Ieri sera mi sono letto le varie reazioni al keynote di Steve Jobs in apertura della WWDC 2007, e stamattina me lo sono visto in tutta tranquillità. Una presentazione robusta, divertente, con un buon ritmo (un’ora e mezza è passata senza che me ne accorgessi). Bella la trovata iniziale, con l’attore John Hodgman (che impersona il “PC” negli spot “Get a Mac” di Apple) che finge di essere Steve Jobs e dichiara di chiudere definitivamente baracca. Surreale la breve videoconferenza fra Jobs e Schiller, con Schiller che dimostra tantissima autoironia nel presentare i nuovi effetti di iChat in Leopard. E non poteva mancare la frecciatina a Windows Vista, quando Jobs si mette ad annunciare che altrettante versioni di Leopard saranno disponibili da ottobre, ma tutte al prezzo di 129 dollari…
Umorismo a parte, questo keynote ha portato un po’ più di carne al fuoco rispetto alla WWDC 2006 e mi associo a John Gruber quando dice che la WWDC 2007 sembra piuttosto una “WWDC 2006 versione 2.0”. Ma cercherò di andare con ordine.
Leopard
Alla WWDC 2006 dell’agosto scorso, Jobs aveva accennato ad alcune delle nuove funzionalità di Leopard. Ieri finalmente sono state spiegate un po’ più in dettaglio, e ne sono state rivelate altre, come il nuovo aspetto della scrivania e del Finder. Jobs dichiara che Leopard incorpora più di 300 nuove funzioni rispetto a Tiger, e ne presenta 10. Se ci fermiamo in superficie, probabilmente Leopard può non sembrare così rivoluzionario da giustificare il suo rilascio 21 mesi dopo Tiger (e tutti questi mesi per sviluppare una nuova versione di un sistema operativo sono molti, specie considerando le tempistiche Apple). Bisogna invece fare attenzione ai dettagli, e al contempo tenere a mente che possono esserci delle innovazioni “sotto il cofano” che magari non sono presentabili con una demo sul palco (come il nuovo Finder, o Quick Look), ma che si aggiungono alla sempre maggiore omogeneità e robustezza generale di Mac OS X e possono fare la differenza venendo incontro alle esigenze di questo o quell’utente.
Parlavo di dettagli. Osservando bene le demo delle dieci novità di Leopard presentate da Jobs, si possono cogliere altre novità che Jobs non ha menzionato esplicitamente. Nel presentare il nuovo Finder, per esempio, si può vedere come l’accesso a unità condivise in rete locale sia molto più stabile e veloce rispetto a prima e, se è vero che le cose sembrano sempre più facili e veloci nelle demo di Jobs, va anche detto che qualche miglioria devono pure averla fatta, perché la funzionalità “Back to my Mac”, che consente a chi ha un account .Mac di accedere da remoto a documenti sul proprio Mac di casa o dell’ufficio, deve poter funzionare rapidamente e in modo affidabile come appare nella demo, altrimenti rischia di essere come l’attuale accesso al proprio iDisk dal Finder: praticamente inutilizzabile. (E chissà che non abbiano infine rimediato anche a questo problema).
Anche Spotlight appare più usabile, veloce e sensato. Anche qui: non può non esserlo se vogliamo che la nuova funzione di ricerca diretta su volumi condivisi, e la ricerca di versioni perdute di un documento in Time Machine, siano davvero efficienti. Dalla demo del Finder, di Quick Look e di Time Machine, mi pare sensato fare questo tipo di deduzione.
Magari per alcuni Core Animation significherà poco e niente, e la demo di Jobs potrà apparire la solita trovata con effetti speciali per mettere fumo negli occhi. Da quel che ho potuto capire, Core Animation è alla base di abbellimenti come gli effetti di apertura/chiusura degli Stack, del motore di Cover Flow, di tutte le animazioni che permettono di visualizzare anteprime a tutto schermo di vari tipi di documenti, per non parlare di Spaces. Probabilmente sarà grazie all’architettura Core Animation che tali effetti saranno resi in modo fluido e usabile anche sul mio vecchio PowerBook G4 da 1 Ghz con 32 MB di RAM video.
iChat, a parte le simpatiche buffonate di Phil Schiller, introduce una funzione veramente utile, che è la possibilità di presentare documenti in diretta agli altri interlocutori. La bellezza, a mio avviso, non è tanto il poter far vedere le foto delle vacanze all’amico lontano; è poter presentare direttamente a un cliente il prototipo di una brochure o di una pubblicazione e discuterne dettagli ed eventuali modifiche online, qui-e-ora. È un’ottima cosa per il lavoro di gruppo.
