Daring Fireball: The Appeal of the MacBook Air: Come sempre John Gruber non delude. Da quando è stato presentato il MacBook Air un mese fa, in Internet ho letto una tale quantità di sciocchezze che disperavo in un’analisi lucida e ficcante:
La chiave per comprendere l’attrattiva dell’Air è smettere di pensare alle specifiche tecniche come fattori primari. Ecco un’analogia: MacBook Air è come un coupé sportivo decappottabile. Non si acquista per ragioni pratiche, ma perché è piacevole possedere qualcosa di bello, brillante e divertente da usare.
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La cosa più intelligente che ho letto a proposito di MacBook Air è questo articolo di David Galbraith, il quale mette in evidenza che la CPU dell’Air è parecchie centinaia di volte più potente del primo Intel Pentium, e ci sono moltissime persone che continuano a utilizzare computer per fare lo stesso genere di cose [che si facevano ai tempi dei Pentium]. Galbraith conclude:
L’accoglienza iniziale del MacBook Air dimostra come l’attuale processo di progettazione, marketing e vendita dei computer non ha nulla a che vedere con veri e propri requisiti di specifiche tecniche, ma ha tutto a che vedere con la lussuria da specifiche tecniche.
Quel che mi ha colpito dei benchmark del MacBook Air non è stato quanto peggio si comportava rispetto al MacBook classico o al MacBook Pro, ma quanto migliore fosse rispetto al portatile di riferimento, un PowerBook G4 da 15 pollici a 1,67 GHz, ossia il portatile Mac più veloce che si potesse acquistare un paio di anni fa, e il medesimo computer che io tuttora utilizzo ogni giorno. Che l’Air non sia veloce come un normale MacBook non ha importanza, perché l’Air — per la maggior parte delle persone e dei compiti da svolgere — è chiaramente veloce quanto basta.