iTunes 9 (prima parte)

Mele e appunti

Una delle novità più interessanti dell’evento Apple It’s Only Rock and Roll, But We Like It del 9 settembre è stata senza dubbio iTunes 9. Invece di buttarmi a condividere impressioni a caldo, ho preferito passare alcune ore esplorando il programma e facendo qualche confronto con iTunes 8, prima di aggiornare tutti i miei Mac alla nuova versione. Ne è venuto fuori un articolo piuttosto corposo, pertanto lo proporrò diviso in parti per agevolare la lettura. Ho toccato i punti di maggiore interesse per me, quindi l’articolo non ha la pretesa di essere esaustivo.

1. L’interfaccia grafica

Fin dall’apertura di iTunes 9 si possono notare i cambiamenti apportati all’interfaccia grafica, più o meno sottili. Per avere un’idea immediata di tali cambiamenti, segnalo questa pagina del blog di Garrett Murray, in cui è sufficiente passare il mouse sulle immagini per osservare le differenze fra iTunes 8 e iTunes 9. In generale, i ritocchi all’interfaccia grafica di iTunes 9 non mi dispiacciono. Le icone piccole della barra laterale sono decisamente più nitide, per esempio, e ci sono altri dettagli positivi che menzionerò più avanti. Ci sono però dei particolari che mi convincono meno. Il chrome di iTunes 9 è più brillante e ha tonalità più chiare di quello di iTunes 8, ed è stata accentuata una certa tridimensionalità di comandi e indicatori che trovo un po’ gratuita, per non parlare del pannello centrale (mi riferisco al display del player, dove appaiono le informazioni di stato, del brano in riproduzione, ecc.), che è tornato ad avere l’aspetto ‘lucido’ inaugurato, se non erro, in iTunes 5 e che era tornato progressivamente opaco nelle versioni successive fino alla 8.

Anche la barra di progresso ha subito il trattamento 3D, ed è stata leggermente abbassata. La differenza cromatica fra il ‘pieno’ e il ‘vuoto’ però, almeno ai miei occhi, è piuttosto sottile, e finisce con l’essere meno immediata a una rapida lettura. Ecco un confronto:

iTunes 8: barra di progresso in attesa.

iTunes 8: barra di progresso in attesa.

iTunes 8: barra di progresso durante un'operazione.

iTunes 8: barra di progresso durante un’operazione.

La barra di progresso 'tridimensionale' di iTunes 9.

La barra di progresso ‘tridimensionale’ di iTunes 9.

Nella barra di progresso di iTunes 8, un semplice effetto gradiente, il contrasto fra il ‘pieno’ e il ‘vuoto’ è maggiore, e unito all’opacità del pannello centrale, offre a mio parere un risultato più leggibile.

Invece, una piccola miglioria che riguarda il pannello centrale è che adesso presenta più informazioni di stato, e che nella linea superiore i caratteri compaiono in grassetto, il che contribuisce alla leggibilità. Nella figura è visibile il pannello centrale mentre stavo scaricando l’aggiornamento del software di iPhone: nelle versioni precedenti di iTunes, quando si effettuava un download da iTunes Store, se non vado errato, non compariva nulla nel pannello centrale: il download in corso era segnalato da due freccette rotanti accanto alla voce Download nella barra laterale, e per vederne il progresso era necessario selezionare la voce Download. Ora quel che sta facendo iTunes appare nel pannello centrale, con tanto di segnalazione del tempo rimanente.

Ora il pannello centrale mostra più informazioni sullo stato di un'operazione.

Ora il pannello centrale mostra più informazioni sullo stato di un’operazione.

Ora lo sfondo in vista come griglia (sia per gli album che per le applicazioni iPhone/iPod) è bianco invece che nero lucido. Scelta che apprezzo poco: i Mac attuali hanno tutti schermi molto brillanti, e tutto quel bianco non è affatto riposante per la (mia) vista, a lungo andare. È comunque una questione soggettiva — c’è chi ha problemi a leggere un testo chiaro su fondo nero. Invece un cambiamento che trovo abbastanza azzeccato è il passaggio da Lucida Grande a Helvetica come font per le informazioni di Artista e Album, sia nella libreria musicale, sia nelle Applicazioni, sia nell’iTunes Store, così come nelle finestre di dialogo all’interno della finestra principale di iTunes. L’introduzione di Helvetica, font sobrio e leggibile, ha permesso di rimpicciolire leggermente le dimensioni dei caratteri utilizzati per le informazioni, e di conseguenza certi titoli un po’ lunghi si possono leggere nella loro interezza (o, se troncati, è possibile leggere più parole di prima).

iTunes 9: vista come griglia degli album nella mia libreria musicale.

iTunes 9: vista come griglia degli album nella mia libreria musicale.

