Nel giorno del lancio internazionale di iPad 2 riesco fortunatamente a pubblicare la seconda e ultima parte della traduzione dell’interessante e meditata recensione dell’iPad 2 scritta da Andy Ihnatko. Anche in questo caso, pur essendo una porzione più breve rispetto alla prima parte, non si tratta di una lettura breve, ma il finesettimana è alle porte, quindi perché non approfittarne? Sono graditi commenti intelligenti da parte di quei lettori eroici che riusciranno ad arrivare fino in fondo!
Nuove opzioni video
Apple ha anche rilasciato un nuovo adattatore video per iPad che permette di collegare un iPad a qualsiasi televisore ad alta definizione con una porta HDMI. Il Digital AV Adapter da 39 dollari sdoppia il connettore HDMI con un secondo connettore dock in cascata, che consente di caricare e sincronizzare l’iPad mentre invia il segnale video in uscita.
Se avete collegato il Digital AV Adapter a un vecchio iPad, esso funziona allo stesso modo dell’adattatore VGA. Qualsiasi applicazione per iPad esplicitamente scritta per supportare l’adattatore può servirsi del televisore come monitor esterno.
Ah, ma iPad 2 supporta una nuova funzione di Video Mirroring (duplicazione dello schermo) con qualsiasi adattatore video. Tutto quel che si fa sull’iPad apparirà anche sullo schermo esterno… e il frame rate è abbastanza elevato che è possibile persino usarlo per i giochi. Quando si ruota l’iPad da verticale a orizzontale, il cambiamento viene riportato anche sul grande schermo. Quando state utilizzando Keynote o un’altra applicazione a doppio schermo, gli schermi entrano in questa specifica modalità.
Non è interessante? A tutta prima, il video mirroring sembra una funzionalità fin troppo ovvia.
(“E allora perché non è disponibile anche per l’iPad originale?” mi chiederete. Apple dice che è necessaria la potenza del processore aggiuntiva di cui solo l’iPad 2 è dotato).
Ma penso alle possibili implicazioni di una tale funzione. Ovviamente è una manna per gli insegnanti, sia per chi deve spiegare la Tavola Periodica degli Elementi a una classe della scuola media, sia per chi deve dare una dimostrazione in diretta degli strumenti di amministrazione di rete di Windows 7 attraverso un client VNC iOS collegato a una VPN in una sala riunioni gremita di stagisti IT.
Non ho potuto trattenermi. Ho scollegato il monitor VGA da 24 pollici della mia macchina Windows, ho connesso l’iPad 2, gli ho messo davanti la mia tastiera Bluetooth e ho fatto scorrere l’iPad di lato.
E guarda un po’: mi sono ritrovato con un computer da scrivania del tutto accettabile.
Sono stato in grado di scrivere e lavorare facilmente con il grande schermo, e utilizzando l’iPad come un touch-screen gigante, in sostanza. Questa configurazione non potrebbe competere con il mio MacBook (o con un portatile Windows di pari prestazioni), ma se andassi in un centro commerciale con solo 600 dollari da spendere per un computer, un iPad 2 in qualità di “computer desktop che si trasforma in un ultraportatile e in un lettore ebook di lusso” sarebbe di certo una possibilità… almeno per certe definizioni limitate del termine ‘computer desktop’.
Poi dal mio studio sono andato in soggiorno. Ho sacrificato il cavo della mia Slingbox per poter giocare a Real Racing 2 HD dal divano sullo schermo a 1080p più grande di casa. Ha funzionato alla grande.
Ricapitolando: l’iPad è stato aggiornato con grafica a prestazioni assurdamente elevate, un giroscopio stile Wii, e una funzionalità video-out per collegarsi a TV ad alta definizione e a proiettori via HDMI. Forse che Apple voglia incoraggiare giocatori occasionali come me a pensare “Perché spendere 300 dollari in una Xbox, quando potreste spendere tutti quei soldi in una valanga di giochi ottimizzati per iPad 2?”
