L’amico Lucio Bragagnolo ha accennato sul suo Ping! (il blog, non il servizio dentro iTunes) alla notizia per cui Apple ha reso disponibile agli sviluppatori il primo seed dell’aggiornamento a Mac OS X 10.6.6 ancor prima che Mac OS X 10.6.5 abbia raggiunto ufficialmente gli utenti. Secondo Lucio, questa notizia è un’ennesima prova del fatto che, a dispetto di quanto sostengano molti (eterni) scontenti, Apple non sta affatto trascurando il Mac.
Mi colpisce più che altro la chiosa di questo commento:
Le critiche rivolte alla nuova versione di OS X sono giustificate dal fatto che dopo un signor sistema operativo come Snow Leopard (di gran lunga il migliore OS che abbia mai usato) la gente si aspetta tanto. E di questo tanto, a parte un market place che fa gola solo ad Apple, si è visto ben poco.
Mentre sono d’accordo con il commentatore (“Casper”) sul fatto che questa solerzia nell’emettere il seed di Mac OS X 10.6.6 possa anche essere dovuta all’essersi accorti di qualche bug non ovvio spuntato quando era già troppo tardi per sistemarlo nell’aggiornamento 10.6.5, la parte finale del suo commento, che ho qui riportato, mi spinge a fare la seguente osservazione.
È vero, di Mac OS X 10.7 Lion si è visto poco, e magari quel che si è visto non fa certo gridare al miracolo dell’innovazione. Onestamente, però, che senso ha criticare Lion adesso? Jobs ha detto che Lion arriverà nell’estate 2011, e considerando il calendario delle ultime WWDC (WorldWide Developer Conference), questo significa giugno-luglio 2011. Mancano quasi nove mesi. Che cosa pensavate di vedere all’evento Back To The Mac? Un’approfondita disamina di tutte le funzioni della versione di un sistema operativo non ancora completamente formata?
Io la vedo così: Apple aveva bisogno di parlare di Lion soprattutto per confermarne l’esistenza e per mettere a tacere troppe voci che davano per spacciato lo sviluppo di Mac OS X a scapito della piattaforma iOS. Ecco quindi Jobs che ci dice: ci stiamo lavorando, uscirà la prossima estate e (dettaglio per me importante) stiamo rispettando la tabella di marcia. Più che fare uno show delle funzioni più rivoluzionarie, sono stati presentati gli indizi più significativi della direzione in cui Apple si sta muovendo a livello di interfaccia utente, ovvero far rientrare in Mac OS X gli aspetti più interessanti e i punti forti di iOS.
Ma, appunto, s’è trattato di un abbozzo. Credo sia troppo presto per pretendere di avere già tutta una serie di dettagli approfonditi su come sarà Lion sotto il cofano, o quali saranno le fantasmagoriche innovazioni.
Sono convinto che, finché non verrà pensionata la metafora della scrivania e relative implicazioni, le prossime versioni dei sistemi operativi, e di Mac OS X nello specifico, presenteranno migliorie sempre meno eclatanti da un punto di vista visivo, superficiale, e molto più consistenti dietro le quinte. È quel che si è visto nel passaggio da Leopard a Snow Leopard: una serie di rafforzamenti agli strati profondi, due sistemi molto simili a prima vista.
Dal poco che si è visto di Lion, a mio avviso, l’unico tipo di discussione sensata riguarda la direzione di sviluppo, non tanto l’elenco di feature. Lion potrebbe presentare qualcosa di grosso come un nuovo tipo di filesystem, oppure potrebbe non presentare nulla di straordinario di per sé, ma estremamente significativo in quel percorso convergente fra Mac OS X e iOS. Sicuramente prima dell’estate vi sarà almeno un altro evento dedicato a Lion, per tenere pubblico e sviluppatori aggiornati, e vi sarà più carne al fuoco di cui discutere.