Ho scaricato Firefox 3, ma non durante la gran fanfara voluta dalla Mozilla Foundation per battere uno stupido record. Semplicemente, qualche giorno fa ho aperto la versione di Firefox che avevo (3.0 beta RC1) e mi ha chiesto se volevo aggiornare. Sì, grazie. Finita lì.
Avevo parlato molto bene di Firefox 3 quando scaricai la Beta 4 — fui particolarmente colpito dalla gestione dei bookmark, che è senza dubbio la funzionalità più interessante di questo browser, a mio avviso. È una spanna avanti rispetto a Safari e Camino (e una mezza spanna rispetto a OmniWeb), ma per il resto lo utilizzo saltuariamente e lo tengo sui miei Mac nel metaforico armadietto dove conservo i browser, perché a me piace testarli e mi interessa in generale lo sviluppo di questo particolare tipo di software. Sarà perché una decina d’anni fa ero uno dei molti beta tester di Netscape/Mozilla, quando le beta di Mozilla si chiamavano ancora Milestone (M09, M10, ecc.).
Sarà per questo che non riesco ad appassionarmi a Firefox, né mi ha particolarmente esaltato la gran festa intorno alla versione 3. Se mi si passa l’immagine, direi che Firefox, pur rimanendo radicato nell’ambito open source, ha un retrogusto commerciale che mi lascia piuttosto freddo. È un progetto che ha preso coscienza del fatto che può ‘fare carriera’, in un certo senso. Niente di male, e tanti auguri, però continuo a preferire Camino, sia nello spirito, sia nel concreto, limitandomi al prodotto software che, come ho commentato di recente, alla versione 1.6 fa già bene quel che Firefox fa alla versione 3. Camino è più Mac nell’interfaccia e, se vogliamo, nella filosofia spartana che lo contraddistingue. Osservando Monitoraggio Attività, Firefox con 2 pannelli aperti consuma RAM e cicli processore circa quanto Camino con 3 pannelli aperti. Camino ha meno funzioni, non ha una gran gestione dei bookmark, i pannelli non si possono riorganizzare con il drag and drop, ecc. Ma ha una funzione che né Firefox né Safari hanno (e che per averla, se non erro, necessitano di plug-in di terze parti): il blocco della pubblicità Web. Non parlo tanto di finestre pop-up, ma degli antipaticissimi banner (spesso animazioni Flash) che istoriano parecchi siti. Attivando l’opzione “Block Web advertising” nel pannello Web Features delle preferenze di Camino si può dire addio agli odiati banner. (Anche OmniWeb incorpora questa funzione).
Un altro browser della famiglia Mozilla che sto provando è SeaMonkey, vera e propria reincarnazione della suite Netscape/Mozilla che tanto amavo. Proprio come Netscape prima e Mozilla poi, SeaMonkey non è solo browser, ma è costituito da una struttura a moduli composta da un browser (Navigator), un client per la gestione di posta e newsgroup (Mail & Newsgroup), un editor HTML (Composer), e un client di chat IRC (ChatZilla). Non incorpora la rinnovata gestione dei bookmark di Firefox, ma a parità di finestre e pannelli aperti consuma meno risorse. Come reattività e velocità percepita lo trovo a un livello intermedio tra Firefox e Camino (essendo Camino il più ‘scattante’). Dico ‘percepita’ perché il motore di rendering è sempre Gecko per tutti e tre i browser. Il resto, credo, sta tutto nell’ottimizzazione. Un’altra cosa che trovo gradevole di SeaMonkey è la possibilità di installare vecchi temi che erano ormai spariti dalla circolazione e che qualcuno ha pensato bene di risuscitare. Ho potuto così installare il mio preferito da sempre: Venerable Modern. Per Firefox 3, come si suol dire, non c’è trippa per gatti. Quasi quasi torno alla homepage di Camino e chiedo di entrare come beta tester…
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