Come saprete, qualche giorno fa, Amazon ha introdotto una nuova linea di Kindle. C’era grande aspettativa soprattutto per il tablet che Amazon avrebbe presentato, che ora sappiamo chiamarsi Kindle Fire, e che si rivela essere un dispositivo interessante.
La presentazione del Kindle
Se avete trovato soltanto resoconti e liveblogging dell’evento, potete guardarvi il video dell’intera presentazione su YouTube. È la prima volta che vedevo un keynote di Jeff Bezos, e mi sembra se la sia cavata decentemente. L’impostazione e le diapositive erano molto in stile Apple, anche se Bezos non è di certo Steve Jobs. I suoi toni erano più seriosi, lo stile molto concentrato e un po’ nervoso, con pochi momenti leggeri. L’impressione che ho avuto è che Bezos stesse seguendo il copione alla lettera, senza troppe improvvisazioni, temendo magari di perdersi per strada.
Va anche detto che il pubblico non è stato di grande aiuto. Sarà che sono abituato agli eventi Apple, con un pubblico molto partecipe che si lancia nel breve applauso occasionale per manifestare la sua approvazione. Il pubblico all’evento di Amazon era spaventosamente silenzioso e assai poco reattivo. Tanti scatti e flash di macchina fotografica quando Bezos mostrava i nuovi modelli di Kindle, ma per il resto quasi nulla. A mio parere i momenti degni di reazione sono stati almeno due. Il primo, quando Bezos ha presentato il Kindle ‘di base’ da 79 dollari (immaginatevi se a un evento Apple, Jobs — ehm, Cook — presentasse un nuovo iPod touch da 79 dollari: ci sarebbe una standing ovation). Il secondo momento che meritava almeno un applauso è stato l’annuncio del prezzo del Kindle Fire. Bezos è arrivato al prezzo attraverso un percorso che ricordava piuttosto da vicino la presentazione del primo iPad da parte di Steve Jobs. Bezos ha mostrato il dispositivo, ha spiegato tutto quello che il Fire è in grado di fare, e poi una diapositiva dietro di lui riassumeva tutte le caratteristiche del Kindle Fire. A quel punto Bezos, come Jobs con l’iPad, si è rivolto al pubblico domandando retoricamente quanto potrebbe costare un dispositivo così ben fatto. Ricordo la reazione all’evento iPad: quando sullo schermo apparve la cifra “$499”, il pubblico ha gridato alla meraviglia. I 199 dollari del Kindle Fire sono stati accolti nel silenzio più compatto, come se niente fosse. È vero che si sapeva che Amazon avrebbe mantenuto un prezzo relativamente basso, ma si tratta comunque di 50 dollari in meno delle previsioni, e tutto sommato è un prezzo davvero buono vista la qualità del prodotto.
Il Kindle Fire non è un diretto concorrente dell’iPad
È stato il mio primo pensiero seguendo la presentazione in diretta attraverso il liveblogging di This Is My Next. Fra tutti i commenti letti dopo l’evento, come sempre è John Gruber a centrare il punto:
Amazon ha realizzato un’alternativa all’iPad, più che un diretto concorrente. Si tratta di un segmento di mercato diverso. […]
Apple e Amazon entrano nel territorio dei tablet da due direzioni diametralmente opposte. L’iPad lo affronta dalla fascia alta. È il miglior dispositivo possibile in quella fascia di prezzo, prodotto dal miglior costruttore di dispositivi in circolazione. Il Kindle Fire entra dalla fascia bassa. L’iPad è un credibile sostituto del computer portatile per molte persone, e con iCloud e un altro anno o due di miglioramenti hardware, lo diventerà per un numero sempre maggiore di utenti. Il Kindle Fire è un sostituto del portatile per quasi nessuno. È una periferica, non un secondo computer, e il suo prezzo lo riflette. […]
L’iPad e il Kindle Fire sono emblematici delle rispettive aziende. Il business principale di Apple è vendere dispositivi per ricavarne un considerevole guadagno, business che viene irrobustito da un altro business, quello della vendita di contenuti digitali per tali dispositivi. Il business principale di Amazon è il retail, il commercio al dettaglio, anche in ambito digitale. Business che viene irrobustito dalla vendita di dispositivi a basso costo che vengono ottimizzati per l’acquisto al volo di qualsiasi prodotto digitale venduto da Amazon.
