A pochi giorni dall’introduzione ufficiale dell’iPad mini, non ne posso già più. Non tanto del dispositivo in sé: ci mancherebbe, l’iPad mini è palesemente un buon prodotto. Ben costruito, ben ingegnerizzato, leggero e pratico da maneggiare. Quel che mi sta progressivamente irritando sono le recensioni del solito circolo di geek d’élite, i quali, chi più chi meno, paiono tutti ‘folgorati sulla via di Damasco’. Dopo una manciata di giorni con il nuovo arrivato da 7,9″, molti di loro sembrano pronti a gettare il vecchio iPad dalla finestra, felici di poter usare un dispositivo che, sì, ha dei vantaggi evidenti rispetto al fratello maggiore, ma anche degli svantaggi. Però sembrano tutti d’accordo sul fatto che su quegli svantaggi (come lo schermo non a risoluzione Retina, o le difficoltà d’uso derivate dalle dimensioni più contenute dello schermo stesso) si possa tranquillamente chiudere un occhio.
Il mio compromesso è il migliore
È chiaro che scegliere fra un iPad normale e un iPad mini significa effettuare una scelta fra due compromessi. L’iPad normale è più grande, più pesante, si ricarica più lentamente, è più costoso. Però offre uno schermo favoloso, su cui leggere è un piacere. Le maggiori dimensioni dello schermo permettono una più comoda interazione con gli elementi dell’interfaccia utente, e la combinazione di schermo Retina e dimensioni maggiori è sicuramente benvenuta per chi utilizza applicazioni per creare, specie di disegno e pittura. L’iPad mini ha uno schermo più piccolo e privo (per ora) di una risoluzione Retina, e per alcuni può comunque risultare costoso per quello che offre. D’altra parte, però, è decisamente più maneggevole di un iPad normale, specie con una mano. E, a sentire i geek entusiasti, è molto più portatile dell’iPad ‘classico’. Sulla portabilità faccio un appunto più oltre.
Sostenere che uno di questi compromessi sia ‘migliore’ dell’altro mi pare sciocco, e non è certo nelle mie intenzioni. È il solito ritornello: ognuno ha le proprie esigenze, ognuno faccia ciò che vuole e scelga come pare e piace. Quel che forse trovo irritante in tante recensioni che ho letto, tuttavia, è la prontezza con cui i geek entusiasti sembrano disposti a riscrivere le proprie necessità (per usare una felice espressione di Filippo Corti); la prontezza con cui sembrano disposti a rinunciare a una caratteristica così di alta qualità come uno schermo Retina perché evidentemente l’importante è avere dietro qualcosa di più piccolo e leggero, e a quel paese tutto il resto; la prontezza con cui sembrano dichiarare già da ora che questo è il vero iPad.
Insomma, forse sono io a interpretare scorrettamente l’entusiasmo, ma l’impressione immediata che ne ricavo è che il sottotesto sia Scegliere l’iPad mini è il compromesso migliore.
Sottili incoerenze
E forse lo è. Da quando iPad mini è in commercio, i primi dati di vendita sembrano confermare l’ipotesi di John Gruber, secondo il quale con l’iPad mini si ripete la storia dell’iPod mini della scorsa decade: dopo la sua introduzione nel 2004, infatti, si confermò un prodotto di incredibile successo, che fece decollare sensibilmente le vendite di tutti gli iPod.
Altri sono d’accordo con questa analisi e si uniscono al coro che canta del grande futuro dell’iPad mini. E va benissimo. Anch’io riconosco la forte attrattiva di questo dispositivo, leggero come un Kindle, potente come un iPad. Anch’io sono convinto che avrà un enorme successo e polverizzerà la concorrenza. Ma, citando ancora Corti, sempre dall’articolo linkato poco sopra:
Perché questa cosa delle dimensioni dello schermo è saltata fuori solo nelle ultime settimane, da quando l’iPad Mini esiste? Perché per tre anni né Gruber, né io, né la maggior parte dei blogger Apple-centrici ha mai detto “mah, pensavo, non picchiatemi eh, forse un iPad da 7 pollici sarebbe migliore, forse Samsung mica è stata stupida, forse è giusto farlo più piccolo. Forse Apple ha sbagliato le dimensioni. Gesù, questo coso è grande”.
