Di mio padre e della stima che ho per lui ho già parlato in Dove chiacchiero di iPad con mio padre, lettura che suggerisco così che vi facciate un’idea più precisa del mio interlocutore. Per chi non ne avesse voglia, la versione molto condensata è al terzo paragrafo:
Mio padre è un uomo acuto, intelligente e curioso. Le circostanze della sua vita gli hanno impedito di andare oltre la terza media, ma la sua volontà, la curiosità intellettuale, il desiderio di sapere e imparare sempre nuove cose, unito a una rara umiltà — quella di non fare mai mistero dei propri limiti, quella di chi dice So di non conoscere quasi nulla di questo campo, quindi chiedo a te che ne sai — lo hanno portato a essere una persona a un livello superiore di tanti laureati, sedicenti intellettuali e sbruffoni che ho avuto la sfortuna di incontrare sia di persona che attraverso Internet. Quel che ho sempre ammirato di lui è poi l’ingegno e l’inventiva: è il classico homo faber che risolve il problema della mancanza dell’oggetto che fa per lui progettandolo e costruendoselo.
Sono da poco rientrato in sede dopo una visita ai miei genitori (visita già programmata, ma resa urgente dalle recenti vicissitudini meteorologiche in Lunigiana — loro abitano lì, e sì, stanno bene). Visto che il loro vecchio videoregistratore ha tirato le cuoia, ho pensato di regalare loro uno di quei lettori DVD-CD-MP3 che leggono anche dischi registrabili, e abbiamo installato il tutto con relativa velocità e semplicità.
I miei hanno due televisori: uno nel salone, uno in cucina. Per la maggior parte del tempo utilizzano quello in cucina, al quale è collegato un ricevitore satellitare acquistato quando Sky si chiamava Tele+, e ora anche il lettore DVD. Fra non molto, quando il digitale terrestre verrà abilitato nella loro regione, suppongo dovranno comprarsi l’apposito aggeggio. Più che l’ammonticchiarsi di vari dispositivi (che, per fortuna, non occupano nemmeno troppo spazio), a rendersi fastidioso è l’orrendo groviglio di cavi sul retro, ma soprattutto il moltiplicarsi dei telecomandi. Ogni dispositivo ne ha uno. Al momento, poi, i miei se la devono vedere con due telecomandi per il televisore: quello originale, e uno universale che hanno acquistato perché metà dei tasti dell’originale hanno smesso di funzionare. Nel 90% dei casi il telecomando universale copre le funzionalità del vecchio, ma di tanto in tanto occorre tirar fuori il vecchio per alcune funzioni di Televideo.
L’altro giorno mio padre, evidentemente frustrato dalla situazione, mi dice testualmente: Ma perché Apple non tira fuori un televisore che funziona come un iPad? Si fa tutto con un’unica interfaccia, senza impazzire con tutti ‘sti accrocchi. Passato lo stupore gli ho detto che parrebbe che Apple ci stia pensando davvero, al che la sua risposta è stata, più o meno: Fammi sapere quando è in commercio ché lo vado a prendere subito.
Sono certo che molte altre persone condividono questo tipo di frustrazione. Chissà, probabilmente se Apple produrrà davvero la iTV (o come si chiamerà) potrebbe avere i numeri per diventare un altro di quei successi fragorosi che polverizzano la concorrenza. Una televisione con un’unica interfaccia iOS — ossia facile da usare e soprattutto da comprendere, ostacolo di moltissimi telecomandi e dispositivi attuali — sarebbe certamente un gran bel regalo per molti consumatori, specie i meno avvezzi alla tecnologia.
Ovviamente, le difficoltà che Apple dovrà affrontare, se decide di costruire questa iTelevisione, non riguardano né l’hardware né il software, ma i contenuti. Già è stato difficile relazionarsi con l’industria musicale e d’intrattenimento per quanto concerne l’iTunes Store, figuriamoci le stazioni televisive, sia per la sola realtà statunitense, sia per tutte le realtà nazionali se e quando l’iTelevisione verrà immessa sui mercati internazionali.
Durante la chiacchierata con mio padre sono venute fuori considerazioni più che altro legate all’interfaccia e al design di questo possibile dispositivo. Ancora una volta sono rimasto sorpreso dall’approccio e dall’intuizione di mio padre per queste cose; non dico questo perché penso che mio padre non sia un uomo intelligente e acuto, anzi. La ragione principale della mia sorpresa è che lui non possiede un computer, né un iPhone, né un iPad, né naviga in Internet, né dimostra particolare interesse per i gadget elettronici (a meno di non riconoscerne l’utilità, naturalmente — per questo due anni fa si è comprato un navigatore satellitare per l’auto). La sua esperienza diretta con i computer risale agli anni Novanta, quando ancora lavorava in un’azienda. Conosce Apple attraverso la mia esperienza: ha visto l’evoluzione di Mac OS sui miei computer. Ha visto l’interfaccia di iOS sui miei iPhone.
Pertanto mi ha fatto piacere ascoltare le sue osservazioni su come potrebbe funzionare l’ipotetica iTV: Pensa a un telecomando fatto come un iPhone, con pulsanti virtuali. Si potrebbe perfino eliminare il concetto di canale associato a un numero. Invece di un tastierino numerico ci sono le icone dei vari canali. E sul tuo telecomando ci metti solo i canali che vuoi, così come sul tuo iPhone ci sono soltanto le applicazioni che ti interessano, e non tutte le centinaia di migliaia a disposizione. Gli ho chiesto, scherzando, se avesse letto i miei appunti, in quanto conservo delle bozze di articoli per il mio blog che risalgono al 2009, e all’epoca stavo raccogliendo note per un articolo (mai ultimato) sulla metafora dell’interfaccia di iOS. Una di queste note metteva a confronto le metafore dei vari sistemi operativi: Se Mac OS X continua a proporre la metafora della scrivania di un ufficio, qual è la metafora di iOS? Quella del telecomando di una televisione: ogni applicazione è un diverso canale di intrattenimento (o di accrescimento culturale).
L’utente Mac di lungo corso che è in me — devo ammetterlo — è infastidito dall’interesse che Apple (ossia Jobs) dimostra verso questo possibile percorso ‘televisivo’. Quella parte di me vorrebbe che Apple riservasse le sue energie per tirar fuori un Mac nuovo, innovativo e strabiliante, non una iTV. Ma se Apple sarà veramente in grado di rivoluzionare il settore dell’intrattenimento domestico come ha rivoluzionato quello musicale, magari trasformando la televisione in qualcosa di meno passivo e più intelligente, allora ben venga. Quando un’innovazione tecnologica ha la potenzialità di rendere le persone meno stupide e più consapevoli delle proprie scelte, io sono sempre favorevole.