La vista come griglia con sfondo scuro in iTunes 8.

La vista come griglia, con sfondo scuro, in iTunes 8.

L’intero aspetto di iTunes Store è stato rivisto, anche qui cercando di privilegiare la chiarezza e la facilità di navigazione. Sotto questo aspetto l’introduzione del menu permanente nella parte superiore della finestra di iTunes Store è un’ottima cosa, in quanto permette di saltare rapidamente da un genere all’altro ed è sempre sottomano per esplorare parti diverse dello Store con un clic. Anche qui, come ho già detto, sfondo bianco ed Helvetica come font di default. Scompare il Carrello Acquisti, ma ora viene introdotta la possibilità di aggiungere il prodotto che interessa in una ‘lista dei desideri’ (finalmente), nonché copiare il link al prodotto, inviarne una segnalazione per email, e condividerlo su Facebook e/o Twitter.

Da vari segnali captati sulla rete, ho avuto conferma a un sospetto che mi era venuto notando la maggiore velocità di rendering dei contenuti di iTunes Store: iTunes 9 utilizza WebKit per visualizzarli. Nelle versioni precedenti, come fa notare John Gruber, veniva utilizzato un motore di rendering personalizzato e il markup era un tipo di XML proprietario molto diverso da HTML. Lo Store su iTunes 9 viene codificato in HTML e disegnato con WebKit (non l’App Store, però, che è rimasto al vecchio XML).

È inoltre interessante notare che, se non si effettua l’aggiornamento a iTunes 9 e si rimane con iTunes 8.2.1, accedendo allo Store non si noterà alcun cambiamento (sfondo scuro e organizzazione dei contenuti), questo a indicare che le modifiche al design dello Store dipendono strettamente dalle capacità del ‘browser’ (ossia iTunes) di visualizzarle, e non sono a sé stanti.

La pagina principale di iTunes Store in iTunes 9.

La pagina principale di iTunes Store in iTunes 9. 

La pagina principale di iTunes Store in iTunes 8.

La pagina principale di iTunes Store in iTunes 8.

Altre scelte relative all’interfaccia grafica e all’interfaccia utente che ho apprezzato:

- La nuova vista Browser: ora si può scegliere se avere il Browser in alto, come sempre, oppure a sinistra, che trovo particolarmente comoda quando si ha molta musica, per visualizzare i dischi di un certo artista a colpo d’occhio.

- Se non si possiedono contenuti multimediali di un certo tipo (per esempio musica, film, programmi TV, ecc.), iTunes non visualizza più una lista vuota. Viene invece mostrata una schermata che spiega come ottenere quel certo tipo di contenuti (nel caso della musica, comprarla da iTunes Store o importarla dai propri CD) con tanto di link diretti a iTunes Store e a video dimostrativi. È un accorgimento certamente più elegante.

- Il comportamento del pulsantino verde adesso finalmente fa quel che deve fare, ossia ridimensionare la finestra del programma, coerentemente con tutte le altre applicazioni Mac. Per ottenere il mini-player come in precedenza occorrerà premere Opzione mentre si fa clic sul pulsante verde. Finalmente. Finalmente.

2. Gestione di iPhone e iPod touch

Per quanto riguarda questo ambito, per ora non ho visto che miglioramenti. Adesso nella sezione Applicazioni, le applicazioni comprate nell’App Store possono essere visualizzate in vista come elenco, come griglia o Cover Flow. La vista elenco, senza icone, è particolarmente utile per chi ha scaricato e possiede un gran numero di applicazioni. Quando ci si trova in questa vista, è possibile ordinare l’elenco per Sviluppatore/Rivenditore, data di aggiunta, data di modifica, genere, tipo, data di acquisto, data di rilascio, dimensione e anno.

