Nel mio post del 17 dicembre intitolato Quelle sottili discriminazioni, raccontavo di essermi imbattuto in un modello di masterizzatore DVD esterno LaCie con interfaccia USB 2.0 che sulla scatola e sul sito LaCie non veniva esplicitamente dato per compatibile con Mac OS X. Secondo LaCie, i possessori di Mac si dovrebbero orientare sull’identico modello con interfaccia Firewire che, guarda un po’, costa di più (149 Euro contro 99 del modello USB).
La cosa mi pareva curiosa e un tantino discriminante, e non vedevo perché un utente Mac non potesse comprarsi il masterizzatore con interfaccia USB o un utente PC non potesse acquistare quello con interfaccia Firewire. Contrariamente al solito, ho voluto essere imprudente e contare sul mio istinto: quattro giorni fa mi sono comprato il masterizzatore con interfaccia USB 2.0, pagandolo 80 Euro approfittando di uno sconto della FNAC. Ho preso informazioni in caso di restituzione del prodotto, e una volta a casa ho aperto la confezione con estrema cautela, badando a non distruggere involucri e sacchettini di plastica. Collegato il masterizzatore al PowerBook e inserito un DVD‑R vuoto, si è aperto immediatamente Toast Titanium che ha riconosciuto tranquillamente e correttamente sia il dispositivo che il supporto. Ho di conseguenza masterizzato tre DVD di dati alla massima velocità consentita (e dichiarata da LaCie sulla confezione), senza il minimo problema.
È una piccola, bella, soddisfazione. Il masterizzatore funziona al 100% senza l’installazione di software specifico. Nella confezione è presente un bundle di programmi per PC, e il software LightScribe per etichettare CD e DVD compatibili con tale tecnologia è comunque scaricabile dal sito LaCie, per cui non ci ho perso nulla e posso sfruttare pienamente il nuovo dispositivo. Inoltre nella scatola è contenuto un cavo per alimentare il masterizzatore direttamente dal computer (sfruttando una seconda porta USB alimentata) quando non si ha a disposizione una presa di corrente a cui collegare l’alimentatore; è sempre una comodità in più.
Già che c’ero ne ho approfittato per acquistare un monitor LCD nuovo. Da tempo mi faceva gola l’Apple Cinema Display da 20 pollici, specie dopo l’ultimo ribasso dei prezzi. Tuttavia, per le mie magre finanze, anche 599 Euro erano tanti. Tra le offerte natalizie della FNAC c’era un monitor Belinea o.display da 20 pollici panoramico, a 199 Euro. Alcune caratteristiche, almeno guardando le specifiche sulla carta, sono migliori del Cinema Display: un rapporto di contrasto tipico di 1100:1 contro 700:1 del monitor di Apple a parità di luminosità tipica (300 cd/m2), e un tempo di risposta pari a 5 ms contro i 14 ms del Cinema Display. Ma a parte i dettagli tecnici, ho potuto vederne uno acceso, e l’immagine era brillante, i colori vivaci, il contrasto e la luminosità ottimi. In una parola, mi ha convinto e l’ho acquistato. Dopo tre giorni di uso piuttosto intenso ne sono molto soddisfatto. Calibrato e orientato per le mie esigenze, lo trovo un buon monitor, più che dignitoso, e mi va benissimo. Del resto ero già ben disposto verso questa marca: il nuovo monitor va infatti a rimpiazzare un altro Belinea CRT da 17 pollici (che ora passa al vecchio PowerMac e rimpiazza a sua volta un vetusto Apple Display da 14 pollici), del quale ero altrettanto soddisfatto. L’unica cosa che non ha rispetto al Cinema Display sono le porte USB e Firewire, ma posso sopravvivere anche senza.
Ciliegina sulla torta, mia moglie Carmen mi ha regalato un Mighty Mouse wireless, così ho potuto liberare una porta USB dal mio PowerBook. Ora ho mouse e tastiera senza fili (e pile Energizer ricaricabili per tutti) e con tutte queste nuove entrate la mia postazione di lavoro è nettamente migliorata, e spendendo poco, che non è poco.
Un ottimo 2008 a tutti!
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