Ieri leggevo questo post di John Gruber su Daring Fireball. Inizio traducendo la parte che mi interessa trattare in questa sede:
Brian X. Chen di Wired, sulle applicazioni iPhone di default che non sono presenti su iPad:
Se ricordate, iPhone viene venduto con alcune applicazioni preinstallate che sembrano però mancare su iPad: Borsa, Calcolatrice, Orologio, Meteo e Memo Vocali. Che succede?
Apple non ha risposto alla richiesta di un commento in proposito, ma provo a indovinare: Apple semplicemente inserirà quelle applicazioni come download gratuiti nell’App Store, e saranno le stesse identiche applicazioni che già sono presenti su iPhone. Dopotutto è improbabile che vi sia molto da fare per adattare quelle applicazioni in modo originale allo schermo di iPad.
In realtà il problema è più che altro di ordine opposto. Non è che Apple non abbia potuto semplicemente creare versioni più grandi di queste applicazioni e farle girare su iPad. Non si è trattato di un problema tecnico, ma di design. Internamente ad Apple vi erano (naturalmente) delle versioni particolari di queste applicazioni (o almeno di alcune di esse) con elementi grafici ingranditi per lo schermo di iPad ma con lo stesso layout e interfaccia utente delle controparti per iPhone. Risulta che limitarsi a ‘gonfiare’ le applicazioni per iPhone in modo da riempire lo schermo di iPad ha un generale look and feel piuttosto goffo e strano, anche se si utilizzano elementi grafici ad alta risoluzione per evitare spiacevoli effetti pixel. E quindi [le applicazioni citate] sono state cassate da Chi-sapete-bene. Forse riappariranno su iPad ripensate in qualche nuova forma quest’estate con OS 4.0, ma quando iPad comincerà ad essere venduto il mese prossimo queste applicazioni non saranno incluse. Almeno così mi hanno riferito alcune fonti ben informate.
Ecco, stavo pensando proprio alle problematiche di design e di interfaccia utente che presenta lo schermo di iPad, essendo circa quattro volte quello di iPhone.
Su iPhone l’interfaccia utente è semplice e omogenea. Lo schermo è delle dimensioni giuste per cui ogni applicazione, a prescindere dai compiti che svolge, sfrutta al meglio lo spazio disponibile. Quelle applicazioni costituite da poco più di una manciata di controlli — come Borsa, Orologio, Meteo — sono organizzate in modo da fornire ampie superfici dove agire, e gli stessi controlli, visto che c’è spazio, sono in genere grandi e usabili; tutto è sott’occhio. Di contro, applicazioni come Mappe e Safari, i cui contenuti devono spesso essere ingranditi usando due dita per poter essere leggibili, beneficiano della revisione su ampia scala per lo schermo di iPad, e con l’aumentare delle dimensioni aumenta la praticità d’uso. Stesso dicasi per applicazioni come Contatti e Calendario.
Le dimensioni dello schermo di iPhone, unitamente al modello di interfaccia utente per cui l’applicazione in primo piano è anche l’unico processo in azione e occupa l’intero schermo, fanno in modo che, in un certo senso, tutte le applicazioni siano democraticamente uguali e abbiano la stessa importanza. Orologio si prende tanto spazio quanto Mail, o Note. Meteo occupa la stessa quantità di schermo di Safari. E così via.
Su iPad, però, le cose si complicano, perché non ha senso che Meteo si esegua a schermo intero, a meno di non ripensare l’applicazione da cima a fondo in modo che offra tutta una serie di informazioni che giustifichino la presa dell’intero schermo. (E sarebbe interessante, a questo proposito, vedere in un’unica schermata quello che applicazioni come AccuWeather offrono in sei piccole schermate). iPad non è ‘solo un grosso iPhone/iPod touch’, neanche sotto questo punto di vista. Le dimensioni e il modo in cui si usa iPad presuppongono una riorganizzazione dell’interfaccia utente che va al di là del ‘gonfiare’ a tutto schermo le applicazioni esistenti. Il problema chiave, secondo me, è dato dal fatto che il form factor di iPad rompe decisamente quella ‘democrazia’ vista su iPhone per cui ha senso che qualsiasi applicazione, a prescindere che si tratti di un gioco, di una sveglia, di un orologio, di un indicatore meteorologico, di un programma per ascoltare radio in streaming, di un lettore di eBook, ecc., si prenda tutto lo schermo.
Su iPad si ritorna a livelli di importanza basati sul tipo di applicazione. Su iPad le applicazioni non saranno tutte uguali, e avrà senso che certe applicazioni funzionino a schermo pieno e altre no. Su iPad si riapre la distinzione fra widget e applicazioni. Già, ma come visualizzarli insieme, visto che l’assenza di multitasking impone il modello di un’applicazione-alla-volta?
La soluzione forse più elegante e in stile Apple potrebbe essere quella di presentare Borsa, Orologio, Meteo, Calcolatrice, ecc., come informazioni di sfondo (essendo programmi semplici, potrebbero benissimo girare in background) che l’utente può attivare o meno in modo che siano visibili direttamente nella schermata Home. Un altro elemento dell’interfaccia utente molto sfruttabile su iPad più che su iPhone è la barra di stato nella parte superiore dello schermo. Lì possono apparire, volendo, una serie di informazioni aggiuntive, come un riassunto delle attuali condizioni meteo, o un secondo fuso orario, per esempio.
Un’altra soluzione è quella di ridurre Meteo, Orologio, Borsa, Calcolatrice, ecc. a widget e implementare un’unica applicazione che li gestisca e li faccia apparire in sovraimpressione quando servono; in pratica un Dashboard per iPad, richiamabile con un gesto (che so, passare tre/quattro dita sullo schermo, come si fa con il trackpad dei MacBook).
Queste due idee mi sembrano le più eleganti e quelle che meno necessitano di un ripensamento di interfaccia utente e gestualità. Per funzionare, però, è imprescindibile che si crei una sottocategoria di applicazioni (widget, accessori, chiamatele come volete) che — vista la relativa semplicità e lo scarso impatto sulle prestazioni del processore — possano girare in background, così da essere richiamate sovrapponendosi ad altre applicazioni già attive a tutto schermo, oppure rimanendo sempre presenti sulla schermata Home. In una fase iniziale, Apple potrebbe riservare questo privilegio agli accessori di sistema, eventualmente estendendo la potenzialità a creazioni di terze parti quando lo riterrà opportuno (magari a seguito di un aggiornamento del firmware o del potenziamento del processore di iPad). Le mie, com’è ovvio, sono solo supposizioni che partono da questo problema di design all’apparenza di poco conto ma in realtà piuttosto critico, per come la vedo io.
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