Appunti personali sulle novità introdotte da Apple lo scorso 1 settembre
Dopo quasi una settimana dall’evento Apple del primo settembre, riesco finalmente a buttar giù una serie di impressioni. Non cercherò di riassumere tutto quanto è stato detto e presentato da Steve Jobs, anche perché articoli di quel genere se ne trovano ormai dappertutto sul Web. Se leggete l’inglese, partite da Macworld.com: hanno prodotto ottimi articoli, sia ricapitolativi dell’evento sia di analisi dei singoli prodotti presentati. Io mi limiterò a evidenziare gli aspetti che mi hanno interessato e colpito maggiormente.
1. Lo stream in diretta
Praticamente una novità: i due precedenti che ricordo sono il keynote di Jobs al Macworld di New York nel luglio 2002, e prima alcune parti della WWDC 1996, con il keynote dell’allora CEO Gil Amelio. A parte qualche colpo e singhiozzo verso l’ultima parte del keynote, devo dire di essere rimasto piacevolmente sorpreso dalla fluidità dello stream. E visto che gli spettatori saranno stati nell’ordine delle centinaia di migliaia, posso anche perdonare i singhiozzi, specie mentre suonava Chris Martin dei Coldplay (l’ospite d’onore musicale dell’evento) — diciamolo, il ragazzo era simpatico e spiritoso, ma non mi sembrava particolarmente in forma, musicalmente parlando.
2. iOS 4.1 e 4.2
Buffo, mi aspettavo solo un’anteprima di iOS 4.1, e l’annuncio che sarebbe stato rilasciato in ottobre-novembre per tutti i dispositivi iOS supportati, iPad compreso. In altre parole, credevo fosse la versione unificatrice della piattaforma touch; invece anche qui si è trattato di una bella sorpresa: il 4.1 è imminente (si dice verrà rilasciato domani 8 settembre) e il 4.2 non si farà aspettare, e porterà una serie di nuove funzionalità che permetteranno a iPad di sfruttare le innovazioni introdotte con iOS 4.
Quale possessore di un iPhone 3G, iOS 4.1 non ha in serbo granché per me; molte delle novità sono infatti appannaggio degli iPhone 4. Ma una cosa importante c’è: la sistemazione dei bug e dei problemi di scarse prestazioni con gli iPhone 3G. Malgrado non abbia riscontrato degradi tali da rendere il mio iPhone inutilizzabile (come pare sia accaduto ad altri), devo dire che la reattività e la velocità erano tutta un’altra cosa sotto iOS 3.x. Secondo quanto scrive Mike Keller, che ha avuto modo di testare la versione Golden Master di iOS 4.1 anche su iPhone 3G, iOS 4.1 su iPhone (compreso il 3G) è la versione di iOS più robusta e reattiva mai vista finora. Speriamo bene.
3. Il ‘nuovo’ iPod shuffle
Ho messo ‘nuovo’ fra virgolette perché in realtà riprende in pieno il design dello shuffle di due generazioni precedenti, introdotto nel 2006.
Come avevo scritto nel marzo 2009 quando fu introdotto lo iPod shuffle di terza generazione, il suo design senza controlli e le dimensioni ulteriormente ridotte erano senza dubbio sorprendenti, ma mi lasciavano un po’ perplesso, e continuavo a preferire lo shuffle precedente (che possiedo e ne sono molto soddisfatto). Mi pare evidente che la relativa poca durata dello shuffle di terza generazione, e il ritorno a un formato più grande e con i controlli fisici, stia a testimoniare che molte altre persone sono rimaste perplesse dal formato dello iPod shuffle ultra-minuto.
Questo nuovo shuffle direi che è la sintesi perfetta delle due generazioni che lo hanno preceduto: da una parte i comodi controlli dello shuffle di seconda generazione tornano sul corpo di iPod, e dall’altra viene mantenuta la funzionalità VoiceOver dello shuffle di terza generazione.
4. Il nuovo iPod nano
Non avendo seguito alcun rumour sul possibile nuovo fattore di forma di iPod nano, immaginatevi il mio stupore quando Steve Jobs l’ha tirato fuori dal cappello. Sparisce la forma allungata del nano di quarta e quinta generazione; sparisce la click wheel; sparisce la videocamera (della cui effettiva utilità ho sempre dubitato); lo schermo diventa quadrato e multi-touch; l’interfaccia imita quella di iPhone / iPod touch / iPad (sì, perché secondo il sempre ben informato John Gruber l’interfaccia del nano non sarebbe un vero e proprio iOS); e le nuove, piccole dimensioni del nano permettono l’aggiunta di una clip per poterlo indossare come lo shuffle. In sostanza, il nuovissimo iPod nano sembra uno shuffle con schermo tattile.