Hmm.
L’altra novità inattesa è il miglioramento del sistema AirPlay di video in streaming sulla rete Wi-Fi che è arrivato con iOS 4.3. Ora qualsiasi applicazione o sito Web che visualizzate sull’iPad è in grado di inviare il proprio audio e video in streaming verso un altro dispositivo compatibile AirPlay sulla vostra rete. È più semplice del mirroring. Siete sul divano, tenendovi al corrente con le ultime notizie, vi imbattete in un video di Vimeo o di YouTube incorporato in una pagina, toccate un pulsante e in pochi secondi ve lo guardate sulla vostra HDTV da 50 pollici (quella a cui è collegata l’Apple TV).
GarageBand e iMovie
Queste due applicazioni da 5 dollari devono essere trattate nell’ambito di una recensione dell’iPad 2, in quanto aiutano a chiarire le intenzioni di Apple per quanto riguarda il suo tablet da 500 dollari. GarageBand, in particolare, non è solo una applicazione per creare musica. In questo contesto, è l’espressione di un’aggressività viscerale e incontrollata.
Quando iMovie è stato rilasciato per iPhone la scorsa estate, per esempio, non si allontanava molto da quello che ci si aspetterebbe da un’applicazione di editing video per smartphone. Era molto, molto buona, ma è stata progettata secondo la prospettiva del “Facciamo del nostro meglio entro i limiti di un dispositivo palmare”.
Non c’è nulla di tutto questo in GarageBand. Ma proprio nulla. Se un’azienda finanziasse un progetto per creare un ottimo editor musicale per qualsiasi computer, potrebbe essere orgogliosa di un simile risultato. Intrinsecamente, GarageBand non dà l’impressione di essere una versione ridotta di qualche altra applicazione; anzi, sembra il classico strumento semplice e intuitivo che si otterrebbe se Apple eliminasse dall’edizione desktop tutti quegli elementi che a volte rendono GarageBand un programma irritante e complicato.
GarageBand permette di registrare e mixare fino a otto tracce audio. Il primo indizio che Apple ha in mente grandi cose per GarageBand: è possibile registrare utilizzando una vasta gamma di dispositivi ‘reali’ di creazione musicale e di registrazione. Anche semplicemente attraverso l’adattatore USB del Camera Connection Kit sono stato in grado di registrare da qualsiasi microfono USB (compreso il costoso microfono da studio Heil PR-40 che uso per effettuare trasmissioni da casa, tramite un adattatore XLR-USB), e collegando il controller della mia tastiera M‑Audio USB. Gli adattatori di terze parti consentono di collegare la chitarra direttamente all’iPad, dove incontrerà una serie di amplificatori virtuali ed effetti pedale.
In alternativa, è possibile registrare strumenti dal vivo attraverso il microfono incorporato di iPad e il jack per cuffie e auricolari. Passando al mondo delle finzioni, GarageBand è dotato di un’intera gamma di strumenti virtuali: vari tipi di bassi, chitarre, tastiere e batterie.
Gli strumenti virtuali si adattano al vostro livello di abilità. Se sapete suonare, potete interagire con la chitarra, il basso, la tastiera e la batteria virtuali più o meno come fareste con gli strumenti veri. Sul basso e la chitarra è anche possibile alterare le note piegando le corde mentre si suona.
(Un dettaglio carino: lo schermo touch di iPad non può registrare la forza che si applica al tocco, ma GarageBand combina i dati registrati dallo schermo touch con quelli dell’accelerometro per rilevare quando si sta cercando di pestare duro sui tasti del pianoforte o sui tamburi della batteria).