Solo oggi, dopo che Apple ha risolto il problema, dopo che Apple ha fatto un iPad mini, tutti improvvisamente lo notano: l’iPad modello king kong — king kong, perché ‘mo improvvisamente è ingestibile da quanto è grande — è meno comodo del 7″. E il consenso è, si può quasi dire, unanime: sostituirebbero tutti l’iPad Mini a quello classico […]
La reazione di Corti è proprio la stessa che ho avuto io di fronte a tutte queste recensioni eccitate per il nuovo giocattolo. È vero, dall’iPod in avanti Apple è stata eccellente nel realizzare prodotti che creassero un bisogno là dove non c’era (o c’era, forse, ma così, timidamente), e immagino che l’entusiasmo verso il piccolo iPad derivi soprattutto dalla sorpresa di chi si trova fra le mani un qualcosa che “accidenti — è proprio delle dimensioni giuste per me!”
È anche vero che tutti questi geek sapientoni, prima che circolassero voci di corridoio di un possibile ‘iPad mini’, non sembravano nemmeno porsi il problema: l’iPad normale va bene così com’è – si, beh, è un po’ pesante da tenere in mano per molte ore, ma lo schermo Retina è fantastico, nessuno della concorrenza ha prodotto un dispositivo così ben fatto e con uno schermo così – e ha ragione Jobs quando dice che un iPad da 7 pollici sarebbe una sciocchezza, e citavano questo suo passaggio, tratto dalla conferenza dell’ottobre 2010 per discutere i risultati finanziari dell’ultimo trimestre:
Si è soliti pensare che uno schermo da 7″ potrebbe offrire il 70% dei benefici di uno schermo da 10″. Purtroppo la realtà è ben diversa. Le misure dello schermo sono in diagonale, per cui uno schermo da 7″ è grande soltanto il 45% dello schermo da 10″ di un iPad. […]
Se prendete un iPad e lo tenete in orientamento verticale, e tracciate una linea immaginaria orizzontale a metà schermo, gli schermi su questi tablet da 7″ sono un po’ più piccoli della metà inferiore del display dell’iPad. Questa dimensione non è sufficiente per creare ottime applicazioni per tablet, a nostro parere. […]
Apple ha svolto numerosi test sulle interfacce utente utente per molti anni, e in quest’ambito sappiamo davvero il fatto nostro. Ci sono dei limiti evidenti a quanto vicino è possibile posizionare fisicamente gli elementi su uno schermo tattile prima che diventi difficile per gli utenti toccarli, farli scorrere o pizzicarli. Questo è uno dei motivi principali per cui riteniamo che 10 pollici per uno schermo sono la dimensione minima necessaria per creare ottime applicazioni per tablet. […]
I tablet da 7″ sono tweeners: troppo grandi per competere con uno smartphone, e troppo piccoli per competere con un iPad.
Ma poi, ehi, anche i grandi possono sbagliare, e come ebbe a dire Jobs più avanti (concetto ripreso recentemente anche da Jeff Bezos, fondatore e CEO di Amazon) a volte è sensato rivedere le proprie opinioni. Secondo Bezos le persone che vedono giusto con una certa frequenza sono persone spesso disposte a cambiare le proprie opinioni; e non ritiene che la coerenza di pensiero sia una caratteristica particolarmente positiva. (Così riporta Jason Fried di 37 Signals).
E poi, ehi, l’iPad mini non è un tablet da sette pollici, è quasi da otto, e questo cambia molte cose. Eccetera. E lo schermo Retina? Beh, sì, è bello averlo, ma ci vuol poco ad abituarsi a quello del mini (peggiore), dopo un po’ non te ne accorgi, e poi alla maggior parte della gente non importerà comunque. Eccetera. Notare che si sta parlando di una delle caratteristiche più vantate da Apple, prima su iPhone, poi su iPad e Mac, che prima viene usata anche dai geek entusiasti come punto di distinzione dei dispositivi Apple rispetto ai concorrenti — e a ragione. Poi arriva iPad mini e improvvisamente chissenefrega dello schermo Retina, lo schermo del mini è ‘sufficiente’. (Ma noi utenti Apple non eravamo quelli a cui non bastava il ‘sufficiente’ e volevamo il meglio?)
