Leggo stamattina su Macworld USA la notizia secondo cui Microsoft avrebbe in programma di aprire una catena di negozi à la Apple Store per “trasformare l’esperienza di acquisto di un PC e dei prodotti Microsoft”. Per svolgere questo compito ha persino assunto un esecutivo di Dreamworks.
Sì, so quel che state pensando. L’ho pensato anch’io.
Piccoli stralci dall’articolo di Macworld:
Secondo un comunicato stampa Microsoft, gli store aiuteranno Microsoft ad avere un contatto più diretto con i consumatori e a capire immediatamente ciò che vogliono acquistare e in che modalità.
Che dite, meglio tardi che mai?
Per quanto riguarda l’interazione diretta con i propri clienti e consumatori, è da molto ormai che si ritiene Microsoft piuttosto indietro rispetto ad Apple, sua concorrente, e Apple ha un vantaggio e l’esperienza di svariati anni nel gestire una catena di negozi. Malgrado Microsoft produca le sue console di gioco (Xbox), i suoi media player (Zune) e altri dispositivi, è tuttora priva di un prodotto PC con il proprio marchio come il Macintosh di Apple.
Ecco, appunto. Il nodo della situazione è ben riassunto in queste poche righe. Anzitutto, Microsoft e Apple sono sempre state percepite come acerrime rivali, quando in realtà competono seriamente in ben pochi mercati. Lo ribadirò fino alla nausea: Apple è un’azienda che produce hardware in primis, e poi anche il software per far funzionare tale hardware. Microsoft è essenzialmente un’azienda che produce software. E se vogliamo guardare un po’ più a fondo, oggi Apple e Microsoft non competono granché neanche sotto il profilo software. Apple ha sviluppato programmi per Windows (QuickTime, iTunes, Safari…), e Microsoft ha sempre prodotto Office per Mac. Il fatto che i Mac con processori Intel possano far girare nativamente Windows non può che essere una buona notizia per Microsoft, che vende qualche licenza di XP o di Vista in più.
Apple non produce una console di gioco, quindi nessuna competizione con Xbox. E in quei territori in cui potrebbe esserci competizione (player MP3, e adesso la catena di negozi — dando per assodato che il progetto verrà effettivamente realizzato), in realtà non c’è competizione, perché Microsoft si è sempre svegliata troppo tardi. Questa idea dei Microsoft Store ne è l’ennesima prova.
Questa mossa fa parte dei preparativi che l’azienda sta approntando con la prossima uscita di Windows 7, e le nuove release di Windows Mobile e del portale online Windows Live. È una decisione in linea con i cambiamenti che Microsoft ha effettuato nel settore marketing dopo l’immagine negativa creatasi intorno al suo sistema operativo Windows Vista.
Buona fortuna. A parte che da quando ho letto questa notizia sto cercando davvero di immaginarmi come possa essere un Microsoft Store e in che cosa si possa differenziare dal solito reparto PC dei negozi di informatica, degli ipermercati e centri commerciali. Perché il successo degli Apple Store è dovuto a tanti fattori, ma davanti a tutto metterei il design gradevole del luogo e la potenza del marchio Apple, che uniti formano un’esperienza ‘diversa’, ‘alternativa’ al solito negozio. Ordine, eleganza dell’esposizione, utilizzo dei materiali (gli Apple Store hanno una certa sobrietà quasi da museo d’arte moderna), addestramento del personale, in genere amichevole, preparato e non invadente.
Microsoft che farà? Scaffali con Xbox, Zune, scatole di Office, delle tante versioni di Vista e del prossimo Windows 7, tastiere e mouse, probabilmente ci sarà uno spazio dedicato al merchandising dove si venderanno le nuove T‑shirt della linea Softwear e che altro? Ci saranno forse dei PC, dei palmari e smartphone con sistema operativo Windows Mobile. Cerco di essere il più possibile imparziale, ma non riesco, non riesco proprio a immaginarmi uno store appetibile e che faccia venir voglia di entrare a dare un’occhiata e provare i prodotti. A parte la prima volta, forse, per curiosità.
Insomma, per recuperare gli anni perduti e cercare di ridurre il vantaggio accumulato da Apple, dovranno farsi venire delle ottime idee. Altrimenti sarà altro denaro buttato, come per la campagna pubblicitaria I’m a PC.