E se le dimensioni dei due iPod sono correttamente in scala in quest’immagine, potete vedere come anche la differenza di ingombro dei due dispositivi sia stata ridotta al minimo.
Mentre con iPod shuffle Apple è sostanzialmente tornata sui propri passi sotto l’aspetto del design, questo nano di sesta generazione rappresenta un taglio deciso con il passato. Tanto per riassumere, ecco una serie di immagini che mostrano in ordine cronologico l’evoluzione di iPod nano dalla sua introduzione nel 2005 fino a oggi:
Due aspetti mi sembra emergano in modo evidente dalla presentazione del nuovo nano:
- La tendenza a ridurre gli ingombri.
- Il passaggio allo schermo multi-touch.
Per quanto riguarda il punto 1, iPod shuffle a parte, vediamo ridursi drasticamente iPod nano, assottigliarsi il nuovo iPod touch, e persino la nuova AppleTV arriva a occupare un quarto delle dimensioni della precedente versione. È chiaro come Apple voglia che i propri prodotti portatili siano realmente portatili e leggeri, fino a (quasi) sparire. Abbiniamo a questo fattore il discorso dei prezzi e la combinazione è decisamente vantaggiosa. Per quel che offrono (in funzionalità e qualità), lo shuffle a 55 Euro, il nano da 8 GB a 169 Euro, il touch da 8 GB a 239 Euro (rispettivamente 49, 159 e 229 Euro qui in Spagna), sono prodotti che soltanto Apple può produrre e vendere a quei prezzi, e che quindi sbaragliano la concorrenza già da subito. iPod touch, peraltro, di concorrenza non ne ha mai avuta.
Punto 2: il passaggio allo schermo multi-touch sul nuovo nano, unitamente all’introduzione di un’interfaccia del tutto simile a quella del familiare iOS su iPhone, iPad e iPod touch, è a mio avviso un segnale interessante. Segnale che Apple sta via via rendendo omogenea l’interfaccia grafica dei dispositivi portatili. iPod classic rimane l’eccezione, ma del resto il classic non ha ricevuto la benché minima menzione o attenzione durante il keynote, nemmeno un accenno per ricordare che è ancora in vendita. Tanto più che molti, durante la diretta e immediatamente dopo, pensavano che Apple lo avesse mandato in pensione senza troppe cerimonie. Del resto, come si vede in questa diapositiva, Jobs non sembra considerare iPod classic un membro della famiglia iPod:
Col senno di poi, pare che Apple stia trattando iPod classic proprio come un classico: l’iPod di sempre rimane invariato e disponibile per chi continua ad amarne il formato, l’interfaccia e la capacità. Ma, appunto, è un classico, non fa parte del nuovo. Il nuovo è il multi-touch e l’interfaccia di iOS. Il futuro del classic è comunque un punto interrogativo: sparirà definitivamente? Riceverà anch’esso uno schermo multi-touch e un’interfaccia come il nano, ma di dimensioni maggiori? Chissà.
E già che ci siamo, vista la direzione intrapresa con il nuovo iPod nano, quando ho visto la dimostrazione d’uso fatta da Jobs al keynote la prima cosa che mi sono domandato è stata: Come sarà il prossimo nano? Come si è visto nel caso dello shuffle, Apple ha seguito una certa progressione: dal piccolo al molto piccolo al microscopico; poi però design e dimensioni hanno fatto un mezzo passo indietro. Che cosa accadrà con il nano, ora che ha perso la click wheel e le sue dimensioni si sono praticamente dimezzate? A questo punto, un ritorno alla click wheel sarebbe bizzarro (anche perché vorrebbe dire tornare all’interfaccia grafica precedente). Un’ulteriore riduzione delle dimensioni sarebbe altrettanto strana, perché non credo si possa creare uno schermo multi-touch più piccolo dell’attuale mantenendo un briciolo di usabilità.