L’innovazione più notevole è però la possibilità di organizzare le applicazioni installate su iPhone e iPod touch direttamente da dentro iTunes. Quando iPhone è collegato, compaiono infatti tutte le pagine con le applicazioni installate: la pagina su cui si sta operando viene visualizzata in primo piano, le altre appaiono come miniature sulla destra. Qui si possono fare con tutta comodità quelle operazioni che si facevano direttamente col dito sul dispositivo in maniera più difficoltosa: è possibile rimuovere un’applicazione o spostarla in una nuova posizione o in un’altra pagina. Ma da iTunes ora è possibile selezionare e spostare più applicazioni, e anche selezionare un’intera pagina e cambiarne l’ordine sul dispositivo (utile se magari ci accorgiamo di usare sempre più di rado varie applicazioni sulla seconda pagina: così possiamo prendere l’intera pagina e metterla in fondo). Sulla sinistra della finestra compare una lista delle applicazioni scaricate dall’App Store: ogni voce mostra l’icona, il nome, la categoria e la dimensione dell’applicazione. In questo elenco si possono selezionare le applicazioni da sincronizzare e quelle che si vogliono togliere dal dispositivo: basta attivare/disattivare il segno di spunta. Inoltre l’elenco può essere ordinato per nome, categoria o data in cui si è scaricata l’applicazione.

Secondo me solo per il fatto di avere questa comodità aggiunta nella gestione di iPhone e iPod touch, l’aggiornamento a iTunes 9 è d’obbligo. Occorre specificare che per usufruire di questa novità è necessario aggiornare il software di iPhone e iPod touch alla versione 3.1, altrimenti non funzionerà.

[Fine prima parte] 

Dopo il rock and roll

Mele e appunti

Primissime impressioni

Non ho ancora avuto modo di lasciar sedimentare le novità di ieri, né di raccogliere tutte le informazioni in maniera esaustiva. Condivido però le mie prime reazioni a quel che ha portato con sé l’evento Apple di ieri.

iPhone OS 3.1 — Non ho ancora installato l’aggiornamento, ma ovviamente ogni update del software di iPhone (e iPod touch) è sempre il benvenuto. Sul sito Apple vengono elencate le principali funzioni introdotte da quest’ultimo aggiornamento: Suggerimenti Genius per le applicazioni, Mix Genius, Editing non distruttivo, Organizzazione delle applicazioni in iTunes. Per chi non ha voglia di andare sulla pagina segnalata del sito Apple, ricopio qui le altre novità introdotte dalla versione 3.1:

  1. Miglior sincronizzazione per musica, podcast e foto
  2. Organizzazione dei contenuti di iTunes U
  3. Possibilità di utilizzare carte regalo, codici e certificati iTunes su App Store
  4. Credito disponibile sull’account iTunes visualizzabile in App Store e iTunes Store
  5. Registrazione in Rullino fotografico dei video ricevuti via e‑mail e MMS
  6. Opzione “Salva come nuovo clip” dopo l’editing di video su iPhone 3GS
  7. Migliori prestazioni Wi-Fi quando Bluetooth è attivo su iPhone 3G
  8. Blocco a distanza di iPhone mediante password via MobileMe
  9. Controllo Vocale via auricolari Bluetooth su iPhone 3GS
  10. Possibilità di incollare numeri di telefono nel tastierino numerico
  11. Per iPhone 3GS, funzioni di accessibilità attivabili con il tasto Home
  12. Segnalazione dei siti web fraudolenti in Safari (anti-phishing)
  13. Migliore sincronizzazione e gestione di calendari e inviti Exchange
  14. Correzione dei problemi che causavano visualizzazioni errate delle icone di alcune applicazioni

Delle funzioni elencate, gradisco particolarmente la 1, la 2, la 7, la 8 e la 9 (anche se non me ne faccio nulla, non avendo un 3GS).

