Resta con noi... non ci lasciar

Mele e appunti

Il 10 settembre è stato per me un fausto giorno: ho finalmente acquistato un iPhone 3G. Ma non è ancora in mano mia, in quanto v’è di mezzo la questione portabilità (procedura che, mi hanno detto, richiede un 7–10 giorni). Al momento il mio numero cellulare è legato a una SIM prepagata Vodafone, e volendo passare a Movistar con contratto biennale mantenendo il mio numero devo richiedere la portabilità. Quindici minuti dopo l’acquisto di iPhone nel punto Movistar all’interno dei grandi magazzini El Corte Inglés, mi arriva un messaggio da Vodafone: “Abbiamo ricevuto la sua richiesta di portabilità. Chiami urgentemente il numero XXXXXXXXX”. Ho pensato: ma chiamatemi voi. Infatti il giorno dopo mi hanno chiamato loro.

Ero stato avvertito da chi aveva già cambiato provider di telefonia mobile chiedendo la portabilità, come mia moglie e mio cognato, di come le compagnie non siano proprio entusiaste nel vederti passare alla concorrenza volendo tenerti il ‘loro’ numero, e che sarei stato contattato per delle controproposte. Ma non mi aspettavo il terzo grado sottilmente aggressivo dell’operatrice Vodafone che mi ha chiamato ieri.

Alla domanda “Potrei sapere perché ha deciso di passare ad altro operatore?” ero baldanzosamente pronto. Al momento, se voglio iPhone 3G, l’unica opzione qui in Spagna è passare a Movistar sottoscrivendo un contratto biennale. E così ho risposto, cercando di tagliare corto. Ma la tizia incalza: “Perché proprio iPhone e non un altro terminale?”. Ho tenuto a freno l’irresistibile “Saranno affari miei?” e ho spiegato con pazienza la mia profonda conoscenza dei prodotti Apple, il fatto che ne conosca e apprezzi la qualità, il fatto che io voglia proprio iPhone per la sua interfaccia, il potenziale, l’innovazione, eccetera eccetera. “Ma lei conosce bene iPhone? Sa che quel terminale ha anche dei punti deboli e delle caratteristiche che potrebbero non soddisfarla?” [Lo ha sempre chiamato ‘terminale’ durante la telefonata, una parola che non mi piace, ma non ho avuto occasione di dirglielo.] “Guardi”, ho risposto, “io scrivo di tecnologia e so tutto quel che c’è da sapere su iPhone. È un dispositivo che esiste dai primi del 2007, e su Internet è stato sviscerato nei minimi termini”. E questa, come se non avessi risposto, continuava: “Per esempio, iPhone non ha una penna con cui poter scrivere velocemente i messaggi [E qui nel mio cervello si udivano fragorose risate], e se lei non ha dita piccole potrebbe essere scomodo da usare”. “Ascolti”, ho ribattuto, sempre mantenendo la calma, “mesi fa hanno regalato un iPod touch a mia moglie, e ho avuto modo di provarne estesamente l’interfaccia, che è identica a iPhone. Mi trovo benissimo”.

Visto che non ha potuto dissuadermi sul piano dell’interfaccia e dell’utilizzo del dispositivo, la mossa successiva dell’operatrice è stata buttarla sul lato economico. “Lei ha idea di che cosa comporti il vincolo contrattuale con Movistar? Sa che potrebbe arrivare a spendere 60 Euro al mese, e 2.000 Euro in due anni?” (Io sono terribile in matematica, ma 60 x 24 mi pare faccia 1440, non 2000, e poi ho scelto un profilo contrattuale da 35 Euro + IVA/mese). Forse l’operatrice si aspettava da me un “Oh nooo! Non lo sapevo! Grazie di avermi salvato!”, invece le ho risposto: “Sì, può darsi, e…?” — “No, glielo dico perché molti si fanno prendere da questa novità iPhone e non si rendono conto della spesa a cui vanno incontro”. Avrei voluto ribattere che, forse, se la stessa identica offerta l’avesse fatta Vodafone non credo proprio che si sarebbero premurati di imboccarmi tutte queste belle informazioni, ma ho glissato puntando sulla mia informata consapevolezza: “Guardi, le assicuro che nel mio caso iPhone non è un acquisto impulsivo, che mi sono informato sui piani tariffari e ho scelto quel che più si avvicina alle mie esigenze e al mio utilizzo di traffico dati e voce; grazie comunque della sua premura”. Ha poi voluto sapere quale piano tariffario avessi scelto. Beh, ho optato su un piano da 35 Euro mensili, divisi in 20 Euro di chiamate e 15 di traffico dati. Scegliendo questo piano, l’iPhone da 16 GB mi è costato 189 Euro, che non mi sembra male.

La tizia si è affrettata subito a dirmi: “Ma lei sa che ogni mese pagherà 15 Euro di traffico dati comunque, anche se non naviga in Internet?” — “Uh, sì lo so. So anche che potrei trovarmi in situazioni per cui mi serva accedere a Internet tramite la rete cellulare, quindi ho considerato anche questo”. “Beh, ma allora non le conviene prendere un terminale libero e usarlo come modem collegato a un computer portatile?”. A questo punto la mia pazienza ha cominciato a vacillare: “Senta, una delle tante ragioni per cui mi interessa passare a iPhone è proprio quella di non dovermi sempre portar dietro il PowerBook più un cellulare. C’è altro che vuole sapere o possiamo procedere con la portabilità?”. L’operatrice ha finalmente alzato bandiera bianca, mi ha ringraziato per la collaborazione e ci siamo salutati.

Insomma, ragazzi, questo iPhone 3G me lo sto proprio conquistando!

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