Sembra quasi una gara a chi giustifica di più l’esistenza di iPad mini. Che, ripeto, è un ottimo prodotto e non ha certo bisogno di schiere di ‘blogger pon-pon’, se mi passate l’espressione.
Postilla tutta personale sulla portabilità
È incredibile quanto imperi il relativismo in ambito tecnologico. Ora che c’è l’iPad mini — come nota Corti — l’iPad da 9,7″ improvvisamente diventa enorme, pesante, ingestibile. Il geek entusiasta di turno, Hackett, nella sua recensione scrive “Non mi sono mai sentito a mio agio nell’utilizzare l’iPad fuori dall’ufficio o da casa mia, ma credo che porterò con me molto più spesso questo iPad più piccolo e leggero.“ Liberissimo, per carità, ma al tempo stesso non posso non chiedermi che diamine avesse di così fuori posto l’iPad tradizionale, e se questa non sia, in fondo, un’esagerazione. Capirei se stessimo parlando di portarsi appresso un MacBook Pro o anche Air. Se non si acquistano borse adatte al trasporto, può essere un po’ antipatico infilare il portatile in borsa, e magari si è costretti a scegliere un bagaglio più ingombrante semplicemente per farci stare tutto. Ma non vedo questo enorme problema nel portare con sé un iPad da 9,7”. Certo, il mini è circa 4 centimetri più basso e circa 5 centimetri più stretto, ma un iPad normale è pur sempre più piccolo di un foglio A4, considerando altezza e larghezza. In altre parole, qualsiasi zainetto o borsa in cui è possibile infilare una cartelletta A4 potrà contenere senza problemi un iPad normale.
Io mi porto dietro il mio iPad di terza generazione ovunque abbia occasione di usarlo, ruolo che prima ricopriva in gran parte il piccolo grande PowerBook G4 da 12″, che fra spessore e la necessità di dover avere con me sempre anche l’alimentatore, a volte mi obbligava a scegliere una borsa a tracolla più voluminosa. Ed è un portatile che pesa due chili, mentre l’iPad classico pesa 650 grammi. Non che abbia problemi a portarmi appresso un portatile da due chili, ma è solo per evidenziare la differenza di pesi e ingombri fra i due dispositivi. Differenza che, nel caso di iPad da 9,7″ e iPad mini, non mi pare poi così radicale. C’è e si sente, non ne dubito, ma non mi sembra sia tale da giustificare reazioni tipo “Aaah, finalmente ho l’iPad mini sempre con me! Prima l’altro iPad era così pesante e ingombrante che mi toccava lasciarlo a casa…”
Per evitare fraintendimenti: ritengo che la portabilità sia una bellissima cosa, ed è ovvio che un iPad mini sia più facile da trasportare di un iPad normale, ma tutta questa recente ossessione per la portabilità a me fa un po’ sorridere. Li vedessi in giro, tutti questi ultra-minimalisti di ritorno, senza il minimo bagaglio, senza scartoffie, con solo un iPhone nella tasca dei jeans e un leggero iPad mini sottobraccio. Quel che vedo, invece, è gente con borse capienti, valigette, zaini, da cui saltano fuori smartphone, macchine digitali, portatili, e‑reader, quadernoni, taccuini, agende e quant’altro. In tutto questo, improvvisamente, sembra che trecento grammi di iPad in più o in meno facciano tutta la differenza.
La differenza fra i due iPad, se mai, si vedrà nei modi di utilizzo. Malgrado quanto sostenga Apple — che l’iPad mini è un iPad a tutti gli effetti, può fare le stesse cose di un iPad pur essendo più piccolo — sono dell’idea che l’iPad mini verrà utilizzato più per attività ‘passive’ come la fruizione di contenuti multimediali (lettura, audio/video, giochi), che non per attività più creative, per le quali un iPad normale con schermo ad alta densità appare la soluzione più adatta. È possibile che anche questo potrà giocare un ruolo decisivo nella scelta di quale iPad acquistare.