Spero di non saturare eccessivamente parlando ancora di browser, ma devo farlo perché in questo periodo, a quanto pare, fervono gli sviluppi nel settore.
Come ormai saprete, il browser è una tipologia di software a cui sono parecchio interessato. In primo luogo perché, insieme a programmi di scrittura e impaginazione e alle applicazioni di gestione della posta, è uno strumento con cui convivo ogni giorno. Il word processor o editor di testi sta alla scrittura come il browser alla lettura, e quindi è importante. Secondariamente mi interessano i browser perché offrono spunti notevoli di riflessione in merito ad argomenti a me cari come l’usabilità, l’accessibilità e le interfacce utente.
Ho sempre cercato di seguire gli sviluppi di tutti quei progetti che non erano i soliti ‘grandi nomi’ (prima Netscape e Microsoft, oggi Microsoft, Mozilla e Apple); fui tra i beta tester di Mozilla quando gli indicatori di versione erano M16, M17, ecc. (quindi ancor prima di assumere il formato 0.x.x); sto studiando gli strumenti di localizzazione per poter dare il mio contributo a Camino; e in genere cerco di stare al passo con altri progetti di browser.
Dopo essere stato ‘sedotto e abbandonato’ da Shiira (un browser promettente, ma il cui sviluppo è stato fermo più di un anno a uno stadio di beta con bug e dis-funzionalità irritanti), ho trovato un nuovo pupillo, che ho già menzionato un paio di volte in questa sede: Stainless (solo per Mac OS X Leopard). Un progetto partito in punta di piedi e con umiltà, con lo spirito di creare niente più che una technology demo per mostrare un tipo di architettura multi-processo alternativa a quella implementata da Google Chrome.
La semplicità e l’efficienza di questo browser estremamente spartano (fino a ieri non aveva il minimo supporto per i bookmark, nessuna funzione di autocompletamento delle URL, assenza di qualsivoglia preferenza per gestire l’aspetto e i contenuti Web, ecc.) hanno però riunito una base sostanziosa di utenti, che come il sottoscritto hanno apprezzato gli sforzi di Mesa Dynamics e si sono presi la briga di inviare tanto feedback positivo, al punto di convincere l’azienda a proseguire lo sviluppo e a ‘fare sul serio’. E oggi è uscita la versione 0.5.1, che incorpora una novità interessante e unica nel suo genere: il concetto di sessioni parallele. Loro lo spiegano chiaramente e succintamente nella pagina principale:
[Le sessioni parallele] permettono di effettuare il login in un determinato sito utilizzando credenziali diverse, contemporaneamente e in pannelli separati. Questa nuova tecnologia è parte integrante di Stainless a tutti i livelli, dal sistema privato di archiviazione dei cookie, a bookmark sensibili alla sessione in cui sono stati salvati.
Per fare un esempio pratico, adesso Stainless è l’unico browser che mi permette di accedere contemporaneamente ai quattro account Gmail che uso più di frequente. Invece di aprire un pannello normale, con ⌘-T, si apre un ‘pannello di sessione separata’ (File > Single Session Tab, oppure ⇧-⌘-T); io ne apro quattro e sono a posto. E dato che Gmail notifica in tempo reale l’arrivo di nuova posta (il numero di messaggi non letti appare nel titolo del pannello), è molto comodo avere più account sott’occhio. Se ho inteso bene, il meccanismo che permette tutto questo è l’archiviazione temporanea dei cookie in una posizione esterna rispetto al normale archivio del browser. Ogni pannello, quindi, non è solo un processo distinto, ma avendo il suo ‘ripostiglio’ personale diventa anche una sessione distinta. Io lo trovo geniale.
Dalla versione attuale, Stainless comincia a supportare anche i bookmark. Anche l’approccio ai bookmark è un po’ differente dagli altri browser. Non c’è una barra dei bookmark posta orizzontalmente nella classica posizione sotto la barra degli strumenti, e non c’è (ancora) un menu o una finestra dedicata alla loro gestione. Appare invece una sottile barra verticale sulla sinistra della finestra del browser, nella quale è possibile trascinare le icone dei siti Web (favicon) e inserirle così fra i preferiti. Il sistema mi sembra interessante. Il fatto che rimangano solo le piccole icone per me non è eccessivamente problematico: nelle barre dei bookmark di altri browser tendo sempre ad abbreviare le etichette in modo da poter avere più bookmark (o cartelle di bookmark) visibili. E poi dei siti che visito più spesso mi ricordo bene la favicon. Sono curioso di vedere se e come implementeranno le cartelle in cui inserire più siti (per ora è possibile inserire solo siti singoli, anche se comunque lo spazio è più che sufficiente). Un problema, però, sono i siti (o le pagine Web) che non hanno un’icona personalizzata — in questo caso rimane l’icona generica del mappamondo:
In questo esempio si possono vedere e distinguere il sito di Apple, Flickr, Stainless, e poi un’icona generica, che per la cronaca è quella di Macworld Italia. Un altro problema possono essere le sottopagine di uno stesso sito, che hanno per forza la stessa icona, ma è sufficiente passare il puntatore sulle icone per far apparire i tooltip, le etichette gialle d’aiuto, che riportano esattamente il titolo della pagina Web a cui il bookmark si riferisce. L’inconveniente rimane con siti fatti maluccio (come Macworld Italia), che non formattano propriamente l’HTML per inserire un titolo alle pagine. Se passo il puntatore sull’icona generica, il tooltip non mi dice che è la pagina del blog di Lucio, ma riporta l’altrettanto generica indicazione “New Tab”.
Però l’idea della disposizione verticale e ridotta al minimo dei bookmark è interessante. A ben pensarci, la maggior parte dei siti lascia un ampio margine inutilizzato ai lati delle pagine, quindi una barra laterale ruba meno pixel preziosi alla navigazione del sito rispetto alla striscia orizzontale dei bookmark degli altri browser. L’altro browser che sfrutta questo concetto è OmniWeb, ma per i pannelli, e il ‘cassetto’ che si apre sulla sinistra (o destra) sposta un po’ troppo la finestra principale.
Stainless è in buona salute: mai visto una beta così stabile ed efficiente (il motore di rendering è WebKit). E approvo la direzione che Mesa Dynamics sta intraprendendo, nonché l’approccio ‘a piccoli passi’ che, dopo la valanga di innovazioni e cambiamenti di Safari 4, è come respirare una boccata di aria fresca, grazie anche all’interfaccia più zen, per così dire. Spero continui così.
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