Minimal Mac parla di me

Mele e appunti

Oggi sono stato menzionato da Minimal Mac; in realtà per una seconda volta, visto che Patrick Rhone, autore del blog, aveva trovato su flickr la foto del mio ‘angolo vintage per la scrittura’, ma non sapeva la storia che c’era dietro. Mi sono messo in contatto con lui e gli ho spiegato che sì, è un setup che utilizzo ancora, e che ne avevo parlato su System Folder. E lui ne ha riparlato, e la cosa ovviamente mi fa molto piacere.

Applicazioni che probabilmente ho frainteso e che forse meritano una seconda possibilità

Mele e appunti

Non so se vi sia capitato nella vostra esperienza Mac: uno degli autori che seguite e del cui giudizio vi fidate scrive una recensione trionfante di un certo software. Ne parla in modo sicuro e convincente, e da lì il passo è breve: seguite il link, lo scaricate anche voi, lo provate e il primo approccio è…

Boh.

Fate qualche ricerca in Google e scoprite che altri autori/siti che leggete spesso e volentieri e del cui giudizio vi fidate ne hanno già parlato in termini entusiastici. In certi casi scoprite persino comunità di appassionati di quel software, i quali spesso danno suggerimenti utili, spiegano i modi in cui loro sfruttano al massimo le funzionalità del programma, alcuni si spingono ad affermare che il tal software ha cambiato, radicalmente e in meglio, la loro maniera di organizzarsi, eccetera eccetera. E sulla vostra faccia rimane quell’espressione un po’ così…

Boh.

Vi fate un breve esame di coscienza, mentre cercate per l’ennesima volta di muovere i primi passi con questo software tanto fantastico, e vi dite: “Sono una persona intelligente e non ho mai avuto problemi a usare applicazioni Mac; ne ho provate a centinaia, ad alcune mi ci sono affezionato, altre le ho scartate perché semplicemente non mi servivano. Questa sento che potrebbe servirmi, ma davvero non riesco a capire quel che non va”. In altre parole, vi rendete conto che il software in questione è ben fatto, che molti lo usano con successo, che ha un potenziale tremendo, e che pure vi potrebbe essere utile… ma non riuscite a familiarizzare con esso, e qualcosa non ‘scatta’.

A me finora è successo con un paio di applicazioni e voglio brevemente condividere le mie perplessità.

Il caso più eclatante è Quicksilver. È un po’ che è in giro, io la conosco dai tempi di Mac OS X 10.3 Panther e immagino che la maggior parte di chi mi legge ne abbia almeno sentito parlare di striscio. In breve, Quicksilver è in superficie un cosiddetto launcher, ossia un programma che serve ad accedere e lanciare altri programmi; il Dock di Mac OS X è anche un launcher, Spotlight può fungere da launcher (si inizia a scrivere il nome dell’applicazione da avviare e quando essa compare fra i risultati, selezionandola e battendo Invio la si lancia), poi esistono programmi specializzati proprio in questo, come LaunchBar.

Come viene spiegato nella pagina a cui ho rimandato nel link, Quicksilver non è soltanto un launcher: può servire per effettuare ricerche (il metodo è analogo a Spotlight: si inizia a battere la stringa di ricerca e Quicksilver inizia a mostrare un elenco di risultati), ma soprattutto Quicksilver è una piattaforma su cui montare a piacere tutta una serie di sofisticate funzionalità grazie al supporto di plug-in; questo in aggiunta a quelle che già offre di suo. A ogni elemento trovato e indicizzato da Quicksilver si associa una gamma di azioni. La raffinatezza della gestione degli elementi permette per esempio di spostare file, aprire certi file con un’applicazione specifica, persino inviare un’email con allegati a un contatto, il tutto con pochi gesti, all’interno di un’interfaccia minima (la potete vedere nella pagina a cui ho rimandato) e senza nemmeno usare il mouse, visto che la stragrande maggioranza dei movimenti in Quicksilver vengono fatti con la tastiera.

