Fra i vari browser disponibili per il Mac, i due che utilizzo quotidianamente e che stanno in cima alla lista dei miei preferiti sono indubbiamente Safari e Camino. Safari ha guadagnato posizioni a partire dalla versione 3, che ho trovato decisamente migliore rispetto alla 2. Camino è sempre stato fra i primi, sin dai tempi in cui si chiamava Chimera e Firefox si chiamava Firebird. Ho sempre tenuto d’occhio tutti gli altri, però, perché è bene non fossilizzarsi, e perché non è detto che la concorrenza sforni un prodotto migliore con il passare del tempo.
A questo punto entra in gioco OmniWeb. OmniWeb, se non erro, è stato il primo browser a essere disponibile sotto Mac OS X, in quanto fu rilasciato nel marzo 1995 per la piattaforma NeXTSTEP (poi divenuta OPENSTEP/Rhapsody e quindi Mac OS X Server). Ricordo che quando utilizzavo Mac OS X 10.1, OmniWeb era il mio browser quotidiano, ma con l’avvento degli altri browser (Mozilla, Safari, ecc.) ha finito col passare in secondo piano.
Tutti questi altri browser hanno però un punto debole, e ho potuto notarlo soltanto con il tempo: la gestione dei bookmark (o preferiti). Io che per lavoro e per diletto leggo e consulto moltissime risorse online, sono andato accumulando una quantità di bookmark al limite dell’ingestibilità. In Safari e in Camino (ma il discorso si può benissimo estendere a Firefox, Opera, Shiira e compagnia), la gestione dei bookmark è fondamentalmente manuale. In genere si entra in una finestra separata in cui vengono mostrati i bookmark divisi in gerarchie di cartelle e nei due luoghi principali in cui vengono conservati: la Barra dei Preferiti e il Menu dei Preferiti. È l’utente che dispone i bookmark come meglio gli tornano comodi e secondo le sue abitudini di frequentazione del Web. In generale, la Barra dei Preferiti racchiude tutti i bookmark o gruppi di bookmark dei siti che si visitano più spesso. A sua volta, la disposizione dei bookmark all’interno di un gruppo (cartella) segue un ordinamento preferenziale: in cima all’elenco si trovano i siti che si visitano di più, per poi scendere verso siti quasi dimenticati o aggiunti in un periodo di interesse transitorio e poi trascurati (senza cancellarli, perché “non si sa mai”). Eventuali modifiche a tali gruppi ed elenchi sono, come dicevo, manuali. Se mi accorgo che sto leggendo un blog sempre più di frequente e non mi va di scorrere fino alla metà o al fondo della lista, entro nella gestione dei bookmark e sposto manualmente l’indirizzo di quel blog verso l’alto.
È una procedura che funziona quando si hanno relativamente pochi bookmark da tenere ordinati. Io ho un gruppo chiamato “Weblog” nella Barra dei Preferiti di Safari che è arrivato a contenere più di un centinaio di blog. La somma dei bookmark di tutti i gruppi contenuti solamente nella Barra dei Preferiti supera di gran lunga il migliaio. In una situazione del genere avere qualche opzione in più per navigare nei propri archivi non farebbe male. Safari non ha nemmeno delle opzioni basilari per l’ordinamento dei bookmark. Camino almeno permette di ordinarli per titolo e per indirizzo con ordinamento ascendente o discendente, e nella finestra di gestione dei bookmark presenta una sezione con i dieci siti più visitati. OmniWeb è al momento il browser per Mac OS X che offre un minimo di versatilità in più: è possibile ordinare i preferiti per titolo, indirizzo, data della visita, numero di visite e per nota (si possono infatti aggiungere delle note personali a ogni bookmark). Quando si evidenzia un bookmark, nella parte inferiore della finestra appare questo pannello (clic per ingrandire):
Come si può vedere, oltre a titolo (Etichetta) e indirizzo, si possono aggiungere parole chiave e note, molto utili quando si effettuano ricerche nell’intero archivio di bookmark. Il menu a discesa Controlla modifiche serve per specificare un intervallo di tempo in cui far controllare a OmniWeb la raggiungibilità di un sito e gli eventuali aggiornamenti. Il menu Stato può avere due voci: “Contenuto non visitato” e “Non raggiungibile”, due ulteriori criteri di ordinamento e ricerca.
Sto quindi rivalutando un uso più frequente di OmniWeb in primis per questo motivo, e poi perché ha un’altra utilissima funzionalità: è possibile specificare delle preferenze differenti a seconda del sito. Esempio: non sono un fan di Flash, e il Web ne abusa. Lo tengo comunque abilitato in quanto visito siti che non funzionerebbero senza, e siti in cui Flash viene adoperato in maniera discreta e creativa. In altri siti però Flash viene utilizzato per inserire banner pubblicitari animati (Macworld Italia è il primo che mi viene in mente), che sono dei veri e propri pugni negli occhi, infastidiscono la lettura e distraggono il visitatore. Posso istruire OmniWeb specificando la disattivazione di contenuti Flash solo ed esclusivamente per questi siti.
Questi sono, a mio avviso, i due vantaggi principali di OmniWeb. I lati negativi riguardano l’interfaccia grafica, migliorata dalla versione 5 in avanti, ma ancora migliorabile. Le icone di navigazione sono poco nitide e più smorte da quando Leopard ha introdotto un’interfaccia unificata grigio scura per i bordi delle finestre delle applicazioni, e non trovo particolarmente comoda la scelta di aprire i pannelli come miniature in un cassetto laterale, che aprendosi ruba spazio alla finestra principale del browser. Oltretutto si distacca dallo ‘standard’ tacitamente fissato da tutti gli altri browser per la navigazione a pannelli. Altra nota dolente è che OmniWeb è l’unico browser a non essere gratuito, sebbene sia utilizzabile come demo per un certo tempo. Non che costi un occhio della testa (14,95 dollari al momento sono meno di 10 Euro), ma mi rendo conto che è un dettaglio che può infastidire.
Nella pagina principale di OmniWeb sul sito di The Omni Group c’è una finestrella con lo stato dei lavori per la versione 5.7, attualmente in Beta, che dovrebbe aumentare le prestazioni e la compatibilità con Leopard. Staremo a vedere.
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