Con questa terza puntata lascio da parte per un attimo i miti su iPhone; farò un esempio di esperienza on the road dal sapore senza dubbio positivo, e parlerò di uno dei dettagli a mio avviso perfettibili.
Come togliere elegantemente le castagne dal fuoco
Situazione: ho un appuntamento abbastanza importante in una zona di Valencia di cui non sono praticissimo. Andarci in auto è logisticamente scomodo perché, oltre a rischiare di sbagliare strada, rischierei di arrivare in ritardo per aver perso un’ora in cerca di un parcheggio. Dò un’occhiatina alla mappa della città e decido di usare i mezzi. Le alternative sono due: o prendere due autobus e camminare cinque minuti, o prendere la linea metropolitana di superficie e camminare quindici minuti. La prima soluzione sembra la migliore, ma può rivelarsi la più lunga per i tempi di attesa dei due autobus; in più non ho mai preso il secondo autobus e preferisco non rischiare di scendere alla fermata sbagliata e perdere altro tempo. Scelgo dunque la metropolitana, vedo a che fermata devo scendere, e quando arriva ci salgo tranquillamente. Essendo un po’ tirato con i tempi, però, non mi accorgo di aver preso la Linea 6 (di recente inaugurazione), invece della 4. A memoria, so che per un buon tratto le due linee percorrono la stessa strada e hanno fermate in comune. Al principio penso di chiedere informazioni a qualcuno intorno a me, ma osservando i miei vicini sarà dura cavarne qualcosa (in senso orario: un anziano che borbotta discorsi per conto suo, due ragazzette che si parlano mentre entrambe ascoltano musica, tre ragazzi con macchine fotografiche che parlano una qualche lingua dell’est, ceco o polacco o russo non saprei dire). Il tempo stringe.
Prendo iPhone, apro MobileSafari e cerco in Google Immagini uno schema della rete metropolitana di Valencia. Il quinto risultato è un’ottima immagine ad alta risoluzione che fa al caso mio. La ingrandisco con due dita e individuo la mia attuale fermata. Vedo che fra due fermate la Linea 6 e la Linea 4 iniziano ad andare in due direzioni diverse. Perfetto, adesso so dove scendere e cambiare. Fortunatamente il treno della Linea 4 non si fa attendere. Cambiata linea, e sceso alla fermata giusta, mi ritrovo in una zona vicino a un parco, e il percorso che avevo pianificato sulla mappa a casa va a farsi benedire, perché scopro ben presto che la fermata della metro si trova molto più lontano dall’incrocio che pensavo di trovare una volta sceso dal treno. Non mi perdo d’animo. Prendo iPhone, entro in Google Maps e con il GPS mi faccio localizzare. Una volta che il pallino blu compare e pulsa, comincio a spostarmi, attraverso la strada e prendo la prima via laterale che capita a tiro. Osservando il pallino blu vedo che sto muovendomi nella giusta direzione. Metto in stop iPhone e cammino per cinque minuti, poi ricontrollo: vado benone. Arrivo infine all’appuntamento, con dieci minuti di anticipo.
Per carità, nulla di trascendentale. Non è certo un esempio per dimostrare l’indispensabilità di iPhone. Avrei potuto risolvere l’inghippo all’antica, chiedendo informazioni e direzioni. Ma ero di fretta, e iPhone è stato indubbiamente comodo per far fronte al problema per mio conto e con celerità. Avere accesso a Internet ovunque vi sia segnale cellulare è una bellezza. Avere il GPS, pur con le limitazioni di implementazione su iPhone, è ottimo per vedere — come nel mio caso — se ci si sta muovendo nella direzione corretta. E ci si fa notare molto meno che non avendo una mappa cartacea spalancata davanti alla faccia, che fa tanto turista sperduto e, soprattutto, è scomoda da consultare mentre si cammina (e si ha fretta).
Ed è questo il punto di iPhone: rendere la vita più comoda, essere d’aiuto nei momenti giusti.
iPhone e il gioco di anticipo
Ecco, se iPhone deve rendermi la vita più comoda, deve farlo fino in fondo. Finora non ho trovato nulla di particolarmente negativo in iPhone che valga la pena segnalare. D’altronde ho sempre detto che in buona sostanza gran parte dei pregi e dei difetti sono legati alle abitudini e alle aspettative del singolo utente, e quel che per me può andare bene o non essere una mancanza particolarmente seria, per un altro può essere tutto il contrario. Ma un dettaglio sottilmente irritante c’è: il dizionario predittivo.
Il meccanismo di base è una bella idea, implementata in modo abbastanza efficace. Mentre si scrive, possibilmente a una certa velocità, può succedere che si pigi il tasto sbagliato, che si scriva quedto invece di questo — la S e la D sono vicine. Allora, durante la digitazione, iPhone suggerisce quella che può essere la parola corretta, e la visualizza in una piccola etichetta pop-up sopra la parola che si sta digitando. Se la parola suggerita dal dizionario predittivo è corretta, questa va a sostituire la parola digitata quando si preme la barra spaziatrice. Se invece la parola che il dizionario di iPhone suggerisce non è quella che intendiamo scrivere, basta premere la (x) accanto alla parola suggerita e questa svanirà. È un sistema efficiente: molto spesso iPhone fa ottime predizioni, quindi riusciamo a scrivere senza perdere velocità perché mentre scriviamo le parole sbagliate vengono sostituite automaticamente e non dobbiamo tornare indietro a correggere.