Suona molto appetibile, vero? Ci sono molti utenti che hanno eliminato il Dock e persino Spotlight per fare tutto (e a detta loro, meglio) con Quicksilver. Quando ho trovato Quicksilver mi ha subito affascinato e ho voluto provarlo. Niente da fare. Dopo qualche tentativo, i problemi che ho individuato (ma sono rilevazioni totalmente soggettive e senza pretesa di universalità) sono in sostanza legati all’usabilità di Quicksilver. Quicksilver ha un raggio di azione potenzialmente amplissimo, e ciò per me diventa alla lunga un inconveniente, più che un vantaggio; bisogna tener traccia di un’infinità di plug-in affinché Quicksilver ‘agganci’ e implementi un certo servizio o cerchi elementi all’interno del database di una certa applicazione. L’interfaccia utente, pur bella, la trovo vagamente ostile a un primo approccio: si comincia a cercare qualcosa, poi si premono i tasti direzionali e appaiono altre icone e altri elementi — è quando Quicksilver cerca di contestualizzare e fornire azioni compatibili con l’elemento trovato. Più volte mi sono ritrovato, dopo la comparsa di due o tre pannelli, senza sapere che fare o uscendo e rientrando in Quicksilver perché non aveva trovato quel che cercavo.

Non so se nelle ultime versioni funziona ancora così, ma un aspetto particolarmente frustrante per me è sempre stato il sistema stesso di search as you type, cioè le ricerche iniziano mentre si digita. In Spotlight si inizia a scrivere qualcosa e i risultati compaiono sotto e si aggiornano in tempo reale a seconda di come prosegue la digitazione. Se faccio una breve pausa mentre digito non succede nulla: Spotlight si ferma e attende ordini, e quando riprendo a digitare lui riprende a cercare sempre basandosi sulla stringa che sto scrivendo. Quicksilver no. Se scrivo quattro lettere di una parola, mi fermo, e riprendo, Quicksilver inizia un’altra ricerca. Esempio: in Spotlight inizio a scrivere casa e lui mi mostra file, messaggi email, immagini e quant’altro contenga ‘casa’. Se faccio una breve pausa e poi riprendo a scrivere linghi, Spotlight aggiorna i risultati per mostrarmi tutto quel che ha trovato con la parola ‘casalinghi’. Quicksilver invece interpreta ‘linghi’ come seconda ricerca a sé stante, e ovviamente non trova nulla; al che mi tocca ricominciare immettendo la parola ‘casalinghi’ il più velocemente possibile affinché venga interpretata come parola unica. Per non parlare del fatto che se in Quicksilver scrivo, per esempio, tre, lui mi mostra fra i risultati anche elementi che contengono le lettere T, R, E in forma non consecutiva. Il che, per me, è inutile nella quasi totalità dei casi.

Poi vedo esempi di altri per i quali Quicksilver è diventato elemento indispensabile per il flusso di lavoro e mi dico che forse sono io ad aver sbagliato l’approccio. Il fatto è che a mio parere un’applicazione di questa fatta deve partire semplice e poi complicarsi nella misura in cui vuole l’utente. Quicksilver mi ha dato l’impressione opposta, ovvero che l’applicazione diventa semplice superata la barriera di ingresso e la curva di apprendimento. Posso sbagliarmi, naturalmente, ma una piccola conferma mi viene dal genere di commenti degli entusiasti di Quicksilver, commenti quali “Una volta che impari a padroneggiare Quicksilver è un’altra vita”, “Una volta che impari a sfruttare al meglio le sue potenzialità, con Quicksilver effettui operazioni complesse battendo quattro tasti”.

Con Quicksilver ho ripetuto più volte il ciclo ‘installa/butta via’, scontrandomi sempre con il tipo di frustrazione legato all’usabilità dell’interfaccia che ho menzionato sopra. Potrei tranquillamente lasciar perdere e classificarlo come ‘programma che non fa per me’ e metterci una croce sopra. Ma in questo periodo sono alla ricerca di soluzioni per migliorare la mia produttività e fare ordine nelle mie cose sul Mac (l’ispirazione mi è venuta sia da un bisogno personale, sia dalla lettura dell’ottimo Minimal Mac), e ho pensato di dare a Quicksilver una seconda possibilità. Forse mi serve solo un po’ più di tempo e pazienza. Sarebbe davvero bello conoscere l’opinione di chi lo usa con profitto, magari può offrire altri consigli preziosi.

