Il nuovo MacBook Air
La pagina delle prestazioni sul sito Apple fornisce tutti i dettagli sulle nuove componenti e tecnologie all’interno del MacBook Air. Nulla è cambiato all’esterno: alcuni si aspettavano nuovi Air con schermo Retina, ma è prematuro. Inoltre, a mio avviso, a meno che Apple non riesca a trovare un modo per produrre un MacBook Air con schermo Retina che offra queste prestazioni in termini di risparmio energetico e di autonomia, mi sa che non vedremo un simile aggiornamento tanto presto. Magari Apple potrebbe persino decidere di riservare lo schermo Retina come opzione ‘pro’, e lasciare che sia l’incredibile durata della batteria a caratterizzare la linea di portatili più sottile e leggera della famiglia.
Come si diceva, la novità più importante del nuovo MacBook Air è la maggiore autonomia del computer. Il modello da 11 pollici adesso dura quattro ore in più rispetto a prima (9 invece di 5), e il modello da 13 pollici passa da 7 a 12 ore di autonomia. Sono valori impressionanti, specialmente se si tiene presente che sono conservativi. Nella sua recensione del nuovo MacBook Air 13″, PC Magazine scrive (enfasi mia):
Il nuovo processore Intel Core i5-4250U da 1,3 GHz con processore grafico integrato Intel HD Graphics 5000 è nominalmente più lento di 400 MHz rispetto al processore i5-3427U da 1,7 GHz del precedente MacBook Air, ma entrambi possono arrivare a 2,6 GHz con la funzione turbo, se necessario. La più lenta velocità di base contribuisce senz’altro ad allungare la vita della batteria. Il risultato dei nostri test di consumo energetico è stato impressionante: il nuovo MacBook Air da 13 pollici ha dimostrato un’autonomia di 15 ore e 33 minuti.
Nella sua recensione, Nilay Patel di The Verge scrive (enfasi sua):
13 ore e 29 minuti. Questo è tutto quel che dovete veramente sapere — questo è quanto è durato il nuovo MacBook Air con Safari sempre attivo durante il Test della batteria di The Verge, che obbliga il computer a caricare ciclicamente una serie di siti Web e immagini con la luminosità dello schermo al 65%. Lo stesso test con Chrome ha prodotto una durata più breve, 11 ore e 29 minuti, ma sono entrambi risultati assurdamente strabilianti. Anzi, rappresentano il record assoluto nel nostro test: nessun portatile ha dimostrato una tale durata senza l’ausilio di una batteria esterna.
Insomma, i nuovi MacBook Air sono decisamente all’insegna del risparmio energetico: gli ingredienti fondamentali per ottenere prestazioni di tale livello sono anzitutto una batteria più grande e più potente (da 54 wattora contro i precedenti 50 wattora, nel modello da 13 pollici), e poi la nuova architettura Intel Core. I processori i5 e i7 di quarta generazione sono potenti quanto i processori che vanno a sostituire, ma utilizzano meno energia.
Altre piccole novità molto gradite: doppio microfono stereo invece che mono (Apple sostiene che il doppio microfono aiuta ad attenuare il rumore durante le chat audio/video e serve a una migliore ricezione della voce mentre si utilizza la funzione Dettatura); maggiore spazio di archiviazione flash per il modello entry-level di MacBook Air 11″ (128 GB invece di 64), sempre allo stesso prezzo di prima; una tecnologia flash più veloce, che da un lato garantisce tempi di risposta più rapidi quando si accende o si risveglia il Mac, ma anche una maggiore velocità di accesso a file e applicazioni, e questo contribuirà senza dubbio a una sensazione di maggiore reattività in generale. E non dimentichiamo poi il nuovo e più veloce protocollo Wi-Fi 802.11ac, che secondo Apple è ‘tre volte più veloce’ del protocollo n dei precedenti MacBook Air.
Con tutta questa serie di migliorie, c’è poco da commentare e poco da aggiungere. Il sottotitolo della recensione di The Verge è Apple produce il computer definitivo da caffetteria, ottimo insomma per prolungate sessioni seduti in qualche Starbucks, ma è una definizione che non rende giustizia al nuovo MacBook Air, che io invece definirei più come il computer definitivo da viaggio. È un po’ come avere con sé un ‘iPad Pro’, un dispositivo che si mette sotto carica durante la notte e poi uno se lo porta appresso per tutta la giornata senza doversi preoccupare di cercare una presa di corrente. E dato che mi capita di frequente di lavorare fuori sede con il mio MacBook Pro o con uno dei miei PowerBook, per me una lunga durata della batteria in un portatile è senz’altro una caratteristica più importante rispetto all’avere o meno uno schermo Retina. Se me lo potessi permettere, passerei a un nuovo MacBook Air da 13 pollici senza pensarci un istante.
Il nuovo Mac Pro
Se la memoria non mi inganna, l’ultimo computer desktop a essere presentato con tale pompa magna è stato il Power Mac G5 (vi ricordate questo spot? E date anche un’occhiata al video promozionale). Beh, l’introduzione da colossal cinematografico riservata all’imminente Mac Pro durante il keynote è stata più che giustificata, tenendo presente la considerevole quantità di potenza, funzioni e tecnologie al suo interno, per non parlare del gran lavoro di riprogettazione dell’esteriore. È stata una sorpresa fantastica, e confesso di non essere rimasto così a bocca aperta per un nuovo prodotto Apple dall’introduzione di iPhone nel 2007.
