo senza vetri e riflessi, l’ultima occasione sono i MacBook Pro da 17 pollici, che però sono privi di tutte le nuove funzionalità e novità costruttive dei portatili introdotti ieri. È un peccato, e per me quello dello schermo è un dettaglio importante. Appena ho visto i nuovi MacBook e MacBook Pro stavo già pensando a come indebitarmi per fare il grande salto, ma tutto quel glossy ha contribuito non poco a frenare il mio entusiasmo.

4. Preferenze personali a parte, ritengo che le novità ci siano, che siano passi avanti, e che forse alcune cose positive sono sottili e non immediatamente evidenti. Certi dettagli di design non sono secondari: il nuovo trackpad è interessante. A chi grida alla scomparsa del pulsante rispondo che anche il Mighty Mouse non ha un pulsante in senso stretto, eppure fa clic. Pur non avendo provato quel trackpad di persona, e limitandomi alle impressioni di chi lo ha provato, ho idea che il principio sia il medesimo, ovvero che pur non essendoci un pulsante visibile, tutto il trackpad faccia clic. Forse occorrerà qualche giorno per abituarsi, ma credo che la tecnologia multi-touch lo renderà un trackpad meno ‘passivo’ col tempo, perché sarà possibile (supposizione mia) aumentarne le funzionalità con semplici aggiornamenti software.

Mi piace che i MacBook e i MacBook Pro siano più sottili e resistenti grazie al nuovo ‘corpo unico’ in alluminio. Via l’odioso gancetto di chiusura, niente più feritoie sul davanti e sopra il display. Bella la linea dei portatili chiusi, che ora sembrano dei MacBook Air più spessi. Ottima l’idea di mettere l’indicatore di carica della batteria sul lato e non più sul fondo del computer. E ancora migliore il redesign del fondo. Ora si apre un pannello e si ha accesso facile e immediato alla batteria e al disco rigido, che si può togliere semplicemente svitando una vite. (In fondo a questo articolo di Macworld.com trovate delle immagini eloquenti). Adesso è un poco più difficile accedere alla RAM (ma non di tanto — fate sempre riferimento all’articolo di Macworld per le immagini). La ritengo comunque un’ottima scelta: preferisco avere rapido accesso al disco che non alla RAM e credo che in generale capiti più spesso di dover intervenire sul disco.

5. Una ‘novità’ che a mio parere è stata del tutto ignorata sono i prezzi. Molti sono delusi dal fatto che Apple non abbia presentato il portatile a basso costo (800 dollari). In realtà, se consideriamo le novità introdotte nei nuovi MacBook e MacBook Pro (scheda grafica migliore, schermo migliore, trackpad nuovo, processori più veloci, alluminio al posto della plastica, accesso facilitato al disco, dischi più capienti e RAM più veloce) e diamo un’occhiata ai prezzi di listino, vedremo che sono sostanzialmente gli stessi di prima. E allo stesso prezzo ci ritroviamo con macchine migliori. Il fatto che Apple sia sempre attenta al fattore prezzo è dimostrato dalla scelta di mantenere il MacBook bianco come modello entry-level, quando da un punto di vista strettamente limitato alla coerenza della linea di prodotti ci si sarebbe aspettata la totale scomparsa dei MacBook bianchi e neri. Ecco che, per chi non ha pressanti esigenze di ordine grafico e vuole un computer portatile decente e a buon prezzo, il MacBook bianco è una risposta azzeccata. E ha ancora la porta FireWire 400.

6. Osservando la famiglia dei portatili così com’è ora, mi pare ovvio che ci troviamo in una fase transitoria. È chiaro che la direzione di design è orientata al nero/alluminio a tutto campo: i nuovi portatili ereditano dagli iMac il bordo nero intorno allo schermo; il nuovo Cinema Display da 24 pollici sembra un iMac senza il computer. In quest’ottica, gli estremi della linea portatile — il MacBook bianco e il MacBook Pro da 17 pollici, che non hanno subìto variazioni estetiche — risaltano come mosche bianche, e prevedo che non dureranno molto così come sono. Forse ulteriori cambiamenti arriveranno dopo la sbornia natalizia. Non so perché Apple non abbia introdotto un MacBook Pro da 17 pollici fatto come il nuovo da 15. Forse vuole vedere come vengono accolti i nuovi prodotti, prima di cambiare radicalmente tutta la linea. O forse non era pronta a presentare ieri anche un MacBook Pro 17 pollici. Alcuni temono che sia destinato a scomparire, ma per me è una sciocchezza. Se mai potrebbe essere presentato più avanti, come modello dedicato espressamente ai professionisti più esigenti, magari incorporando le novità strutturali introdotte ieri, più qualche bonus da modello di punta, come l’opzione di avere un display non riflettente, o una nuova porta FireWire 1600 o 3200.

Intanto il brusio da Bar Sport a cui accennavo a inizio post si fa sentire. Chi voleva il Blu Ray come unità ottica, chi sognava il Mac Tablet (ancora?), o il piccolo Mac da 10 pollici… Sul Blu Ray Jobs è stato esplicito e ha detto che per adesso non ne vale la pena e non gli sembrava giusto far pesare sul consumatore l’inevitabile aumento di prezzo che avrebbe contraddistinto le nuove macchine. E probabilmente Jobs non considera la fascia dei cosiddetti netbook uno sbocco praticabile e meritevole di attenzione, per almeno due motivi: uno, Apple sarebbe una delle tante aziende a saltare sullo stesso treno, e ormai è troppo tardi per approfittarne; due, se il fenomeno dei netbook è destinato (come credo) a durare poco, Apple avrebbe investito troppo per un prodotto potenzialmente fallimentare; poi ci sarebbe il conflitto con la nascente piattaforma mobile di iPhone e iPod touch, che è una strada molto più fruttuosa da perseguire — in altre parole, è più facile che vedremo iPhone sempre più ‘espansi’ che Mac sempre più ‘ristretti’.

A conti fatti ritengo l’evento di ieri e le novità introdotte un passo significativo. Secondo me dopo il Macworld Expo di gennaio 2009 sarà anche più semplice vedere di preciso in quale direzione.

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