In generale, trovo particolarmente azzeccata l’idea di estendere il raggio di azione di Genius alle applicazioni dell’App Store. Io attivai Genius in iTunes appena venne introdotto. Ricordo le discussioni e i dibattimenti sull’utilità di questa funzione. Ricordo le paure per la propria privacy, ricordo gente che rifiutava con sdegno il fatto che un algoritmo potesse ‘dar loro consigli’ o fare le playlist al posto loro: che ne era della naturale sensibilità umana? Eccetera. Sta di fatto che, come previsto, l’utilità di Genius sarebbe venuta fuori sulla distanza. Grazie ai consigli di Genius (ossia, per parlare terra-terra, la funzione ‘se ti piace questo artista, ti potrebbe piacere anche quest’altro’), io ho scoperto e comprato musica di almeno due dozzine di artisti che non avevo assolutamente idea che esistessero o potessero piacermi. Il discorso è semplice: siamo sommersi dalla musica, e non è male avere una sorta di guida che possa aiutarci di tanto in tanto a scoprire qualcosa di nuovo. Lo App Store ha ormai raggiunto un’offerta di applicazioni tale da disorientare. A meno di non seguire qualche segnalazione o recensione, le ricerche nell’App Store sono diventate lunghe e spesso infruttuose. Avere Genius che consiglia altre applicazioni in base alle applicazioni installate su iPhone / iPod touch, e soprattutto in base alle abitudini d’uso dell’utente, non è male; certo, all’inizio non funzionerà molto bene perché dovrà prima raccogliere una base di dati sufficiente, ma anche qui, sulla lunga distanza, i risultati saranno secondo me sorprendenti.

iPod nano — Sembra il vecchio nano, ma: schermo leggermente più grande, videocamera, radio FM, contapassi. Tutto sommato non è male come aggiornamento. Evviva la radio incorporata, non che me ne importi un granché, ma se non altro perché adesso non mi toccherà sentire quei commenti tipo ‘Eh, carino questo iPod, ma non ha la radio’ (anche se sto già sentendo commenti quali ‘Ma perché la radio sul nano e non sul touch?’). Il nano diventa un comodo strumento per girare filmatini semplici semplici: è una videocamera leggerissima, ultracompatta e senza pretese, ora in diretta concorrenza con la Flip (o più precisamente con la linea di videocamere Flip non-HD). Da quel che ho sentito e letto finora sulla rete, ad alcuni questo nuovo nano non dice molto, ma a mio parere la videocamera e la radio sono due funzioni che faranno vendere tanti, ma tanti iPod nano questo autunno-inverno. Mi sono già arrivati, da parte di amici, commenti quali ‘Ho già un iPod classic e uno shuffle, ma prenderei un nano solo per la praticità della videocamera’, e ‘Devo dire che la radio sul nano mi sta già tentando’.

iPod touch — Dalle voci di corridoio (comprese le famigerate ‘fonti attendibili’ del buon Gruber), ci si aspettavano novità più sostanziose per iPod touch. La foto/videocamera era data per certa, per esempio. Invece niente. Sparisce il modello da 16 GB, e i tre tagli proposti sono da 8 GB a 189 Euro, 32 GB a 279 Euro, e 64 GB a 369 Euro. Il modello da 8 GB è sostanzialmente lo iPod touch di seconda generazione, invariato. I due modelli da 32 e 64 GB invece, a quanto è stato detto durante l’evento, sono più veloci del 50% e supportano Open GL|ES 2.0. Più performanti, insomma. (Ora l’offerta degli iPod touch è analoga a quella degli iPhone, dove è rimasto il modello 3G precedente nel taglio da 8 GB come dispositivo entry-level, e poi abbiamo iPhone 3GS da 16 e 32 GB come ‘modelli di lusso’). Vero, non ci sono né la foto/videocamera né la radio come sul nano. Io non la trovo questa grande eresia. Che piaccia o meno, i prodotti vanno differenziati. Se avessero messo in vendita un iPod touch da 16 GB con foto/videocamera e radio a 189 Euro, chi avrebbe comprato il nano a 139? iPod touch vende molto bene così com’è, e riducendo il prezzo dell’iPod touch di base da una parte, e aggiungendo videocamera e radio e contapassi sull’iPod nano dall’altra, Apple durante le feste venderà un sacco di touch e di nano.