Lo scorso 7 settembre — a seguito di un articolo di MG Siegler in cui venivano rivelate in anteprima molte delle caratteristiche del ‘tablet di Amazon’ che sarebbe stato commercializzato come Kindle Fire — scrissi una serie di impressioni preliminari (in inglese). Nel mio pezzo, cercavo di mettermi nei panni di vari tipi di utente (chi già possiede un iPad, chi già possiede un Kindle, e chi sta valutando l’acquisto di un tablet) per provare ad analizzare l’impatto del nuovo tablet di Amazon. Vale la pena ribadire un paio di osservazioni. Scrissi:
Facciamo un confronto veloce fra l’imminente tablet di Amazon e l’iPad. I vantaggi possibili del tablet di Amazon sull’iPad: uno schermo più piccolo (per alcuni l’iPad è troppo ingombrante), il dispositivo sarà molto probabilmente più leggero e facile da maneggiare, e costa la metà del modello di iPad più economico; poi ovviamente integra tutti i servizi e le applicazioni Amazon. Da parte sua, l’iPad è più veloce, ha uno schermo più grande (e forse di qualità migliore), ha un parco applicazioni molto più fornito e variegato (che assicura maggior versatilità), ha un’interfaccia multi-touch migliore, più spazio di archiviazione, due fotocamere, migliore qualità costruttiva. Non faccio confronti iOS contro Android perché, a seconda dell’utente, il sistema operativo può essere il fattore più discriminante o il meno rilevante in assoluto.
E, più avanti:
Quel che più mi lascia perplesso è la mancanza di tecnologia e‑Ink. Un tablet di Amazon con tutte quelle caratteristiche e in più la tecnologia e‑Ink avrebbe potuto interessarmi al punto di rimandare l’acquisto di iPad. Ma un tablet con cui si suppone di leggere parecchi libri elettronici (è sempre il fratello maggiore del Kindle, in fondo) che è privo di una funzionalità così unica e utile come e‑Ink, beh, è un tablet come un altro. In altre parole, chi legge molto e ama l’e-Ink comprerà un Kindle ‘normale’. Chi legge molto e non ha problemi a leggere su un tradizionale schermo LCD/LED retroilluminato, sarà forse più tentato ad acquistare un iPad, a meno di trovarlo troppo pesante da reggere per lunghi intervalli di tempo e/o perché non può permettersi il costo di un iPad. Oppure perché odia Apple e tutto ciò che produce.
Sono impressioni che continuo ad avere anche dopo la presentazione ufficiale del Kindle Fire.
Ciò che importa sono i servizi e i contenuti (ovvero: il Kindle Fire è un’interfaccia)
Nella presentazione del Kindle non si è quasi parlato dell’hardware. Certo, Amazon non è un costruttore di hardware come potrebbe esserlo Apple, ma un’azienda che fornisce servizi e contenuti. Il Kindle è il dispositivo fatto per accedervi e fruirli. Il Kindle è un’interfaccia. Ecco perché non viene messo l’accento sull’hardware stesso né vi è traccia di feticismo per le specifiche tecniche. Il messaggio di Amazon è: “Abbiamo costruito questo ecosistema, offriamo questi servizi e questi contenuti, e questo è l’hardware sufficientemente buono che mettiamo a vostra disposizione per usufruire della nostra offerta”. È per questo che l’hardware ha prezzi abbordabili. Come ha detto e ripetuto Bezos: Premium products at non-premium prices, ossia, in soldoni, Prodotti esclusivi a prezzi popolari.
Se siete ancora convinti che il Kindle Fire sia un diretto concorrente di iPad, considerate come è stato presentato da Bezos. Prima ha illustrato i vari servizi offerti da Amazon: Amazon Web Services, Amazon Prime, Amazon Kindle, Amazon Instant Video, Amazon MP3 Store e Amazon Appstore. Poi ha detto, testualmente: Esiste un modo in cui possiamo riunire tutte queste cose insieme in un prodotto interessante che i nostri clienti possano amare? — Sì, il Kindle Fire.
In altre parole, i servizi sono l’esigenza, il Kindle Fire la risposta. Il Kindle Fire è la migliore soluzione di Amazon per interfacciare l’utente con i servizi di Amazon. L’iPad è la migliore soluzione di Apple per colmare il divario fra smartphone e computer portatili. Il Kindle Fire e l’iPad si ritrovano a condividere lo stesso territorio in quanto tablet, ma (come ha fatto notare Gruber) provengono da due direzioni piuttosto diverse.
