Le riviste di informatica in forma cartacea saranno anche al tramonto, ma sfogliando vecchi numeri di 10–15 anni fa si incontrano spesso articoli interessanti, che oggi acquisiscono un piccolo valore aggiunto — quello della retrospettiva.
In quest’ottica, non posso fare a meno di riportare un pezzo apparso sul numero di maggio 1998 di MacFormat UK, a pagina 14, che apre la sezione delle News. Titolo: Nuovi Mac palmari per il 1999, dopo la decisione di Apple di terminare il Newton.
L’incipit dell’articolo è assai intrigante:
Apple intende lanciare un Mac portatile a basso costo il prossimo anno, così da offrire a milioni di utenti Mac un’opzione più economica di Mac on the road. Purtroppo la conferma di questi piani è contemporanea all’annuncio che l’azienda non svilupperà più il sistema operativo Newton, utilizzato negli attuali dispositivi palmari e portatili come il MessagePad e l’eMate.
Fred Anderson, Chief Financial Officer di Apple, ha descritto così il prossimo prodotto: “un portatile entry-level a basso costo”, ma non ha offerto una data di rilascio precisa, ha solo detto “agli inizi del 1999”. Si è inoltre rifiutato di specificare quali funzionalità e quale prezzo ci si deve aspettare dal nuovo dispositivo, tuttavia ha ammesso che i piani che Apple ha in serbo per tale dispositivo sono una delle ragioni che spiegano l’improvviso riassorbimento della divisione Newton dopo l’iniziale separazione e creazione di un gruppo indipendente. “Non abbiamo venduto [Newton Inc.] perché avevamo bisogno di alcuni ingegneri del gruppo Newton. Crediamo che la tecnologia Newton sia di grande valore per Apple”.
Alcune delle caratteristiche distintive del Newton sono la capacità di accettare input da uno stilo che viene usato direttamente su uno schermo, e il riconoscimento della scrittura. Apple sta valutando ciò che può sfruttare in futuro, ha confermato Phil Schiller, vice-presidente del Product Marketing: “Abbiamo intenzione di integrare le tecnologie che ha senso utilizzare nella realizzazione di un Macintosh portatile a basso costo”.
Adesso, a distanza di dieci anni, sappiamo che quel portatile a basso costo fu il primo iBook G3 clamshell, introdotto nel luglio 1999. Il prezzo iniziale era di 1.599 dollari, quindi il ‘basso costo’ è un concetto assai relativo e va visto nell’ottica di un prodotto Apple del 1999.
Anche le didascalie alle figure che accompagnano l’articolo erano promettenti. Accanto alla foto di un eMate 300 si legge: I sistemi Newton come l’eMate stanno per scomparire, ma il design dell’eMate potrebbe riemergere come un nuovo dispositivo Mac leggero e portatile. L’eMate e il primo iBook, da un punto di vista di disegno esteriore, sono indubbiamente parenti stretti (nella pagina della Wikipedia inglese dedicata all’eMate c’è anche una foto dell’iBook, così da poter fare un rapido confronto). Sotto la foto di un MessagePad 130 si legge: Apple sta forse pensando di introdurre un Mac piccolo come il MessagePad? L’azienda non ha rivelato molti dettagli, ma intende lanciare un dispositivo Mac di dimensioni ridotte agli inizi del 1999.
La cosa interessante di questo articolo è il fatto che si sia iniziato a parlare di un possibile successore del Newton immediatamente dopo la cessata produzione del Newton stesso e che, in un certo qual modo, fu Apple stessa a spargere la voce, accennando a un nuovo Mac portatile a basso costo. Si può notare anche la diversa modalità delle pubbliche relazioni della Apple del 1998, che nel primo semestre dell’anno si sbottonava al punto di annunciare (seppur non definendo i dettagli) che cosa avrebbe prodotto l’anno successivo — una strategia impensabile per la Apple di oggi.