- — * — -

L’altra applicazione è Yojimbo (e, in genere, tutte le applicazioni della sua categoria, ossia gli ‘organizzatori di contenuti’). Sono tornato a considerare questo programma dopo l’ottima recensione di Shawn Blanc e dopo aver constatato le migliorie apportate alla versione 2.0 da poco rilasciata da Bare Bones Software. Io provai testardamente a usare la versione precedente, ma anche in quel caso non riuscivo a capire perché quell’interruttore non scattava; l’interruttore che ti fa dire: “Ah, questo programma calza come un guanto, e mi è comodissimo e naturale servirmene”.

Blanc coglie nel segno quando scrive:

Per anni ho cercato di utilizzare Yojimbo, ma era un’esperienza frustrante perché lo trattavo come un sostituto del Finder. In più di un’occasione ho provato a sostituire il mio ottimo e collaudato sistema per archiviare le cose più varie con quest’unico software — cercando di salvare e importare quasi tutto in Yojimbo. È un pessimo sistema, ed è per questo che ho sempre finito con l’abbandonare l’applicazione.

Yojimbo non è un ‘everything bucket’ [ossia un contenitore che deve comprendere tutto per forza]. Una descrizione più appropriata credo sia ‘anything bucket’ [ovvero un contenitore che può accettare e conservare gli elementi più vari]. [Nota: è molto difficile rendere in traduzione questi due concetti, che in apparenza sembrano identici].

Perché applicazioni come Yojimbo non sono applicazioni in cui si debba conservare ogni cosa; semmai sono programmi ai quali si possono dare in pasto le informazioni più varie. Non sono sostituti del Finder, né l’opposto. Occorre utilizzare entrambi.

Esattamente l’errore che facevo io. Cercavo di usare Yojimbo come un Finder più sveglio, ma data la grande quantità di dati che ho sparsi per il mio disco rigido principale, l’importazione di tutto all’interno di Yojimbo stava diventando un’operazione titanica, operazione che ho cominciato a trascurare, e di conseguenza mi sono ritrovato con qualcosa di molto meno utile e di molto meno versatile per le mani.

Se avete esempi di altre applicazioni che avete riscoperto dopo essere partiti con il piede sbagliato, date il vostro contributo, sempre ben accetto, nei commenti. Sono argomenti che stimolano la curiosità.

iTunes 9 (terza parte)

Mele e appunti

[Link alla Prima Parte]
[Link alla Seconda Parte]

6. Riflessioni

iTunes rimane sempre una delle applicazioni Apple che non riesce mai a lasciarmi completamente soddisfatto. Ma bisogna essere obiettivi: da quel che ho visto e sperimentato finora, era da tanto che non usciva una versione di iTunes valida come questa. In passato, a ogni nuova versione, avevo l’impressione che questo programma tuttofare si gonfiasse sempre di più, e diventasse progressivamente meno funzionale e pratico; è vero, si potrebbe classificare così anche quest’ultima incarnazione di iTunes, ma per la prima volta dopo parecchio tempo mi sembra evidente che siano stati fatti dei tentativi per ottimizzare il programma, e non solo per aggiungere funzioni fine a se stesse (quel fenomeno che in gergo viene chiamato feature creep). Lo sforzo riorganizzativo si vede, non è perfetto, ma c’è. Per la prima volta dopo parecchio tempo ho finalmente trovato iTunes un po’ più scattante e reattivo. Un po’, che è meglio di niente.

