Il tutto inizia in modo semplice e innocuo: avevo voglia di rivedere alcune foto scattate fra 2004 e 2005, all’epoca del mio insediamento qui in Spagna. Di quelle foto conservo vari backup in dischi e anche Mac diversi, ma la versione più strutturata è conservata in una ventina di CD‑R, tutti ordinati cronologicamente. Sono CD‑R masterizzati dal 2004 in poi, presumibilmente dal masterizzatore interno del mio PowerBook G4 12″, che all’epoca era la mia macchina principale. Masterizzatore che non ha mai dato problemi e che continua a funzionare ancora oggi. Nel masterizzare, ho sempre cercato di seguire tre regolette, nel limite del possibile:
- Utilizzare supporti di buona qualità
- Utilizzare sempre lo stesso masterizzatore
- Utilizzare sempre lo stesso software di masterizzazione (nel mio caso, Toast Titanium)
Ho un archivio di CD e DVD masterizzati piuttosto cospicuo, che controllo periodicamente. Non so se il mio metodo paga, oppure se si tratta semplicemente di fortuna, ma devo dire che mi è capitato molto raramente di trovare un disco assolutamente illeggibile, nemmeno fra quelli più vecchi in mio possesso (del 1995, all’incirca).
Immaginate la sorpresa quando, inserito il primo CD con le foto del 2004, mi sono ritrovato davanti l’interfaccia di Toast Titanium, con il MacBook Pro che invece di montare il disco lo considerava un supporto vuoto. Un MacBook Pro del 2009 che non legge un CD del 2004, questa è bella, ho pensato.
Ora, è noto che quando un disco masterizzato si comporta in modo inaspettato (viene visto come vuoto, o addirittura risputato dall’unità ottica), i colpevoli possono essere solo due: o il disco, rovinatosi in qualche modo, oppure il lettore/masterizzatore. La mia sorpresa era grande anche perché ricordavo di aver visto sul MacBook Pro altri CD di foto della stessa epoca, senza problemi. Inoltre conservo i miei CD/DVD con cura. Ancora incredulo, ho provato il secondo CD, con l’archivio di foto del 2004 e 2005. Niente.
Ho riavviato il Mac. Niente.
Sarà colpa del lettore del MacBook Pro? Ho inserito un film in DVD e non ha esitato a leggerlo.
Allora ho fatto un’altra prova: ho collegato il masterizzatore CD/DVD portatile LaCie esterno, ho provato gli stessi CD. Niente da fare.
Stavo iniziando a pensare che forse era successo qualcosa ai dischi. Riprendo il primo CD e lo inserisco nell’unità ottica del Power Mac G4 Cube che ho di fianco. Bum! Si monta sulla scrivania e le foto sono tutte dove le avevo lasciate. Inizio a navigare fra le cartelle e tutto si apre regolarmente. A questo punto ho come una pulce all’orecchio: prendo il CD e lo faccio leggere dagli altri Mac che ho a disposizione nel mio quartier generale: il PowerBook G4 12″ lo legge, il PowerBook G4 Titanium lo legge, gli iBook G3 colorati lo leggono, il PowerBook G3 Lombard lo legge… Il caso strano sembra essere il MacBook Pro. Mi viene un’altra idea: riavvio il MacBook Pro dall’ultimo backup di Snow Leopard che feci prima di aggiornare a Lion, rimetto il CD e… viene letto tranquillamente. L’unica deduzione che mi resta da fare è che stavolta il colpevole non è né il disco né il masterizzatore, ma il sistema operativo. Possibile che Lion sia così schizzinoso?
Purtroppo sono talmente occupato che non ho potuto documentarmi bene online per sapere con certezza se si tratta di un problema comune ad altri utenti, e non ho ancora avuto il tempo per aggiornare a Mac OS X 10.7.3 per verificare se risolva il problema. Ho pensato di riportare questo episodio per fare un paio di considerazioni, una pratica e una più generale.
La considerazione pratica: vi succedesse una cosa del genere, non saltate alle conclusioni pensando che i vostri CD o DVD siano illeggibili o rovinati. Se io avessi avuto soltanto il MacBook Pro e il masterizzatore esterno, dopo aver provato il CD in entrambi i lettori, quello interno e quello esterno, sarei stato tentato di concludere la stessa cosa. Se vi rimangono dei Mac più datati e provvisti di unità ottica funzionante, riesumateli e fate delle prove: non tutti i dati potrebbero essere persi.
La considerazione generale: siamo sempre al solito discorso. Viva il digitale, certo, ma un po’ più di affidabilità non guasterebbe. Se quello di Lion non è un semplice bug passeggero, siamo all’assurdo — al non essere in grado di leggere un supporto registrato sei anni fa. (D’accordo, alla fine ho potuto leggerlo, ma supponiamo di aver avuto soltanto attrezzature recenti). Tornano le osservazioni che ho scritto in The culture of backup due mesi fa:
Siamo nel 2011: non dovremmo stare a preoccuparci di copiare i nostri materiali in maniera ridondante su vari dispositivi e in vari luoghi per poter proteggere le informazioni in modo sicuro. So che è facile farlo, che i dispositivi costano poco, che può essere un procedimento del tutto automatizzato, ecc. Ma credo che il tutto debba essere qualcosa di ancor meno oneroso. Ovviamente non mi aspetto vita eterna dai dispositivi e dai supporti, ma almeno qualcosa di più duraturo. Come i CD musicali acquistati nel 1988 e tranquillamente riproducibili in un lettore del 2011. Sono sicuro che quando li avete acquistati non avete pensato “Oh adesso devo fare un backup della musica perché qualcosa potrebbe andare storto nel giro di un mese e potrei perdere i dati”. Vorrei semplicemente qualcosa di paragonabile per le informazioni che ho sui miei Mac. Basta con questa cultura dell’usa e getta. I nostri dati personali si meritano opzioni di archiviazione migliori e più affidabili.
A volte l’immaterialità del digitale mi atterrisce, come nel caso illustrato qui, e finché il digitale mi riserverà sorprese come queste avrò sempre quella punta di diffidenza. Fare i backup è importante, non lo nego, ma non si dovrebbe vivere facendo continuamente manutenzione dei propri materiali con quell’angoscia sottile e remota di poter perdere delle informazioni solo perché si è abbassata la guardia un momento. La tecnologia dovrebbe venirci in aiuto, non complicare le cose.