Nota folkloristica: dopo averlo finalmente visto con calma l’altroieri, posso dire che — malgrado l’assenza di Jobs — è stato un keynote assolutamente godibile e a tratti piuttosto divertente, che consiglio a tutti coloro abbiano una comprensione sufficiente dell’inglese. La parte dedicata a Snow Leopard è stata presentata da un inedito quanto dinamico duo: Bertrand Serlet (Senior Vice President della divisione Software Engineering) e Craig Federighi (Vice President). Il primo ha trattato gli aspetti generali e la natura delle novità più importanti presenti in Snow Leopard, con il suo tipico aplomb e marcato accento francese (che mi ha un po’ ricordato Peter Sellers nei panni dell’ispettore Clouseau); il secondo si è incaricato di presentare alcune demo per mostrare al pubblico come funzionavano concretamente certe nuove funzionalità — e lo ha fatto con una verve da showman consumato.
Non starò certo a elencare tutte le novità di Snow Leopard: Apple ha creato una serie di pagine nella sezione Mac OS X del sito che le riassumono egregiamente. Io farò un discorso più generale e mi soffermerò sugli aspetti e le funzioni che più mi hanno interessato.
Snow Leopard fu menzionato per la prima volta all’edizione 2008 della WWDC. Si disse che la scelta del nome rifletteva una scelta tecnica importante: Mac OS X 10.6 (Snow Leopard) sarebbe stata una major release maggiormente incentrata su miglioramenti strutturali di Leopard, che non il classico aggiornamento ricco di novità anche di superficie come lo erano stati Tiger e Leopard.
Dopo il keynote di lunedì scorso, la primissima impressione che mi porto dietro è che Snow Leopard, malgrado sia stato presentato fin qui come una versione di assestamento di Mac OS X, abbia in realtà una posizione chiave nel percorso di sviluppo del sistema operativo di Apple. Le novità, infatti, sono molte più del previsto, ed estremamente interessanti per gli utenti più esperti che possono coglierne la portata.
Personalmente mi ha fatto molto piacere che, oltre a novità tecnologiche di ampio respiro — come il supporto per la tecnologia a 64 bit, il supporto delle architetture multi-core con Grand Central Dispatch, il nuovo framework OpenCL atto a migliorare le prestazioni a livello computazionale, QuickTime X e il supporto di Microsoft Exchange — in Apple abbiano prestato attenzione anche a piccoli dettagli percepibili dall’utente medio che in Leopard erano stati solo abbozzati e che in Snow Leopard sono stati ottimizzati, rifiniti o rivisti con la funzionalità e praticità come obiettivi primari.
La manipolazione dei risultati delle ricerche Spotlight raggiunge finalmente quella flessibilità che avrebbe dovuto avere sin da Mac OS X 10.5.0. In passato ne ho lamentato la scarsa versatilità in questo articolo e in quest’altro, in cui mi trovavo assolutamente d’accordo con Griffiths quando scriveva:
In Mac OS X 10.4, quando si effettuava una ricerca Spotlight nel Finder, era possibile passare a vista elenco nella finestra dei risultati, e quindi personalizzare con precisione quali colonne visualizzare. Per esempio, uno dei tipi di ricerca che faccio più di frequente è cercare file di dimensioni superiori a 100 MB. Questo mi aiuta a trovare rapidamente voluminose demo di giochi che ho scaricato e mai cancellato, per dire.
In OS X 10.4 potevo effettuare tale ricerca, passare a vista elenco, aprire il pannello Opzioni Vista e scegliere quali colonne vedere, fra cui Dimensione. Da lì era banale specificare l’ordinamento per Dimensione: bastava un clic sul titolo della colonna e tutti i file ‘pesanti’ comparivano in cima alla lista.
Provate a fare lo stesso in Mac OS X 10.5, e otterrete dei risultati sostanzialmente inutili e insensati. Questo perché la finestra dei risultati della ricerca in 10.5 visualizza soltanto tre colonne: Nome, Tipo e Ultima Apertura. Così, dopo aver cercato i file con dimensione maggiore di 100 MB mi ritrovo con una lista che non mi è possibile visualizzare né ordinare facilmente per dimensione! Per cui, se da un lato so che il File XYZ è più grande di 100 MB, dall’altro non posso vedere subito quanto è grande.
In Snow Leopard, alleluia, i risultati delle ricerche Spotlight sono gestibili come qualsiasi altra finestra del Finder, e quindi ordinabili per Nome, Data di modifica, Data di creazione, Dimensioni, Classe, Etichetta. Stesso dicasi per le opzioni vista.