Si può fare di più? Certamente. Una cosa che ho sostenuto fin da quando è stato presentato iTunes 9 e si è saputo che è ancora un’applicazione Carbon a 32 bit, è che iTunes ha disperatamente bisogno di diventare un programma riscritto in Cocoa, e a 64 bit. Comincio citando lo stesso frammento di John Nack già ripreso dal solito Gruber:

Voglio essere chiaro: penso che Cocoa sia fantastico. Penso che i 64 bit siano una tecnologia fantastica. (Stiamo adottandole entrambe per Photoshop). Ma sono davvero, genuinamente curioso: quali sono gli elementi specifici che la gente ritiene contribuiranno a migliorare le loro applicazioni nel passaggio a Cocoa e/o ai 64 bit? Nel caso di iTunes devo proprio chiedere:

  • Davvero gli utenti notano problemi prestazionali di iTunes allo stato attuale? Io non ne ho mai avuti. Filtra la mia libreria di 3.000 elementi a una velocità che sta al passo con la mia velocità nel battere sulla tastiera, fa un ottimo lavoro con il video HD, e scorre fluidamente fra le copertine degli album in vista Cover Flow. Né ricordo altri lamentarsene.
  • Davvero si vuole che iTunes utilizzi più di 4 GB di RAM? Credo che si possa tranquillamente rispondere di no.
  • C’è chi si lamenta dell’interfaccia grafica (per esempio le barre di scorrimento non standard) e pensa forse che il passaggio a Cocoa renderà iTunes più ‘Mac-like’? Ancora una volta, non ho sentito lamentele di questo genere (o meglio solo alcune piuttosto ridicole).

E dunque? Lasciate che lo dica in altro modo: se voi aveste in mano la direzione dei lavori del team di programmatori di iTunes, perché vorreste (in quanto utente) che dedicassero i loro sforzi verso Cocoa e i 64 bit, a scapito di concentrarsi su altre funzioni che vogliono gli utenti? 

Se avessi Nack di fronte, gli direi che sì, ho notato problemi a livello di prestazioni in iTunes. Fino a iTunes 9, la mia libreria musicale di oltre 5.000 elementi non veniva gestita con tutta questa grazia e reattività. E per rispondere alla sua provocazione, se io avessi in mano la direzione dei lavori del team di programmatori di iTunes, li costringerei a riscrivere l’applicazione in Cocoa e a 64 bit se non altro per cogliere l’occasione di rivederla da cima a fondo. Non sono un ingegnere software ma soltanto un utente esperto, lo premetto — ma a mio avviso è indubitabile che iTunes, diciamo dalla versione 4.7 in avanti, sia andato accumulando codice su codice, senza davvero fare una grande opera di smaltimento (una progressione à la Windows, per intenderci). L’accumulo è direttamente proporzionale all’aumento delle funzioni. Le prime versioni di iTunes (qualcuno ricorda la 1.1.1, la 2.0? Esistevano persino per Mac OS 9) erano sostanzialmente dei player di file audio. Poi è venuta l’integrazione con iPod, poi è venuto iTunes Store, la gestione di più dispositivi (iPhone e iPod touch, Apple TV, lo streaming con AirTunes, ecc.), la gestione di filmati, spettacoli televisivi, video musicali, audiolibri, podcast, suonerie, radio Internet; la sincronizzazione di contatti, calendari, bookmark, note, account di posta e persino delle fotografie… Non immagino nemmeno come deve essere la situazione ‘sotto il cofano’.

Come dicevo, iTunes 9 dimostra di essere un mezzo passo avanti, ma la riscrittura di iTunes in Cocoa, ribadisco, può essere l’occasione buona di ottimizzare il programma ancor di più e renderlo ancora più ‘Mac-like’. Ma soprattutto la penso come Gruber quando scrive:

Quando dico che sembra inevitabile che Apple finirà col riscrivere iTunes in Cocoa e a 64 bit, non è perché queste due cose in sé e per sé miglioreranno drasticamente le funzioni e l’esperienza utente di iTunes. Sembra inevitabile perché Apple ha passato a 64 bit quasi tutte le ‘applicazioni di sistema’. Date un’occhiata alla prima nota in fondo alla pagina dedicata alla tecnologia in Snow Leopard:

Tutte le applicazioni di sistema, eccetto DVD Player, Front Row, Grapher, iTunes e X11, sono state riscritte in 64 bit.