iPod classic — Come previsto, i classici non muoiono mai, e infatti eccolo qua, con capacità portata a 160 GB e prezzo invariato rispetto al precedente da 120 GB. Parlando di prezzi, a titolo di curiosità ho scelto non a caso l’immagine di ‘copertina’ di Autoritratto con mele per questa settimana. L’immagine è risale all’introduzione dei modelli da 40 e 60 GB di iPod photo, ottobre 2004 (cinque anni fa circa). Oggi un iPod classic da 160 GB costa 249 dollari, cioè come un iPod mini da 6 (SEI) GB nel 2004. Sono cose che fan pensare.

iPod shuffle — Si aggiungono tre colori ai precedenti modelli argento e nero, e in più compare un modello deluxe in acciaio lucido da 4 GB e 95 Euro. Niente restyling (anche qui Gruber ha fatto cilecca). Va beh, non ho niente da dire, se non il reiterare la mia pessima opinione su quest’ultima generazione di shuffle. I colori nuovi non migliorano la situazione e non so quanto alzeranno le vendite.

iTunes 9 e il ‘nuovo’ iTunes Store — Diverse novità interessanti qui. Devo ancora esplorare bene il nuovo iTunes, e dedicherò un articolo a parte a questo argomento. Per ora dico che le nuove funzioni nell’interazione con iPhone e iPod touch sono davvero ottime, e finalmente si possono organizzare le applicazioni come si deve. Io ne ho circa una sessantina e non ho avuto grossi problemi a organizzarle senza l’aiuto di iTunes, ma penso a chi ne ha comprate e installate più di un centinaio: per loro questa novità di iTunes sarà una manna. Mi piace anche l’idea di iTunes LP e soprattutto la funzione di Condivisione in Famiglia. Io ho 4 Mac autorizzati sotto lo stesso account iTunes, e la nuova gestione dei contenuti mediante Condivisione in Famiglia è una comodità. Ho notato anche un leggero restyling dell’interfaccia grafica di iTunes, nonché una maggiore reattività della stessa; come ho detto, ci tornerò su in maniera approfondita con un articolo a parte.

La parola a Jobs

Mi ha fatto un gran piacere vedere nuovamente Steve sul palco, anche se il Nostro è di una magrezza impressionante. (Ma lo spirito tenace è sempre sotto la pelle, e si vede). Mi ha colpito il suo breve cappello introduttivo, in cui ha parlato della sua salute. Ha detto il giusto, ha ricevuto con grazia e sobrietà il sentito applauso del pubblico, e insomma ha dato prova di gran classe.

David Pogue ha avuto occasione di scambiare due parole con Steve, ieri, e riporto tradotte le risposte di Jobs alle domande rivolte da Pogue — domande molto pragmatiche e dirette:

Gli ho chiesto innanzi tutto ciò di cui si è parlato nella blogosfera: perché Apple ha inserito una videocamera nel piccolo iPod nano e non nell’iPod touch.

Jobs ha ripetuto quel che ha detto Phil Schiller (vicepresidente marketing) sul palco durante la presentazione: che adesso Apple sta puntando su iPod touch come macchina per il gioco. E per farlo è necessario abbatterne i prezzi il più possibile.

All’inizio non sapevamo come posizionare esattamente iPod touch sul mercato. Era un iPhone senza il telefono? Era un computer da tasca? Quel che è successo è quel che ci hanno detto i clienti stessi, che hanno iniziato a considerarlo una macchina da gioco, ha risposto Jobs. Abbiamo cominciato a posizionarlo in quel modo, ed è stato un successone. Ora lo consideriamo la strada più a buon mercato per raggiungere l’App Store, e questo è il grosso vantaggio. Pertanto ci siamo concentrati unicamente su un aspetto in particolare: ridurne il prezzo a 199 dollari. Non è necessario aggiungere altre funzioni. Dobbiamo abbatterne il prezzo per renderlo appetibile a tutti.

Gli ho anche domandato perché il nano può registrare video, ma non scattare foto. Il motivo — ha spiegato Jobs — è tecnico: oggi i sensori necessari a registrare video sono estremamente sottili, abbastanza sottili da poter essere inseriti nella scocca già sottile e leggera dell’iPod nano. Ma i sensori con una risoluzione sufficiente a scattare foto, specialmente se dotati di autofocus (come nell’iPhone), sono troppo spessi per essere inseriti in un lettore dallo spessore di soli 6,2 millimetri.

