Il MacBook Air e l'effetto valanga

Mele e appunti

The snowball effect (forum post): Sono arrivato a questo link seguendo il solito Gruber, e ho trovato piuttosto interessante l’osservazione di Brockerhoff sul design interno del MacBook Air. A tutti quelli che obiettano “Ma non potevano metterci una porta Ethernet? Ma non potevano fare la batteria sostituibile? Ma non potevano infilarci un drive ottico?” eccetera eccetera, sentite che cos’ha da dire il buon Brockerhoff:

[…] Inserire un connettore FireWire significa riservare risorse per un consumo di energia aggiuntivo dell’ordine di 7 Watt, ossia 1 Ampère di corrente extra alla batteria da 7,2 V. Inoltre comporta ulteriore alimentazione per collegarlo ai 9–12 V richiesti a livello del connettore, tracce aggiuntive sul circuito stampato, e così via. La batteria ha una capacità di 37 Watt-ore, il che equivale a un consumo medio orario (considerando l’autonomia dichiarata di 5 ore) di poco superiore ai 7 Watt; tale consumo raddoppierebbe se fosse collegato un disco esterno FireWire, e quindi l’autonomia della batteria sarebbe la metà, riducendosi a 2,5 ore. In più, aggiungendo una presa FireWire bisognerebbe allargare lo sportellino laterale a comparsa ed eliminare circa 2 centimetri di batteria su quel lato… Un’ulteriore riduzione della capacità. Di conseguenza l’alimentatore da 45 Watt del MacBook Air andrebbe potenziato, così come la circuiteria interna di ricarica… Ciò comporta una maggiore dissipazione del calore. Probabilmente si sarebbe reso necessario fabbricare una batteria più spessa di 5 mm o forse più.

Osserviamo ora il classico connettore Ethernet; è più alto dello sportello del MacBook Air; aggiungerlo significa aumentare lo spessore del computer e, come nel caso della presa FireWire, sacrificare parte della superficie della batteria.

Stesso discorso per il lettore DVD interno. Se non funzionasse anche come masterizzatore [gli ingegneri giapponesi] si sarebbero lamentati — ma immaginiamone i consumi (oppure si legga la recensione al Lenovo x300; gli ingegneri di Lenovo sono altrettanto brillanti, ma le loro decisioni si sono basate su altri compromessi. Ho maneggiato altri subnotebook prodotti da Toshiba, per esempio, e devo dire che non sono stato granché colpito dalle finiture e dal feeling in generale.

Infine, pensiamo all’Air con una batteria rimovibile. Questo comporta l’aggiunta di altri connettori, un’apertura nel case con conseguente aggiunta di una parete interna (che risulterebbe in un aumento generale dello spessore dell’Air di almeno 4 mm) oppure di agganci robusti (considerando che la batteria occupa i 2/3 del computer e ne rappresenta all’incirca i 2/3 del peso). Pensiamo alla perdita di rigidità che una tale modifica provocherebbe, e l’aumento di dimensioni e peso “sprecati” per controbilanciarla.

Insomma, la mia tesi è questa: qualsiasi cambiamento nel design di MacBook Air genera immediatamente un “effetto valanga” provocando una serie di conseguenze che avrebbero come risultato una macchina più grossa, più pesante, che scalda di più e (probabilmente) meno robusta al tatto. Jobs ha evidentemente pensato valesse la pena concentrarsi su questi aspetti. […] 

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