Quasi tutto il resto contenuto in Mac OS X [10.6] è a 64 bit. Gli utenti hanno forse chiesto un Dock a 64 bit? È cambiata la vita a qualcuno, adesso che l’applicazione Dizionario e a 64 bit? Naturalmente no. Per alcuni programmi il passaggio a 64 bit ha realmente significato un miglioramento delle prestazioni, ma il motivo per cui Apple ha passato quasi tutte le sue applicazioni a 64 bit è semplice: è quella che oggi considera la maniera migliore per realizzare software Mac. Apple sta tracciando il cammino, dando l’esempio per prima. 

Gruber continua facendo un ottimo confronto:

Il Finder è l’esempio più adatto per tracciare un paragone con iTunes. Il Finder di Snow Leopard non solo ha dovuto essere migrato da 32 a 64 bit, ma è stato necessario anche fare il porting da Carbon a Cocoa. Quando Mac OS X era agli inizi, il Finder era l’applicazione che Apple mostrava alle WWDC come esempio eccellente di programma Carbon, la prova che Apple stessa utilizzava le API Carbon per un’applicazione essenziale.

A prescindere dal livello di modernità del Finder come applicazione Carbon […], dev’essere stato un lavoraccio d’ingegneria effettuare il porting a Cocoa. E il risultato è un’applicazione le cui differenze con il Finder Carbon di Mac OS X 10.5 sono praticamente impercettibili dai più. […]

Cocoa non è stata una qualche polverina magica che ha reso il Finder un programma drasticamente superiore. Ma allora perché Apple si è presa il disturbo per modificarla? Perché Cocoa e i 64 bit sono il futuro di Mac OS X. E anzi, per molte nuove API sono il presente. […]

In breve, esistono nuove API e nuove funzionalità in Mac OS X disponibili unicamente alle applicazioni a 64 bit. E dato che non esistono API Carbon a 64 bit, applicazioni a 64 bit significa implicitamente applicazioni Cocoa a 64 bit.

Tutto questo è il ragionamento che ho seguito anch’io, ancor prima di leggerlo nel pezzo di Gruber (e trovarmi quindi completamente d’accordo col suo punto di vista). Probabilmente, il futuro iTunes Cocoa a 64 bit non sarà un’applicazione vistosamente differente dall’iTunes di adesso, né andrà a chissà quale velocità. Ma sono certo che sarà senza dubbio un iTunes più efficiente, sia a livello di reattività, sia a livello di utilizzo di risorse processore, sia superficialmente a livello di feel, di esperienza d’uso, che mi immagino più fluida, senza intoppi, senza dita incrociate quando effettua operazioni laboriose (vedi aggiornamento di Genius e sincronizzazione di iPhone, per fare i primi due esempi che mi sovvengono). Per concludere, mi diverto facendo una previsione: la prossima versione di iTunes, la decima, sarà Cocoa a 64 bit. E si chiamerà iTunes X — sulla scia di QuickTime.

iTunes 9 (seconda parte)

Mele e appunti

[Link alla Prima Parte]

3. Nuova gestione dei contenuti

In iTunes 9 è anche migliorata la gestione dei contenuti da sincronizzare fra il Mac e iPhone/iPod. Adesso la sezione ‘Musica’ permette di scegliere qualsiasi tipo di playlist (anche quelle create da Genius e i Mix Genius) e in più specificare un certo artista e/o genere. Perciò è possibile, per esempio, sincronizzare le nostre due playlist preferite più tutta la musica di un determinato artista, più tutti i brani raccolti sotto la categoria ‘Jazz’.

(Purtroppo le opzioni per Apple TV non sono così versatili. Sono state implementate le nuove opzioni di sincronizzazione delle foto, ed è possibile sincronizzare playlist che contengono film e spettacoli TV, ma le opzioni per sincronizzare podcast e musica rimangono inalterate).

