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Mele e appunti

Questa mattina scarico la posta, e nell’account Gmail che ho fornito in questo blog per i contatti in privato trovo due messaggi di natura diametralmente opposta.

Il primo è estremamente irritante, malgrado l’oggetto dell’email prometta bene: “Proposta di lavoro”. L’autore dell’email — un idiota che non merita nemmeno che lo chiami per nome — mi proporrebbe un lavoro di traduzione, anche abbastanza articolato, una sorta di pacchetto che comprende la traduzione di alcune pubblicazioni, la possibile versione in inglese di un piccolo software di accompagnamento, e una consulenza per verificare la correttezza della versione inglese del suo sitarello Web. Problemino (parola sua): l’eventuale pagamento avverrebbe in data da precisarsi e solo dopo l’approvazione del lavoro.

Notare, prego, la parola ‘eventuale’. Notare inoltre che, in altre parole, questo personaggio vuole che gli faccia il lavoro e, se gli piace, mi pagherà. Eventualmente. A babbo morto.

L’idiota allega al messaggio tre corposi file formato Word, per un totale di oltre 6 MB. Aperti i file, giusto per curiosità, scopro che sono un disastro di formattazione, che contengono immagini bitmap tanto scalettate quanto inutili e ingombranti, e che il materiale ricorda quelle newsletter amatoriali che iniziarono ad apparire con il boom del Desktop Publishing e che io facevo molto meglio e in maniera decisamente più professionale con un Macintosh SE alla fine del 1989.

Purtroppo l’idiota è rappresentativo di un campione umano che mi capita di incontrare da diverso tempo. Quelli che credono che solo il loro tempo abbia un valore e il mio no. Quelli che credono che occuparmi di traduzioni, di scrittura (anche) tecnica, e di consulenze (che in genere spaziano dalla risoluzione dei problemi su piattaforma Mac alla revisione di traduzioni altrui, fatte spessissimo con i piedi) sia un hobby, mica un ‘lavoro serio’ che porta a casa la pagnotta. La mia figura professionale sembra manchi di professionalità per queste persone, che probabilmente si immaginano un nerd che non fa altro che cazzeggiare davanti al computer tutto il giorno. Come se io ritenessi un rappresentante commerciale uno che non fa altro che cazzeggiare in macchina tutto il giorno. O un avvocato uno che cazzeggia tutto il giorno fra il suo studio, il bar ristorante giù all’angolo, col suo BlackBerry e quattro scartoffie sotto braccio.

Per quelli come l’idiota che mi ha scritto la mia professione vale così poco che, pur non sapendo fare il mio lavoro (altrimenti non si servirebbero di un traduttore), si permettono di ‘giudicarlo’ o ‘approvarlo’ prima di un ‘eventuale’ pagamento.

Se rispondo che dovrei far pagare anche il preventivo si mettono a ridere. Moltissime altre categorie di liberi professionisti lo fanno, che c’è di tanto strano? Eh, ma io mica sistemo tubazioni o impianti elettrici, mica rifaccio pavimenti, mica restauro appartamenti.

Il mio tempo vale né più né meno di quello di ogni altro professionista; e per fare quello che faccio il tempo è un grosso investimento, dato che è necessario che io sia sempre aggiornato, a livello di conoscenze e a livello di strumenti. Essere a disposizione per traduzioni tecniche, senza ulteriori specificazioni, significa potenzialmente lavorare a testi con linguaggi tecnici spesso molto diversi fra loro. Può capitare di tradurre un libro o parte di un volume su C# o Ajax o l’amministrazione delle reti, oppure di tradurre la manualistica di un impianto di riscaldamento industriale, oppure uno studio accademico su una malattia cerebrale, o un testo di architettura, e così via. In più cerco di ritagliare del tempo anche per il mantenimento della mia presenza in Internet, per i miei blog e progetti personali. In più devo ritagliare del tempo per la mia famiglia. In più devo poter dormire almeno cinque-sei ore per notte.

E secondo questo idiota dovrei accettare di lavorare praticamente gratis?

Scusate lo sfogo, solitamente il mio atteggiamento segue il famoso passaggio dantesco Non ragioniam di lor, ma guarda e passa, ma a volte i vasi si riempiono e arriva la proverbiale goccia a farli traboccare.

* * * * *

Il secondo messaggio un po’ mi rinfranca. Giulio mi scrive una breve email facendomi i complimenti per il blog, per lo stile, per la qualità dei contenuti, eccetera. Si definisce un lurker di poche parole, però mi domanda: Il tuo impegno dovrebbe essere premiato. Immagino il tempo che ci metti per fare quel che fai. Sul blog non c’è nemmeno un annuncio pubblicitario. C’è un modo per farti una donazione o ringraziarti per quel che fai?

Giulio, bella domanda. Avevo pensato di mettere il classico badge di PayPal, come metodo semplice e veloce di raccolta offerte, ma davvero non saprei. Mi dico che forse è troppo presto, che forse cambierebbe sottilmente il rapporto con i pochi-ma-buoni lettori che mi seguono con assiduità. Che forse a me creerebbe false aspettative o ‘ansia da prestazione’ (cioè cercare di aggiornare il blog frequentemente e sempre con articoli di alto livello). Non so. È chiaro che ogni donazione è ben accetta; come deve essere chiaro che non è vincolante.

Se qualcuno vuole sbarazzarsi di Mac vintage, sul mio blog inglese System Folder c’è da sempre una pagina con la mia lista dei desideri. Sto anche aiutando una nascente associazione culturale qui a Valencia, fatta di giovani in gamba ma con un budget all’osso, per cui dei portatili G3 o G4 sono sempre ben accetti (colgo l’occasione per ringraziare Marco Fiore, che mi ha inviato un paio di mesi fa un PowerBook G4 Titanium in eccellente stato di conservazione). Insomma, si può donare in tante maniere, se si vuole.

Detto questo, nessuno è obbligato. Ho menzionato il messaggio di Giulio semplicemente perché mi ha fatto piacere ricevere la sua stima specie dopo il messaggio dell’idiota suddetto. Mi ha rinfrancato lo spirito e già questa è una bella donazione. Grazie, Giulio, e grazie a tutte le persone che mi seguono e che accrescono il valore di questo spazio con i loro contributi. Ho grande rispetto per voi tutti.

The Author

Writer. Translator. Mac consultant. Enthusiast photographer. • If you like what I write, please consider supporting my writing by purchasing my short stories, Minigrooves or by making a donation. Thank you!

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