Gli strumenti ‘smart’ sono fatti per quei suonatori dalle menti e dai cuori ispirati, ma a cui non si dovrebbe mai permettere di avvicinare le mani a un qualsiasi strumento per creare musica. GarageBand trasforma chitarra, basso, batteria e tastiera riducendoli a una serie di semplici controlli pertinenti a ciascun strumento. Tutto ciò che dovete mettere è l’intento: l’applicazione si occuperà della tecnica.
L’editing è un piacere. Basta definire le regioni delle tracce e farle scorrere afferrandole e trascinandole. Vi siete incasinati in un punto sulla traccia della chitarra e dovete sovraincidere da quel punto in avanti? Basta scorrere la testina sul punto giusto e toccare il pulsante di registrazione. Che è quel che si farebbe con il mouse su un’applicazione desktop, ma sull’iPad la procedura appare molto più organica e naturale. Viene messa in evidenza ancora una volta l’attuale rivoluzione dell’interfaccia multi-touch: quando il mezzo metro che normalmente separa le nostre dita dall’interfaccia utente viene eliminato, la sensazione è quella di avere un controllo più diretto di ciò che stiamo realizzando.
Molti dettagli dell’interfaccia di GarageBand mi hanno fatto sorridere. Alcuni mi hanno fatto venir voglia di offrire una birra a qualcuno del team degli sviluppatori. Quando mi sono trovato nella necessità di tagliare un momento di vuoto nel bel mezzo di un podcast che avevo registrato, ho spostato la testina di riproduzione al punto di modifica, ho fatto doppio tap su quella sezione, e quando è apparsa una fila di pulsanti, ho toccato ‘Split’ per separarla. Poi è spuntata l’icona di una grossa freccia verso il basso con il simbolo delle forbici giusto sopra la traccia e posizionata nel punto corretto.
L’ho trascinata giù attraverso la traccia. Zac. Lo strumento rimaneva ancorato, così ho potuto trascinarlo sul punto di fine e tagliare anche il momento di vuoto finale. Poi ho semplicemente trascinato il resto della traccia a coprire il taglio.
Dettagli come questo mi riempiono d’amore per la filosofia di design di Apple. E fanno anche raddoppiare il mio disprezzo per tutte quelle altre aziende che riempiono le mie ore di prova dei software con momenti in cui, scuotendo la testa, mi chiedo che diavolo stessero pensando.
(E la mia occhiata fulminante è proprio diretta a voi, signore o signora “Solo perché si tratta di un tablet certificato ‘con Google’ e sta eseguendo il nostro browser Web proprietario sul nostro sistema operativo e sta accedendo a una delle nostre applicazioni Web, perché dovremmo preoccuparci di fare in modo che Google Reader si apra con una interfaccia utente ottimizzata per dispositivi tablet? È molto più facile per noi offrire all’utente una visualizzazione fatta per gli smartphone e quindi completamente incasinata”).
(E no, non venitemi a dire che vi dispiace. Ditemi che risolverete il problema).
In effetti, trovo che la versione per iPad di GarageBand sia molto più accessibile, divertente, e quindi utile come strumento di creazione di musica, rispetto alla sua controparte desktop.
Posso dire praticamente lo stesso di iMovie anche se, nel complesso, l’editor di filmati di Apple non è così ambizioso come GarageBand. Con iMovie è possibile tagliare e montare video, audio e foto, farli risaltare con titoli, transizioni e con l’aggiunta di una narrazione, e riunire tutti questi elementi in qualcosa che si può poi condividere o pubblicare online. Ma se GarageBand consente di realizzare praticamente qualsiasi cosa immaginabile, un progetto iMovie deve iniziare con la domanda “Che cosa posso ottenere con gli strumenti che ho a disposizione?”
A essere onesti, quegli strumenti sono molto versatili e stupefacenti (compresi quelli per le regolazioni audio e l’underdubbing)… e spesso mi imbatto nello stesso problema con la versione desktop di iMovie.