Sempre in ambito Finder, altre due novità per me benvenute sono la ricomparsa di una voce di menu che risale ai tempi del System 7, ossia “Rimetti a posto”, che serve appunto a rimettere nelle posizioni originali quegli elementi che avevamo in un primo tempo deciso di eliminare mettendoli nel Cestino. L’altra è una gestione più puntuale e intelligente dell’espulsione dei dischi e dispositivi esterni. Finalmente, si spera, non dovremo più sopportare tempi biblici di espulsione o avvisi che ci informano che “Il disco Vattelapesca non può essere espulso perché è in uso”. In Snow Leopard sapremo con precisione qual è la maledetta applicazione o processo che sta tenendo il disco occupato.
Altra miglioria senz’altro degna di nota riguarda gli Stack. Come ha mostrato Federighi durante una demo, adesso gli Stack possono gestire più elegantemente un maggior numero di elementi, grazie allo scorrimento e alla possibilità di navigare nei livelli di sottocartelle senza uscire dalla visualizzazione a griglia dello stack.
Migliora anche Exposé. Sempre nella demo, Federighi ha mostrato come funziona Exposé nel Dock: si fa clic su un’applicazione e si tiene premuto, e vengono mostrate tutte le finestre di quell’applicazione aperte al momento. Se si vuole osservare il contenuto di una finestra più da vicino, non è nemmeno necessario aprirla del tutto: si fa uno zoom sempre con Exposé aperto. E con l’apertura a impulso delle finestre, come si vede nella demo, è possibile per esempio spostare contenuti da un’applicazione all’altra anche se alcune delle finestre non sono immediatamente visibili. Se ho un file video che voglio aggiungere a un messaggio email, faccio clic sull’icona del Finder e tengo premuto: Exposé nel Dock mi visualizza tutte le finestre Finder aperte. Seleziono la finestra che contiene il video, trascino il video sull’icona di Mail, Mail apre in Exposé tutte le sue finestre, trascino il video sulla finestra che mi interessa (quella che contiene l’email che sto scrivendo) e voilà.
Altre aree di miglioramento macrosocopico: Time Machine in Snow Leopard dovrebbe essere più veloce del 50% e in generale più reattivo. Non ho mai posseduto un Mac con processore Intel Core 2 Duo, ma sul mio G4 ogni volta che Time Machine entra in funzione è un supplizio: tutto rallenta, la ventola gira rumorosamente, e la sensazione generale è quella di stare alla guida di una vecchia Fiat Panda tirata a 130 km/h. Anche l’installazione del sistema operativo sarà più veloce, Apple dichiara di un 45%, e visto che il codice è stato riscritto e ottimizzato, e che sarà Intel puro (non c’è il supporto per l’architettura PowerPC), pare che si ricupereranno ben 6 GB di spazio disco dopo l’installazione.
Quando ho letto delle varie rifiniture e revisioni, ho tirato un altro sospiro di sollievo arrivato alla voce Servizi. Finalmente, in Snow Leopard quell’ottima idea che sono sempre stati i Servizi saranno usabili per davvero. Finora i Servizi si aggiungevano automaticamente, popolando un unico menu che cresceva, cresceva, non si poteva personalizzare e soprattutto non si potevano eliminare quei servizi di utilizzo scarso o nullo (come convertire il testo selezionato in cinese tradizionale o semplificato). In Snow Leopard ogni servizio sarà attivabile e disattivabile singolarmente, e sarà possibile accedere ai Servizi anche dai menu contestuali; inoltre gli stessi Servizi disponibili saranno sensibili al contesto e non verranno proposti tutti indiscriminatamente (fino a Leopard i servizi inapplicabili a un determinato contesto comparivano grigi e disattivi nell’unico menu globale, creando confusione e non contribuendo alla generale leggibilità del menu). Ciliegina sulla torta: Automator permetterà di creare servizi, così potremo aggiungere al menu Servizi alcuni compiti ripetitivi del nostro flusso di lavoro personale.
In generale ho notato nella presentazione di Snow Leopard un accento particolare sull’efficienza e la produttività. Efficienza grazie alle tecnologie che sfruttano le potenzialità dell’hardware in maniera decisamente migliore di prima; produttività nel presentare rifiniture e soluzioni che facilitino ancor di più la vita all’utente, eliminando attese e tempi morti durante il lavoro (e anche il divertimento).
In un altro post spenderò qualche parola in più sulle nuove tecnologie di Mac OS X 10.6, e a settembre inaugurerò un ‘diario di bordo’ dedicato a Snow Leopard (così come feci nel tardo 2007 quando uscì Leopard), con appunti e note di prima mano, condivisi giornalmente.