Riorganizzazione della libreria — iTunes 9 introduce due nuove funzioni di gestione dei contenuti sul Mac.
1. Per gli utenti di versioni anteriori di iTunes ora esiste la possibilità di riorganizzare i media iTunes nel Finder. Scegliere Archivio > Libreria > Organizza Libreria e poi selezionare Aggiorna all’organizzazione di iTunes Media. In questo modo iTunes riorganizzerà la cartella iTunes Music in una nuova cartella iTunes Media con sottocartelle per Filmati, Musica, Podcast, ecc. Per chi installa iTunes 9 fresco fresco o crea una nuova libreria con iTunes 9, questa sarà l’organizzazione di default delle varie cartelle.
2. All’interno della cartella iTunes Music (o iTunes Media), iTunes 9 crea una cartella speciale chiamata Aggiungi automaticamente a iTunes. I file musicali o multimediali copiati in questa cartella verranno automaticamente importati nella Libreria di iTunes. Di primo acchito sembra una bella idea, ma questo articolo di Aayush Arya su Macworld.com mette in luce alcune limitazioni che per alcuni possono essere decisamente fastidiose:

Tanto per cominciare, l’elenco dei formati di file supportati da iTunes, specialmente nel settore video, è assolutamente risibile. Potete stare certi che se il video è stato scaricato da Internet, non sarà supportato da iTunes. In tal caso, iTunes lo sposterà in una sottocartella Non aggiunto all’interno della cartella Aggiungi automaticamente a iTunes. Ma questo c’è da aspettarselo, perché iTunes non ha mai supportato una gran varietà di formati. Ma esistono altri problemi.

Quando gli utenti hanno richiesto un’opzione per fare in modo che iTunes puntasse a una cartella, in realtà intendevano qualsiasi cartella. Apple, invece, ha creato una cartella prestabilita per tale compito e non ha offerto alcuna opzione per cambiarne la posizione. Pertanto, se avete una vasta collezione di materiale media nella cartella Filmati o in un disco esterno che contiene file che vorreste aggiungere automaticamente a iTunes, dovrete in ogni caso spostarli manualmente in quella cartella specifica. E a quel punto, dov’è l’utilità? Basta trascinarli sull’icona di iTunes nel Dock e il gioco è fatto.

Beh, direte, si potrebbe utilizzare la cartella Aggiungi automaticamente a iTunes come cartella primaria per i filmati, magari addirittura spostarla in un’altra posizione e lasciare al suo posto un alias per mantenere il collegamento. Ma il trucchetto non funzionerà: non solo iTunes non accetta nulla se la cartella viene spostata, ma la presenza dell’alias impedirà a iTunes di creare una nuova versione di tale cartella.

E quando iTunes aggiunge davvero i file media inseriti nella cartella Aggiungi automaticamente a iTunes, li sposta nella sua propria cartella media e li organizza come al solito, anche se avete disattivato l’opzione Mantieni organizzata la cartella iTunes Media nel pannello Avanzate delle preferenze di iTunes. […]

Infine un’altra novità gradita di iTunes 9 riguarda le playlist speciali: sono stati aggiunti, infatti, ulteriori criteri nidificati per la definizione di playlist speciali, il che aumenta senza dubbio la versatilità su questo fronte.

4. Condivisione in Famiglia

Quest’altra innovazione estende leggermente una funzione già nota e disponibile in iTunes 8 e precedenti, ossia la possibilità di ascoltare musica di altri utenti che hanno deciso di condividere le loro librerie iTunes in rete (locale). Condivisione in Famiglia permette anche la copia di brani e contenuti media da una libreria all’altra. Ovviamente ci sono delle condizioni: le librerie in questione devono appartenere a dei Mac tutti autorizzati dal medesimo account iTunes (quindi fino a un massimo di cinque). Condivisione in Famiglia si attiva selezionando Avanzate > Attiva Condivisione in Famiglia. Occorrerà quindi autenticarsi con il proprio account iTunes e, nel caso, autorizzare i vari Mac destinati all’eventuale scambio di dati musicali (si va in Store > Autorizza computer).