Ma iMovie presenta una limitazione davvero infelice: non si può semplicemente collegare la videocamera, fiduciosi che l’applicazione funzionerà con qualsiasi tipo di materiale girato. L’iPad è sempre stato in grado di importare praticamente ogni genere di file video all’interno della sua Libreria di Foto tramite il Camera Connection Kit. E anche di riprodurne molti. Ma ho importato materiali video provenienti da tre diversi dispositivi e quelli dell’iPhone 4 sono stati gli unici contenuti che iMovie è riuscito a incorporare in un progetto.
Oh iMovie, che bellezza avresti potuto essere! L’iPad è un candidato perfetto per la categoria ‘unico dispositivo da portarsi in viaggio’. Se sperate di riprendere, montare e inviare video mentre vi trovate on the road, beh, come si dice: uomo avvisato…
Già, tuttavia il potere dell’iPad 2 è farsi vedere su ogni servizio di pubblicazione di video che l’applicazione supporta direttamente. CNN ha mandato in onda il suo primo ‘iReportage’ realizzato con un iPad quando un pendolare ha notato l’esplosione di una conduttura principale di gas durante il suo tragitto mattutino; ha girato il video (con il suo iPhone 4, naturalmente), lo ha montato aggiungendoci narrazione, mappe e titoli, e lo ha inviato… tutto questo probabilmente mentre si trovava in coda al Dunkin Donuts vicino al suo ufficio.
Apple potrebbe aver accidentalmente prodotto il computer ideale per i reporter da usare sul campo. Se dovete inserire del testo, o parti audio o video, avete tutti gli strumenti necessari in una piccola tavoletta.
Nuove direzioni
Chiaramente, GarageBand rappresenta il fiore all’occhiello di iPad e il miglior esempio di software iOS. Per questo l’ho descritto come ‘aggressività viscerale incontrollata’. È un esempio di come Apple non si trattenga, ma insista aggressivamente sul fatto che l’iPad può essere, e sicuramente sarà, preso sul serio come una nuova categoria fondamentale nell’ambito del software ‘vero’.
Giocherellare con GarageBand, e poi subito lavorarci, ha chiarito interamente la mia posizione sul dispositivo. Si tratta di una applicazione vera e propria in esecuzione su un computer vero e proprio. Mette in difficoltà qualsiasi programma disponibile per i computer desktop Windows o Mac. Potrei avere a disposizione qui a casa i computer più vari, e comunque sceglierei liberamente l’iPad 2 per registrare e montare un podcast. Mi permetterebbe di ottenere quel che mi sono prefissato in maniera molto più rapida e con meno inconvenienti. Alcune delle foto dell’iPad che accompagnano questa recensione sono state sistemate e pubblicate direttamente dall’iPad… non per dimostrare chissà che, ma perché quando ho finito di usare la macchina fotografica l’iPad era a portata di mano e perfettamente in grado di svolgere tale compito.
Questo è ciò che definisce un computer vero e proprio che esegue software vero e proprio.
Una delle ragioni per cui Apple produce in casa così tante applicazioni commerciali di alto profilo, è quella di alzare il livello e stabilire un determinato standard qualitativo. Apple vuole che utenti e sviluppatori osservino GarageBand (o Pages, o Keynote) e pensino “Ah! Ecco a che livello può arrivare un dispositivo del genere!”
Questa reazione finisce sempre col favorire Apple. Gli sviluppatori sono stimolati a respingere i loro primi, oscuri impulsi durante il design di un’interfaccia (che di solito prendono la forma di un demone che sussurra “C’è una parte dello schermo in cui non hai ancora ficcato un pulsante? E se no, puoi rimpicciolire i pulsanti già esistenti per fare spazio ad altri pulsanti?”). E poi ispira i bravi sviluppatori a fare ancora di meglio. Le applicazioni fatte male sembrano perfino peggiori, e vengono spinte ad avere sempre minore visibilità nell’App Store.