Alla fine della breve intervista, Jobs ha assicurato a Pogue di sentirsi davvero bene: Dovrò metter su almeno una quindicina di chili. Sto mangiando come un pazzo. Tanto gelato, ha detto sorridendo. Ma soprattutto ha detto che Apple ha in programma molte novità interessanti, e questo è un ulteriore segnale di ottima salute aziendale.

È solo rock and roll

Mele e appunti

Fra poche ore inizierà l’annunciato evento Apple a tema musicale, It’s only rock and roll, but we like it. È lapalissiano che si parlerà di musica, di iTunes, di iPod, vuoi per tradizione (settembre è sempre stato il mese dedicato all’introduzione di nuovi iPod), vuoi perché le immagini degli inviti parlano chiaro, rappresentando le classiche silhouette danzanti con iPod bianco. Quali saranno le novità presentate in questo nove nove duemilanove? John Gruber ha già pubblicato le sue previsioni, e onestamente è difficile dire qualcosa in più.

Su una cosa in particolare sono d’accordo con Gruber: io, come lui, non credo che oggi vedremo sparire l’iPod classic. È troppo presto. La piattaforma touch ha certamente squassato il mercato degli iPod: iPhone e iPod touch sono stati i concorrenti più agguerriti degli iPod tradizionali, ma il classic conserva ancora un elemento di vantaggio: la capienza. Secondo me il classic sparirà quando verrà introdotto un iPod touch da almeno 100–120 GB.

Per il resto le previsioni messe insieme da Gruber hanno abbastanza senso:

L’iPod più importante, il touch, avrà una fotocamera, e credo sarà al pari di iPhone 3GS in quanto a velocità del processore e a RAM. Tre i tagli: 16/32/64 GB al prezzo di 199/299/399 dollari. iPhone OS è il futuro del marchio iPod. Anche iPod nano avrà una fotocamera. Il classic non se ne andrà ancora: credo che ne aumenteranno la capacità da 120 a 160 GB e terranno il prezzo fermo a 249 dollari.

Poco più avanti, Gruber fa notare una cosa interessante:

LO SHUFFLE — Istintivamente penso che l’attuale iPod shuffle senza pulsanti sia stato un piccolo fiasco dal punto di vista delle vendite, e che nel migliore dei casi sia stato una delusione. Notate niente di strano nell’attuale pagina dell’Apple Store dedicata all’iPod shuffle? Sì, Apple continua a vendere gli shuffle della generazione precedente. E non è un’operazione allo scopo di esaurire le scorte: Apple sta continuando a produrli. È difficile non attribuire questa continua domanda per i vecchi shuffle ai problemi di design dello shuffle più recente. Pertanto ritengo che Apple potrebbe presentare un nuovo shuffle completamente rivisto sotto il profilo del design — magari ricompariranno persino i pulsanti.

Sull’ultimo iPod shuffle avevo già espresso alcune perplessità, e personalmente lo ritengo un passo indietro rispetto allo shuffle di seconda generazione, finora il più indovinato della sua categoria per dimensioni ed ergonomia. Sì perché credo vi sia un limite alla corsa alla miniaturizzazione. Ho sempre pensato una cosa rispetto ai dispositivi portatili: l’importante non sono tanto le dimensioni dell’oggetto in se stesse, quanto sapere dove metterlo. Non sempre il microscopico è un beneficio, basti pensare alle chiavette USB. Per intenderci, questo prodotto di Sony è geniale in sé, è piccolissimo, è incredibile che possa immagazzinare fino a 8 GB di dati. Ma è anche facilissimo da perdere, ed è per questo che preferisco l’ultima idea di LaCie. iamaKey è una chiave USB, letteralmente, e la si mette con le altre chiavi; diventa automaticamente più difficile da smarrire e mi sembra, in generale, un’idea più pratica.

Tornando ad Apple, se davvero verrà presentato un nuovo shuffle, sono curioso di vedere il tipo di progressione progettuale; in altre parole, di vedere se e come Apple è tornata sui propri passi.

