furbo.org · Brain surgeons: In questo periodo c’è un gran chiacchiericcio fra gli sviluppatori Mac, e la questione è sempre legata all’impossibilità di scrivere applicazioni per iPhone che si eseguano in background. A seguito del bell’articolo di John Gruber, e delle risposte di Hank Williams e Ian Betteridge, i quali sostengono entrambi la necessità di poter avere applicazioni in background, ecco un pezzo di Craig Hockenberry che è un piacere leggere per il tono ruvido e la franchezza che contraddistinguono questo bravo programmatore.
Hockenberry ha iniziato sei mesi fa a cimentarsi nello sviluppo di applicazioni per iPhone, utilizzando un iPhone sbloccato. Sa quindi il fatto suo, e porta un esempio concreto, che è sempre salutare in un dibattito acceso:
Twitterrific su iPhone potrebbe sicuramente sfruttare un processo in background per caricare e aggiornare i vari ‘tweet’ [i brevi messaggi scritti da chi utilizza Twitter]. Infatti una versione sperimentale del programma funzionava proprio così. E si è trattato di un errore di design enorme: dopo l’esecuzione di query XML a intervalli regolari di 5 minuti, la batteria di iPhone si esauriva dopo 4 ore.
[…]
Il nocciolo del problema sono le componenti radio. I transceiver EDGE e Wi-Fi consumano parecchia energia. Ogni volta che vengono attivati, l’autonomia della batteria tende a ridursi in modo significativo. Il refresh che la mia applicazione effettuava ogni 5 minuti manteneva acceso l’hardware e consumava molta batteria.
[…]
Sono necessari diversi mesi di sviluppo vero e proprio sulla piattaforma iPhone per arrivare a capire che iPhone necessita di un cambio radicale di prospettiva e di modus operandi. Prima di arrivare a questa realizzazione, si daranno per scontate moltissime cose basandosi sull’esperienza di sviluppo di applicazioni desktop; e questo a sua volta porterà a parecchie scelte di design sbagliate.