Ancora una volta, c’è poco da commentare e poco da aggiungere. Non faccio parte dell’utenza a cui il Mac Pro è rivolto, ma considerando le mere specifiche tecniche, le possibilità di espansione, la meraviglia di ingegneria e di design di questo computer interamente nuovo e rivoluzionato, non vedo proprio come possa deludere. (Anche se sono certo che da qualche parte ci saranno dei professionisti della vecchia scuola che avrebbero preferito il vecchio design ‘tower’, che si poteva espandere internamente senza dover ammucchiare pile di periferiche e dispositivi esterni sulla scrivania, eccetera eccetera). Pur non essendo il computer per me (non ho tali esigenze di potenza), sono comunque molto curioso di vedere quale sarà il prezzo finale e in quali configurazioni verrà venduto il Mac Pro. Se Apple dovesse mantenere le stesse fasce di prezzo della linea Mac Pro attuale, sarebbe un bell’affare vista la potenza e le prestazioni che offre.
Per quanto riguarda il design, questa è l’immagine che più mi ha colpito durante l’introduzione:
È incredibile quanto piccolo il nuovo Mac Pro sia rispetto al vecchio modello. Ha un diametro di 16,7 centimetri ed è alto poco più di 25 centimetri. Ciò significa che può essere tranquillamente piazzato sulla scrivania, invece che lasciato mezzo nascosto sotto di essa, ma anche che può essere trasportato con facilità nel caso sia necessario lavorare fuori sede. Credo che i musicisti professionisti, in particolare, apprezzeranno questo aspetto.
La nuova base AirPort Extreme
Permettetemi la massima franchezza: vi sarà pure un concentrato di innovazione dentro questo aggeggio, ma il design è proprio orribile. Appena ho visto un’immagine della nuova base AirPort, giuro che ho creduto fosse il prodotto di qualche burlone che aveva ritoccato alla buona la foto di un Mac mini. Capisco che la nuova base deve avere un fattore di forma ‘a torretta’ a causa del nuovo design delle antenne che devono creare l’effetto ‘beamforming’, ma mai come ora mi manca il buon vecchio design a forma di UFO delle prime basi AirPort. Un’altra cosa che odio di questa nuova estetica è il progressivo rimpicciolirsi delle spie luminose. Che male c’è nell’avere delle spie più grandi e più leggibili? Ho letto tutta la documentazione sul sito Apple, comprendo le scelte alla base del nuovo design, così come i vantaggi che offre. Semplicemente, non mi piace affatto il prodotto finale.
(E già che stiamo parlando di basi AirPort, anche se è stata introdotta ormai da un anno, vorrei ribadire quanto sia per me un passo indietro anche il design della nuova base AirPort Express, soprattutto dal punto di vista funzionale. Come dissi nel mio articolo in inglese Briefly, on the new AirPort Express:
Ora AirPort Express deve essere collocata per forza su una qualche superficie orizzontale, perché Apple ha cambiato il modo in cui la base si collega alla rete elettrica. Forse a molti il cambiamento non importerà granché, ma ho sempre pensato che una delle caratteristiche più azzeccate del design della vecchia base AirPort Express era la comodità di poterla inserire in qualsiasi presa a muro, senza cavi penzolanti, senza doversi preoccupare di cercare superfici orizzontali su cui appoggiarla, come una mensola o un tavolino. Era una soluzione ottima per disporre una base Express in spazi ristretti o corridoi, dove poteva essere utilizzata per estendere facilmente una rete wireless. […] A mio parere, se viene meno questa capacità di poter inserire liberamente tutta la base in qualsiasi presa di corrente, senza preoccuparsi di cavi e superfici, viene meno in parte anche la caratteristica di ‘portatilità’ e praticità che ha sempre contraddistinto la base Express.
Ma d’accordo, sto divagando).
Conclusione
Come ho già avuto modo di dire, è stato un gran keynote. Il video di apertura, l’hardware e il software che sono stati introdotti o anticipati, l’atteggiamento degli stessi dirigenti che si sono avvicendati sul palco, tutto ha contribuito a consolidare un messaggio forte: Ecco, noi lavoriamo così: seguiamo i nostri ritmi e le nostre tabelle di marcia per poter offrire prodotti sempre migliori. Se vi sta bene, perfetto. Se non vi sta bene, non potrebbe fregarcene di meno. E francamente sono stupito che questo atteggiamento sorprenda ancora qualcuno, visto che è l’atteggiamento che Apple ha sempre avuto sotto la direzione di Steve Jobs. Mi ha fatto sorridere il Guardian, che due giorni dopo il keynote pubblica un articolo intitolato WWDC wrapup: iOS 7, iTunes Radio’s value, and a newly confident Apple, ossia Riassumendo la WWDC: iOS 7, il valore di iTunes Radio, e una Apple nuovamente sicura di sé. È quel nuovamente sicura di sé che mi fa ridere. Apple non ha mai perso fiducia in se stessa, solo nelle fantasie della stampa tecnologica internazionale durante il lungo periodo di silenzio dei mesi scorsi. Come fa notare sagacemente John Gruber, [Durante questi nove mesi di silenzio] Nessun nuovo prodotto, nessun nuovo design. E i media del settore tecnologico ed economico sono letteralmente usciti di testa per questo, dichiarando solennemente che la vena innovativa di Apple era arrivata alla fine.
Mi pare non ci sia altro da aggiungere.