Per quanto riguarda iTunes, secondo vari rumour, la nuova versione (la nove — un altro nove, oggi) dovrebbe incorporare non meglio identificate funzioni di social networking e sì, sto già alzando gli occhi al cielo. Anch’io, come Gruber, sono più interessato a sapere se sarà ancora un’applicazione a 32 bit. Se non lo sarà, suggerisco immodestamente agli ingegneri Apple in ascolto (nessuno, ma fa niente) di cogliere l’occasione, quando si tratterà di produrre una versione di iTunes a 64 bit, per riscrivere il dannato programma dalle fondamenta in su. Così forse sarà meno pachidermico, meno lento nelle operazioni (specie per chi ha biblioteche musicali cospicue), e sembrerà davvero un’applicazione Mac all’altezza dei suoi compiti, ormai tanti, ormai troppi.

In ogni caso, è solo rock and roll, e ci piace così. A me basterebbe rivedere Steve Jobs sul palco. Schiller è un buon diavolo, ma mi manca il carisma di Steve.

Un piccolo elegante word processor

Mele e appunti

Avendolo scoperto per caso soltanto ieri, questa è da considerarsi più una segnalazione che una recensione. Pagehand è un nuovo word processor creato appositamente per Mac OS X, e le mie prime impressioni sono estremamente positive. L’interfaccia è sobria ed essenziale. La barra strumenti può cambiare dinamicamente a seconda delle impostazioni che si stanno regolando. La gestione dei font è intuitiva, intelligente e personalizzabile. Facendo un giro di prova, si nota presto come i programmatori abbiano fatto il possibile per rendere Pagehand un word processor efficiente e semplice da usare: creare sezioni, cambiare più volte il formato delle colonne in una stessa pagina, creare e applicare stili, tutto sembra ottimizzato a vantaggio della chiarezza, dell’usabilità, e del compiere un’operazione con il minor numero di passaggi possibili.

Un dettaglio interessante: il formato di default dei documenti prodotti da Pagehand è PDF. Una scelta che gradisco e che permette di creare da subito documenti eleganti, che conservano font e stili, e che soprattutto sono leggibili da chiunque. I formati supportati da Pagehand, secondo la pagina delle FAQ, sono .rtf, .doc, .docx, .odt, .sxw, .stw, .html, e .webarchive. Lo dico subito: chi spera di aprire un PDF qualsiasi sperando di modificarlo direttamente in Pagehand rimarrà (prevedibilmente) deluso. Pagehand apre soltanto i file PDF da lui prodotti. Sempre secondo le informazioni ricavabili dalle FAQ, per aprire un documento nei formati suddetti, Pagehand utilizza il sistema di traduzione documenti di Apple, lo stesso impiegato da TextEdit. I programmatori aggiungono: Altre applicazioni, come Pages e Nisus, sono dotate di traduttori più potenti. L’importazione / traduzione di documenti è un’area importante che speriamo di poter potenziare. Io gli ho dato in pasto documenti in svariati formati e Pagehand se l’è cavata bene. Per quanto riguarda l’esportazione, dopo aver composto un documento di prova e aver selezionato Export, i formati proposti sono stati RTF, RTFD, HTML puro, HTML (con conservazione dell’ampiezza di pagina), HTML (mantenendo l’impaginazione), Web Archive (il formato usato da Safari per registrare pagine Web), Open Document (.odt), Word 2007 (.docx), Word 97 (.doc) e testo puro. Mi sembrano opzioni più che sufficienti per un minimo di interoperabilità.

Un altro dettaglio che mi ha positivamente colpito: all’apertura del programma viene presentato un documento di prova in cui gli autori introducono l’utente alle funzioni principali di Pagehand. È un documento veramente ben scritto (occhio, in inglese) e utile per familiarizzare da subito con il programma. Leggendolo integralmente si parte molto meno disorientati.

Il prezzo sarebbe 49,95 dollari, anche se al momento c’è l’offerta di lancio a 39,95. Può sembrare un po’ altino, ma da quel che ho visto finora potrebbe valerne la pena. È possibile scaricare Pagehand e provarlo per 30 giorni senza limitazioni di funzionalità, così ci si può fare un’opinione informata. Più avanti mi riserverò di scrivere una recensione maggiormente approfondita.