Safari 3
Safari è una tessera molto importante della struttura di Mac OS X. Che Safari migliori è un bene per tutto l’ambiente del sistema operativo che fa uso di WebKit. E, non dimentichiamolo, è un bene per l’iPhone. Carina la funzione Web Clip, che permette di “ritagliare” pezzi di siti Web e di trasformarli in widget, vero? Senza i progressi già visibili nella versione 3 beta di Safari, forse tutti quei widget non sarebbero così usabili come la demo di Jobs lascia a intendere. Ho letto che la beta di Safari non è molto stabile su Windows. Io l’ho installata da subito, e la sto usando da molte ore senza alcun problema, senza crash, senza inghippi nel rendering dei siti che frequento con regolarità (tanti e complessi). Sto scrivendo questo post usando Safari 3, fra l’altro. Sarà una mia impressione, ma la maggiore velocità nel caricare pagine è decisamente percepibile (e sì, ho svuotato la cache prima di parlare). Ottima la funzione di ricerca nella pagina. Le parole evidenziate si vedono bene, e non mi perdo quando passo da una ricorrenza all’altra dello stesso termine nella pagina.
Efficace la possibilità di spostare l’ordine dei pannelli quando se ne aprono due o più nella stessa finestra; utile e intuitiva la funzione di trascinamento di un pannello fuori dal gruppo per visualizzarne il contenuto in una nuova finestra. È possibile anche il contrario, malgrado non sia ugualmente intuitivo: supponiamo di avere una finestra con quattro pannelli già aperti e di avere una seconda finestra con un solo sito Web caricato. Vogliamo avere tutto in cinque pannelli in un’unica finestra; andiamo nella seconda finestra, attiviamo la barra dei pannelli [Show Tab Bar: Mela-Maiusc‑T] e si trascina il pannello nella prima finestra. Safari creerà il quinto pannello eliminando la seconda finestra. Più facile a farsi che a spiegarsi.
Da quel che ho potuto vedere con Monitoraggio Attività aperto, mi sembra inoltre che Safari 3 gestisca la RAM a disposizione in modo molto più efficiente di prima.
Ora anche per Windows – Non occorre essere dei geni per capire l’importanza di questa mossa. Quando Safari 3 funzionerà bene su Windows XP e Vista (quando non sarà più beta, insomma), contribuirà all’effetto “Cavallo di Troia” già perpetrato con iTunes/Quicktime. Apple continua a mettere sotto il naso degli utenti PC delle alternative alle loro abitudini, nella speranza che si accorgano che la concorrenza può produrre applicazioni migliori, invitandoli quindi a considerare eventualmente il passaggio alla piattaforma Mac. Il fatto che oggi, grazie a programmi come Boot Camp, Parallels Desktop e VMWare, sia possibile usare sia Windows XP/Vista sia Mac OS X su uno stesso Mac (Intel), è un favore che Apple fa a Microsoft ma anche e soprattutto a se stessa. Se devo acquistare un portatile nuovo, perché non prendere il MacBook (o il MacBook Pro), che mi permette di far girare nativamente due sistemi operativi? E se l’utente PC medio (non il geek, ma l’utente che usa il computer principalmente per navigare il Web, gestire la musica, scrivere email, comporre documenti Word, ecc.) si trova di fronte applicazioni per Windows prodotte da Apple che gli permettono di fare ciò che normalmente fa, ma in modo più efficiente ed elegante, perché non passare direttamente alla piattaforma Mac invece di accontentarsi di surrogati, per belli che siano?
Ecco perché credo che Safari 3 per Windows sia una bella mossa. Oggi forse non significa granché, oggi forse appare come un sassolino gettato in uno stagno. Vediamone gli effetti fra una manciata di mesi. Anche iTunes per PC, all’inizio, sembrava innocuo.
Rimanete sintonizzati, se volete. Nel prossimo post parlerò del rinnovato sito Apple e di quanto è stato detto nel keynote a proposito delle applicazioni di terze parti per l’iPhone.
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