Il sistema diventa molto meno efficiente quando iPhone sbaglia ripetutamente a suggerire la parola giusta, e in casi molto semplici propone la scelta meno ovvia fra due termini. Uno non se ne accorge, perché è preso nella scrittura e focalizza l’attenzione sui tasti virtuali da pigiare, e pur scrivendo le parole giuste non si accorge dei suggerimenti ‘scorretti’ di iPhone, preme la barra spaziatrice e iPhone sostituisce il suo suggerimento sbagliato alla parola scritta correttamente. Finita la frase, alziamo lo sguardo e — oops — tre parole da correggere. E si perde più tempo.
Da quel che mi è dato vedere, è un problema del dizionario predittivo italiano. Io ho attive tre tastiere (e relativi dizionari): Inglese (UK e US), Spagnolo, Italiano. Scrivendo in inglese e in spagnolo, gli interventi correttivi di iPhone sono mostruosamente precisi e iPhone sa già quel che voglio scrivere quando sono a metà di una parola. In italiano incespica in situazioni ‘facili’. Ecco un esempio. Apro Mail e inizio a scrivere un messaggio:
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Perché mi suggerisce lavorò quando delle due parole la più usata è sicuramente lavoro? Cancello il suggerimento e proseguo:
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Ancora peggio. In italiano il che è più spesso pronome relativo e congiunzione, ed è sempre più raramente usato con accento nella funzione di aferesi di perché. In genere lo si scrive senza accento, anche quando introduce proposizioni interrogative, causali o finali. Inoltre che è una parola frequentissima: se devo fare attenzione e cancellare a mano il suggerimento di iPhone ogni volta che scrivo che, addio velocità. iPhone dovrebbe imparare col tempo. Speriamo.
E per finire:
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Che dite, sarà più frequente presto o prestò?
Ho l’impressione che non vi sia stata una vera consulenza con dei madrelingua dietro la programmazione del sistema di auto-correzione per l’italiano. Il divario nella precisione che il sistema ha con lingue come l’inglese e lo spagnolo è notevole (inglese e spagnolo sono le due lingue più parlate negli USA — hmmm…). A volte vorrei quasi che l’interfaccia utente del dizionario predittivo funzionasse al contrario, ossia: per accettare il suggerimento di iPhone faccio tap sulla parola suggerita, mentre per confermare quel che sto scrivendo batto semplicemente la barra spazio e proseguo. Ma così non sarei veloce nei casi in cui io avessi torto e iPhone mi suggerisse la parola scritta correttamente. È un equilibrio difficile, e riflettere su queste problematiche di interfaccia e sulle scelte che si sono trovati davanti gli ingegneri Apple, mi fa capire quanto sia stata lunga la strada per realizzare iPhone. Tuttavia due opzioni le metterei: 1) la possibilità di disattivare il dizionario predittivo, 2) la possibilità di aggiungere manualmente parole al dizionario (sul Newton si fa doppio tap sulla parola e compare un menu su cui confermare lo spelling), così che iPhone non continui pedissequamente a proporre, per esempio, ché quando voglio scrivere sempre che.
Non potendo disattivarlo, come fare per aggirare l’ostacolo? Un espediente sembra essere quello di attivare più tastiere internazionali (Home > Impostazioni > Generali > Tastiera > Tastiere internazionali) e non usare quella italiana quando si scrive in italiano. Se si usa quella inglese, per esempio, il correttore automatico pensa in inglese, e non incontrando quasi mai parole per lui riconoscibili — perché stiamo scrivendo in italiano — è molto meno noioso (anche se quando scrivo che mi suggerisce cue, mannaggia), e anzi impara tutte quelle parole. Un altro sistema che ha una sua efficacia è stato suggerito nei commenti a questo post di Mac OS X Hints. In pratica si tratta di battere una lettera qualsiasi a inizio frase, spostare il cursore davanti a quella lettera, e scrivere normalmente. Avendo quella lettera sempre in coda, iPhone non riconoscerà le parole che scriviamo e non suggerirà niente. Esempio, prima di scrivere la frase batto la lettera F:
Scrivere con una lettera qualsiasi attaccata al cursore|f
iPhone dovrebbe imparare col tempo, comunque, e spero lo faccia. In generale la scrittura con iPhone è buona e, come dicevo in altro post, acquisto velocità in modo progressivo (forse anche perché sapendo i termini che iPhone ‘preferisce’ suggerire, sono io a giocare d’anticipo e a rifiutare la correzione), però ritengo che il dizionario predittivo necessiti di qualche aggiustatina per le lingue che non sono l’inglese, e almeno dell’aggiunta di qualche opzione che lo renda ancor più flessibile.
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