Macworld | Mozilla CEO: Apple wrong ‘pushing’ Safari to Windows users: Dato che il link diretto al blog di John Lilly (CEO di Mozilla) al momento non funziona, probabilmente a causa dei troppi accessi, rimando per ora al più breve articolo di Jim Dalrymple su Macworld.com.
L’antefatto: quando un utente Windows decide di installare QuickTime e iTunes, sul suo PC viene installata anche una versione Windows di Aggiornamento Software, così da semplificare il processo di aggiornamento quando viene rilasciato un update di uno di questi componenti. Quando Apple introdusse Safari 3 beta, rese disponibile una versione anche per Windows, la cui installazione era assolutamente facoltativa (il programma appariva in Aggiornamento Software e da lì si poteva decidere se installare o no).
Pochi giorni fa Apple rilascia la versione 3.1 di Safari, che compare in Aggiornamento Software per Windows insieme a QuickTime + iTunes 7.6.1 (per chi non li ha ancora aggiornati). I due dettagli che hanno scatenato la disapprovazione del CEO di Mozilla sono:
1. Safari 3.1 appare ugualmente anche se non è stata installata una versione precedente sulla macchina Windows.
2. Safari 3.1, QuickTime e iTunes hanno già attivato per default il segno di spunta. Questo implica che basta premere il pulsante ‘Installa 2 elementi’, un’operazione del tutto meccanica secondo John Lilly, e l’utente Windows si ritrova installato Safari 3.1.
Immagine presa da Cnet.com
Secondo Lilly, questa scelta di Apple è indice di un comportamento scorretto:
Va a minare il rapporto di fiducia che le grandi aziende hanno con i propri clienti, e non è una buona cosa, non solo per Apple, ma anche per la sicurezza dell’intero Web.
Un po’ esagerato, a mio avviso. Lilly continua affermando che:
Tutti i produttori di software stanno cercando di conquistare la fiducia degli utenti per quanto riguarda gli aggiornamenti, pertanto il comportamento più probabile in questo caso è che gli utenti facciano clic su ‘Install 2 Items’, per ritrovarsi installato un software del tutto nuovo, probabilmente senza neanche volerlo.
Ciò che preoccupa il CEO di Mozilla non è tanto l’offrire un software non richiesto dall’utente, ma il fatto che un simile atteggiamento possa incrinare il rapporto di fiducia fra utente e grande azienda e le conseguenze per la sicurezza degli utenti sul Web. E qui la frase bomba:
Apple ha reso molto semplice l’installazione di software che l’utente non ha richiesto, e magari nemmeno vuole; la procedura è praticamente di default. Questo è sbagliato, ed è quasi paragonabile alle pratiche di distribuzione di software malevolo.
Vediamo ora di riportare un poco di buonsenso.
Primo: Aggiornamento Software, specie per Windows, è un programma che informa l’utente sugli aggiornamenti provenienti da Apple. Sarà anche una questione di sottile semantica, ma se Apple produce un nuovo software per Windows, Aggiornamento Software è il luogo migliore per ‘annunciarlo’. Tanto è vero che (si osservi la figura) in Aggiornamento Software è scritto a chiare lettere che: New software is available from Apple (nella versione italiana su Mac OS X la frase recita “È disponibile del nuovo software per il tuo computer”, qui la traduzione letterale è “È disponibile del nuovo software Apple”).
Secondo: è sufficiente guardare, senza neanche leggere, la finestra di Aggiornamento Software per capire che c’è qualcosa di nuovo (Safari 3.1); e basta leggere la breve nota informativa nella finestra in basso per capire che si tratta di un browser. Preso atto di questo, se uno non vuole Safari, disattiva la casella. Se uno lo installa senza volerlo, o non lo usa perché non si accorge di averlo installato, oppure, se se ne accorge (Windows crea un alias di Safari sulla scrivania) e non lo vuole, lo butta via.
Terzo: se parliamo di ‘pratiche di distribuzione di software malevolo’, perché non fare esempi più subdoli di questo? Vogliamo parlare di come Microsoft gestisce gli ‘Aggiornamenti automatici’? Che persino quando si vogliono avere più informazioni sull’ennesimo ‘aggiornamento per la sicurezza’ (di Windows XP, di Explorer, ecc.), le descrizioni fanno riferimento a oscuri numeri della Knowledge Base Microsoft. Vogliamo parlare della quantità di software ‘che l’utente non ha richiesto, e magari nemmeno vuole’ che Microsoft installa su un PC? Vogliamo parlare proprio di Firefox per Windows, che installa Google Toolbar per default, senza nemmeno presentare una finestra di dialogo, o una casella che l’utente può spuntare o meno? E disattivare Google Toolbar non è un procedimento così immediato come sembra.
E questi sono solo i primi esempi che mi sono venuti in mente. Ho l’impressione che il CEO di Mozilla faccia confusione fra pagliuzze e travi quando guarda negli occhi altrui, per così dire.
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[Aggiornamento: per completezza, fornisco il link al post nel blog di John Lilly, che è tornato accessibile.]
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