Con Condivisione in Famiglia non solo è possibile copiare musica, ma anche video, audiolibri, persino applicazioni iPhone. Questo mi è comodo per copiare velocemente contenuti fra i miei Mac utilizzando il mio account, ma le cose possono diventare un po’ confuse se, per esempio, faccio rientrare in Condivisione in Famiglia il computer di mia moglie. Se io, usando il mio account, autorizzo il portatile di Carmen potrò certamente copiare nella mia libreria brani e altri contenuti presenti nella sua, ma nel caso di applicazioni acquistate nell’App Store, per poterle utilizzare il mio Mac dovrà essere uno dei cinque autorizzati dall’account iTunes di Carmen.

Confusioni a parte, Condivisione in Famiglia è una novità benvenuta e una indubbia comodità per copiare senza problemi musica da un Mac all’altro e anche per mantenere sincronizzata una libreria musicale attraverso vari Mac.

5. Genius estende il suo raggio d’azione

La tecnologia Genius è stata introdotta un anno fa insieme al lancio di iTunes 8. Com’è noto, Genius è in grado di darci consigli per gli acquisti nello Store, oppure può creare playlist partendo da un brano di riferimento e scegliendo da 25 a 100 brani che si possono armonizzare con tale brano di partenza da noi indicato. Il meccanismo che sta dietro è matematico/statistico e non certo magico. Attivando Genius sul nostro Mac, diamo il consenso ad Apple di estrarre (in modo anonimo) le informazioni della nostra libreria. Queste informazioni (artisti, album, frequenza d’ascolto dei brani, ecc.) vengono raccolte e confrontate con quelle di milioni di altri utenti. Da questo confronto Genius può stabilire certe affinità di gusti musicali. Ovviamente, maggiore è il numero di dati raccolti, più raffinato e preciso sarà l’operato di Genius. Jobs, durante l’evento del 9 settembre, ha reso noto che finora Apple ha raccolto dati per oltre 54 miliardi di brani. E infatti a volte Genius è impressionante davvero nel realizzare ottime playlist e nel dare suggerimenti di acquisto.

Visto che ormai è diventato bravo a fare il suo lavoro, con iTunes 9 Genius ora crea anche dei mix. Per ottenere un Mix Genius non è necessario indicargli una canzone di riferimento. I mix vengono creati automaticamente: Genius passa in rassegna tutta la nostra libreria e crea intere raccolte divise per genere. Il numero di queste raccolte e la loro lunghezza variano a seconda di quanti brani compongono la nostra libreria e della varietà di generi che ascoltiamo. A me, che ho una discreta quantità di brani, Genius ha creato il numero massimo di 12 mix. Se si possiede molta musica di un certo genere (per esempio Rock o Jazz), Genius creerà più di un mix basato su quel genere (e li chiamerà Jazz Mix, Jazz Mix 2, e così via).

I Mix Genius sono entità imperscrutabili, però. Non è possibile modificarli, né vedere di quali brani sono composti, e nemmeno eliminare quei mix che non gradiamo. A me tutto sommato sta bene così — se voglio mettere il becco nell’operato di Genius, gli faccio fare le playlist come al solito, indicandogli un certo brano e via; e se non mi piace il risultato, cancello la playlist e ne faccio creare un’altra. Credo che tale impenetrabilità dei Mix Genius venga considerata da Apple come una feature, non un bug. Così come ci lasciamo sorprendere dai mix che creano i bravi DJ, lasciamo che Genius ci sorprenda con i suoi mix. Questa, almeno, mi pare la logica che sta dietro alla nuova funzione.

I dodici mix che Genius ha creato con la mia libreria musicale. Il primo in alto a sinistra è in riproduzione.

I dodici mix che Genius ha creato con la mia libreria musicale. Il primo in alto a sinistra è in riproduzione.

Nota: la sezione ‘Mix Genius’ dovrebbe apparire nella barra laterale di iTunes sotto a ‘Genius’ nella sezione Genius. Se non la vedete dopo l’aggiornamento a iTunes 9, selezionate Store > Aggiorna Genius e, al termine dell’operazione, ‘Mix Genius’ dovrebbe apparire regolarmente.

[Fine seconda parte]

[Le informazioni contenute in queste due parti dell’articolo sono tratte dalla bella recensione di Dan Frakes e dal già menzionato articolo di Aayush Arya].