Inoltre val la pena notare come il primo iBook, a parte l’idea della forma e della chiusura ‘a conchiglia’ derivata dall’eMate, non incorporasse nessuna delle tecnologie caratteristiche del Newton. Per ritrovare il riconoscimento della scrittura bisogna attendere il 2002, con Inkwell, incluso in Mac OS X 10.2 Jaguar. Per ritrovare un dispositivo tascabile con touch-screen e con funzioni da PDA dobbiamo attendere il 2007, con l’avvento di iPhone.
Introduzione dell’iBook a parte, il rumour secondo cui Apple introdurrà un dispositivo Mac ultra-portatile è rimasto, è durato una decina d’anni e continua a durare oggi, visto che nuova benzina sul fuoco arriva da questo mercato dei netbook, apparentemente in crescita.
A questo proposito, forse avrete letto la notizia secondo cui le vendite dei netbook avrebbero superato quelle degli iPhone. Io ho letto questo articolo di PC World riportato su Macworld.com. Però, come fa giustamente notare anche The Macalope, intanto si dice che le vendite di tutti i netbook messi insieme avrebbero superato quelle di iPhone, che è un solo prodotto. E poi, guardando quei dati più da vicino, pare che Gartner abbia riportato le vendite di iPhone a 4,7 milioni di unità per il terzo trimestre del 2008, mentre secondo Apple sono 7 milioni gli iPhone venduti. Gartner spiega:
Apple regained its No. 3 position in the global smartphone market and improved its market share to 12.9 per cent in the third quarter of 2008. Apple’s shipments into the channel during the third quarter of 2008 approached 7 million units. However, Apple built up around 2 million units of inventory and Gartner’s sales unit estimate reflects this.
Apple ha riconquistato la terza posizione nel mercato globale degli smartphone e ha migliorato la sua quota di mercato arrivando al 12,9% nel terzo trimestre del 2008. Le spedizioni in questo canale durante il terzo trimestre del 2008 hanno raggiunto i 7 milioni di unità. Tuttavia [di questi 7 milioni] Apple ha accumulato 2 milioni di giacenze di magazzino e le stime di vendita di Gartner riflettono questo dato.
Gartner quindi insinua che la cifra di 7 milioni di unità vendute possa essere ‘gonfiata’. The Macalope: Può anche darsi, ma DisplaySearch, che ha fornito le cifre di vendita dei netbook, ha tenuto conto di eventuali rimanenze di magazzino che possano analogamente gonfiare i dati di vendita? Difficile dirlo, ma pare che nell’articolo si parli solo di ‘spedizioni’ (shipments).
L’interesse verso i netbook pare ci sia, comunque. Dico ‘pare’ dal feedback che ho ricevuto, sul blog e fuori, dopo aver scritto l’articolo Un Apple netbook — ha senso?. Da quel che ho potuto vedere nei negozi di informatica, che adesso hanno allestito un’area tutta dedicata a questi aggeggini plasticosi e raramente eleganti, la gente si sofferma molto di più sui portatili di normali dimensioni e soprattutto ama stazionare alle ‘isole’ con i Mac in esposizione. La chiave di tutto il discorso, lo ribadisco, è vedere se abbia senso per Apple produrre un netbook. Non è, come ho già detto, che Apple non sia in grado di tirar fuori un mini-portatile. È che i suoi standard qualitativi non le permetterebbero di produrre un oggetto da 200 Euro. E se Apple producesse un netbook da 500–600 Euro, siamo davvero certi che ne venderebbe in quantità? A mio avviso, l’unico ingresso sensato nel settore netbook per Apple sarebbe introducendo un prodotto simile nel form factor ma con elementi di innovazione che renderebbero il dispositivo sufficientemente diverso e interessante, e a quel punto uno potrebbe voler spendere 500–600 Euro invece di buttarne la metà comprando un Asus et similia.
Di quelle tecnologie e caratteristiche distintive del Newton mi piacerebbe rivedere un riconoscimento della scrittura potenziato, che permetta la scrittura ‘naturale’ di documenti ed email, e soprattutto una durata delle batterie altrettanto invidiabile (il MessagePad 2000/2100, con quattro pile alcaline e senza abusare della retroilluminazione, dura intere settimane). Mentre per le mie esigenze mobili credo mi basterebbe una mini-tastiera Bluetooth da accoppiare all’iPhone.
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