Non è forse un po’ troppo touch?
Nel suo articolo A machine for Reading Books, Lukas Mathis scrive:
Non sono contrario all’idea di avere un lettore di eBook con uno schermo tattile. Toccare sull’icona di un libro per aprirlo ha assolutamente senso, anche se si finisce con lo sporcare lo schermo. Ma la presenza di uno schermo tattile non impedisce di aggiungere un pulsante fisico che permetta di eseguire facilmente e senza sforzo quel gesto che si compie con maggiore frequenza su un dispositivo come questo.
Mathis si riferisce alla mancanza di pulsanti fisici per girare pagina sul Kindle touch. A suo parere non è una buona idea, e io sono d’accordo con lui. Appena ho visto il Kindle touch, che elimina finalmente quella minuscola tastiera appena usabile, ero pronto a ordinarne uno, ma dopo aver letto l’articolo di Mathis sono tornato sui miei passi e adesso sto considerando l’acquisto del Kindle ‘di base’ a 79 dollari (che pagherò 109 dollari perché pare che i modelli di Kindle con le offerte pubblicitarie, che sono meno cari, non sono disponibili per chi acquista dalla Spagna — e presumo da altri paesi al di fuori degli USA).
È questo passaggio che mi ha fatto cambiare idea:
Ora confrontiamo [il voltar pagina utilizzando un pulsante fisico] con il girare le pagine usando un’interfaccia touch. Innanzi tutto, i Kindle non hanno schermi resistivi. Di solito è un vantaggio, ma in questo caso particolare significa che non è possibile tenere appoggiato il dito sullo schermo. Occorre sollevarlo prima di poter girare pagina.
Girare pagine con uno schermo tattile significa anche coprire parte dello schermo con il pollice.
Inoltre lo schermo è destinato a sporcarsi molto, e rapidamente. Con un tablet come iPad, questo importa poco. Quando un iPad è acceso, lo schermo ha una tale luminosità che di solito non notiamo lo sporco accumulatosi dall’ultima volta che lo abbiamo pulito. Lo schermo riflettente del Kindle è diverso. Quando per sbaglio metto le dita sullo schermo del mio Kindle, lo noto immediatamente.
Scegliere l’interfaccia touch per i nuovi Kindle è un’ottima mossa per lasciarsi finalmente alle spalle il tremendo sistema di navigazione basato sulla tastiera, ma Mathis ha ragione, non è una mossa altrettanto azzeccata per girare le pagine. I pulsanti fisici offrono un feedback migliore e non interferiscono con la lettura, non dovete coprire parzialmente lo schermo e quel che state leggendo per girare pagina.
Giusto per introdurre un confronto curioso: il Newton (nella fattispecie i modelli MessagePad 2000 e 2100) offre una variante interessante in merito al girare pagine. Non vi sono neanche qui dei pulsanti fisici, ma le frecce su/giù che si possono toccare sullo schermo (con lo stilo ma anche con l’unghia del pollice) sono disposte in un’area al di fuori del testo che si sta leggendo. Si trovano nel ‘dock’ del Newton nella parte inferiore dello schermo:
(Esiste una preferenza per spostarle sul lato sinistro se si è mancini).
Sul Newton le frecce non sono abbastanza grandi da essere comode, e a volte mi capita di tornare alla pagina precedente invece di andare alla successiva, ma in linea di principio non è una cattiva implementazione: immaginiamo un Kindle touch con uno schermo leggermente più largo e dotato di ‘aree touch’ sui lati del testo per girare le pagine senza dover coprire lo schermo con la mano e senza lasciare ditate sopra il testo che si sta leggendo.
Perché ordinerò il nuovo Kindle di base (non touch)
Non acquisterò un Kindle touch per i motivi già detti. Non acquisterò un Kindle Fire perché sono decisamente orientato su un iPad. Il nuovo Kindle di base appare sempre più allettante. È piccolo, leggero, molto economico… insomma, il classico acquisto ‘perché no?’. L’unica cosa che mi infastidisce è che non hanno ridisegnato i controlli direzionali del Kindle classico. Passi per il pulsante centrale, che è grande, ma malgrado io abbia dita sottili ho sempre trovato molto scomodi i quattro pulsantini laterali (i ‘bordi’ del quadrato). Beh, mi toccherà accettare il compromesso.