E quelle applicazioni di qualità stimolano i consumatori a esaminare i dispositivi della concorrenza in modo molto più critico. Ogni centro Apple Store, ogni Best Buy, e ogni pausa pubblicitaria nel corso di un importante evento televisivo continuano a battere sullo stesso chiodo: ci sono cose che un iPad può fare e che nessun altro tablet al momento è nemmeno in grado di provare a fare.
Ecco perché non posso fare a meno di vedere queste applicazioni come un Segnale Importante. Mi aspetto che Apple diventi ancora più aggressiva nel 2011. E non solo nei confronti della concorrenza, ma anche contro se stessa e gli sviluppatori delle sue piattaforme. L’enorme successo dell’iPad nel 2010 ha dimostrato che Apple può aspettarsi molto, molto di più da questo tablet. E dato che le aziende concorrenti sono ancora alle prese con i preparativi di tablet che possano essere come minimo all’altezza dell’iPad del 2010, Apple ha almeno un altro anno prima di essere costretta a rispondere a una concorrenza diretta.
Ho detto più sopra che in generale, quando considero il notevole potenziamento dell’iPad 2, le funzioni video aggiuntive, e le sue applicazioni aggressivamente nuove e potenti, ho l’impressione che Apple voglia che certi utenti facciano dell’iPad il loro prossimo computer portatile. Non mi azzardo però a sostenere che Apple lo voglia manifestare esplicitamente, né che un iPad sia la scelta più adatta per la maggior parte degli acquirenti di notebook.
Tuttavia si tratta di un’alternativa credibile. Se non avessi un iPad 1, molto probabilmente avrei acquistato un ultraleggero MacBook Air o un portatile ASUS UL30 a buon mercato da usare in viaggio. Ho anche iniziato a mettere gli iPad nell’elenco di macchine da raccomandare quando qualcuno chiede un consiglio per l’acquisto e descrive un utente dalle esigenze piuttosto banali.
L’iPad ha ancora alcuni limiti di fondo che ne impediscono l’utilizzo come computer autonomo. Appena tolto dalla scatola non funzionerà finché non è stato collegato a un PC o a un Mac. Dopo averlo scollegato, non è più necessario connetterlo di nuovo (è possibile acquistare e installare applicazioni direttamente e importare i propri documenti via WiFi e 3G) finché non arriva il momento di effettuare il backup del dispositivo o installare un aggiornamento del sistema operativo.
Ma queste sono tutte limitazioni che potrebbero essere eliminate con una nuova versione di iOS. Credo che Apple abbia iniziato a spingere l’iPad in questa direzione.
Apple già utilizza il suo servizio MobileMe per il backup e la sincronizzazione di tutti i tipi di dati tra macchine desktop e iPad. È anche il collante che alimenta servizi come ‘Trova il mio iPad’ e il blocco e cancellazione a distanza. […] Mi sembra lecito dire che se Apple volesse far funzionare l’iPad come un computer portatile e del tutto indipendente, l’azienda ha di certo le risorse per raggiungere questo obiettivo.
Se questo è solo un mio sospetto sulla direzione futura di iPad, sono sicuro che Apple prevede di effettuare il prossimo grande balzo in avanti all’incirca quando la concorrenza starà introducendo nuovi tablet in grado di fare più o meno quel che iPad era già in grado di fare nei primi mesi del 2011.
A questo ritmo, Apple ha tempo fino al 2012 — o addirittura fino all’inizio del 2013 — per fare la grande mossa. A meno che qualche altra azienda non riesca a mettere le mani nel cilindro di Apple e a cavarne il coniglio più incredibile che si sia mai visto, Apple ha praticamente il monopolio della categoria tablet come minimo fino all’anno prossimo. Per citare Conan il Barbaro, l’iPad 2 ha schiacciato i suoi nemici, ha inseguito gli altri tablet mentre fuggivano, e ha ascoltato i lamenti dei loro product manager.
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