Mi viene quasi da pensare che una possibile strada da intraprendere sarebbe quella di ingrandire lo schermo — diciamo per farci stare 3x3 icone, invece che le attuali 2x2 — e dotare il futuro iPod nano di un iOS ‘vero’, rendendolo di fatto un iPod touch mini. Tuttavia le applicazioni sarebbero limitate a quelle prodotte da Apple perché, dopo iPad, avere un altro iPod con un’altra risoluzione dello schermo sarebbe un bel grattacapo per gli sviluppatori iOS. Ovviamente questa è speculazione allo stato puro. Semplicemente, il nuovo fattore di forma di iPod nano mi ha spinto a farmi tutta una serie di domande.
Tornando per un momento all’usabilità, il nuovo nano mi lascia un po’ freddino. È un aspetto che non posso giudicare con certezza senza provare un iPod nano di persona, ma quello schermetto mi sembra insufficiente per essere comodamente manipolato come avviene con iPhone e iPod touch. Per esempio, il gesto di ruotare l’interfaccia con due dita, come mostrato da Jobs nel keynote, mi è sembrato difficoltoso. L’elenco dei brani, in quel poco spazio, mi sembra più difficile da leggere rispetto a prima: sullo schermo sono visibili meno brani e molti dei titoli sono destinati a essere troncati. Diciamo che per schermi piccoli, l’aiuto di una click wheel unitamente all’interfaccia del sistema operativo ‘classico’ di iPod, mi sembrano una soluzione più usabile rispetto alla scelta di un’interfaccia touch a tutti i costi.
Per il resto, e perplessità a parte, credo che il nuovo iPod nano sarà un gadget che farà furore nel periodo natalizio: è davvero un bell’oggettino da regalare, e l’idea di ‘vestire’ la propria musica mostrando le copertine degli album farà colpo sulle generazioni più giovani.
5. Il nuovo iPod touch
Che dire? È praticamente un iPhone 4, più sottile, senza telefono e fotocamera da 5 megapixel. Mai come ora è un acquisto sensato per chi non voglia sottoporsi a contratti-capestro con gli operatori di telefonia mobile e al tempo stesso vuole (quasi) tutte le funzioni di iPhone 4, Retina Display e FaceTime in testa. Il Retina Display rende iPod touch un ottimo lettore di e‑book; FaceTime lo rende uno strumento di comunicazione molto vicino a un telefono. In più è possibile registrare filmati in HD: ecco dove è finita la videocamera del precedente iPod nano. La fotocamera visibile sul retro di iPod touch, è bene sottolinearlo, non è la stessa di iPhone 4: serve solo a videoregistrare. Del resto, vista la sottigliezza del nuovo iPod touch, è praticamente impossibile infilarvi una fotocamera di qualità come quella di iPhone.
6. La nuova AppleTV
Apprezzabile il nuovo design e il formato davvero ridotto. La scelta del nero è elegante e salottiera (luogo a cui AppleTV è destinata). Peccato che il telecomando sia a infrarossi e non Bluetooth: con un AppleTV così piccola, uno è tentato di nasconderla nel mobile sotto il televisore, o in altro luogo del salotto; ma il telecomando a infrarossi obbliga a tenere AppleTV nel suo raggio di azione.
Non ho granché da dire su questo dispositivo: non mi è mai interessato prima e continua a non interessarmi adesso, anche se apprezzo gli sforzi che Apple gli sta dedicando per migliorarlo. Dal keynote di Jobs è evidente che tutto il concetto di AppleTV si basa da un lato sul noleggio di contenuti dall’iTunes Store, dall’altro sullo streaming di contenuti propri inviati da un Mac via iTunes (la nuova AppleTV non ha più un disco rigido interno, infatti). Ma per ora il noleggio è appannaggio di soli 6 paesi: Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania e Australia. Jobs ha promesso che altri paesi verranno aggiunti nei prossimi mesi. Speriamo, perché senza questa possibilità, il senso e l’utilità di AppleTV vengono decisamente meno a mio parere. (Almeno adesso il prezzo è stato drasticamente ridotto — 99 dollari).
7. iTunes 10
Questo articolo è già piuttosto lungo, e iTunes 10 merita un discorso a parte. Sto raccogliendo una serie di spunti a riguardo e presto pubblicherò un articolo per parlare in modo più approfondito dei pregi (alcuni) e delle perplessità (tante) di quest’ultima versione di iTunes.
[Tutte le immagini sono © Apple, Inc.]
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