Non si sopravvive senza un piano preciso
Credo che Amazon venderà in gran quantità questi nuovi Kindle. La scelta di non pensionare la vecchia linea di Kindle con tastiera significa dare ai propri clienti un ventaglio di possibilità molto ampio. Il Kindle touch attrae i vecchi clienti che vogliono disfarsi della tastiera e a cui non importa sfogliare i libri elettronici toccando direttamente lo schermo. È un prodotto interessante anche per quelle persone che adesso usano altri lettori di eBook sempre basati su tastiera e vogliono passare a un prodotto touch di buona fattura costruito da un marchio riconosciuto. Chi sta pensando di acquistare un tablet può ora trovare un’alternativa più economica all’iPad, con una interfaccia decente e un ottimo ecosistema alle spalle. Per chi, come me, vuole prendersi un buon lettore di eBook e provare il mondo Amazon senza spendere troppo, il nuovo Kindle a 79/109 dollari è davvero una tentazione.
Quando dico “Non si sopravvive senza un piano preciso” mi riferisco ovviamente al mercato dei tablet. Il quale, fino a pochi giorni fa, era composto da un solo prodotto credibile (l’iPad) e da uno sparuto gruppo di anonimi che importavano solo a poca gente. Ora i prodotti credibili sono due. Quel che hanno in comune è che le rispettive aziende produttrici sanno quello che fanno e hanno costruito (Apple) e stanno costruendo (Amazon) un ecosistema robusto intorno ai propri dispositivi. Uno sceglie di comprare un iPad o un Kindle Fire perché ognuno di essi ha un senso. L’iPad può fungere da computer portatile ultraleggero (nel peso e nell’uso), ha il pieno appoggio dell’App Store e dell’iTunes Store, quindi tantissimi contenuti media e migliaia di applicazioni, e può diventare un dispositivo molto versatile. Il Kindle Fire può offrire tutto ciò che offre Amazon: libri, ma anche film, musica, riviste, applicazioni e giochi. E da quel che si è visto, Amazon sta facendo il possibile per fornire un’esperienza utente e una qualità generale di un certo livello (l’interfaccia del Kindle Fire è una delle migliori iOS-ificazioni di Android che ho visto finora); in più, Amazon è andata fortificando tutta una serie di servizi con cui interfacciarsi attraverso il Kindle Fire.
Ancora Gruber:
Attaccare da una posizione di forza. Continuare a sviluppare sui successi precedenti. È quel che fa Apple. Ed è quel che sta facendo Amazon. Gli altri, i vari Samsung, HTC, Motorola, RIM, non sono in grado di proporre un design hardware all’altezza di Apple, non ci provano nemmeno a proporre software originale e differenziato a livello di Apple, e faticano a mantenere prezzi al livello di Apple perché non hanno i vantaggi dell’economia di scala che ha Apple. Quelle stesse aziende non sono in grado di competere neanche con Amazon, perché non hanno contenuti da vendere. Amazon può permettersi di vendere il rasoio a basso costo perché è ormai da molto tempo nel mercato delle lamette. Gli altri non hanno nemmeno lamette da vendere.
In altre parole: perché acquistare un tablet di Motorola, di Samsung, di RIM? Qual è il loro scopo? A che servono? Che genere di esperienza, di servizi, di contenuti possono garantire? Possono interessare agli smanettoni, che sono un sottoinsieme di un altro sottoinsieme di utenti, i nerd. Possono interessare ai sostenitori di Android più incalliti. Possono essere acquistati per sbaglio dall’utente non pratico, che sta cercando ‘qualcosa tipo l’iPad, ma più a buon mercato’ (e che lo riporterà in negozio facendo valere il recesso non appena si accorgerà di aver comprato un aggeggio che non è appagante, ben progettato e reattivo come l’iPad).
Questi ‘altri tablet’ sono gusci vuoti, prodotti da aziende che non hanno un piano preciso dietro. E verranno ‘bruciati’ senza pietà dal Kindle Fire, che già sembra un’ottima alternativa per tutti coloro che sono affascinati dall’iPad ma vorrebbero qualcosa di più abbordabile, magari meno ingombrante e più leggero… Adesso questa alternativa c’è.