Giornata di lavoro e serata di esperimenti, ieri, per cui il post avrà un po’ uno stile “varie ed eventuali”.
Stack col makeup. Grazie a quell’incredibile radar di buone idee che è John Gruber, ho applicato questa soluzione ai miei stack, e la gradisco immensamente. L’articolo suggerisce di effettuare cambiamenti via Terminale per assegnare alle “cartelle contenitori” una data di modifica nel lontano futuro, e quindi di tenere gli stack ordinati in ordine cronologico senza problemi. Io, che preferisco ricorrere al Terminale solo quando è necessario, ho scelto semplicemente di tenere ordinati gli elementi per nome e di mettere uno spazio o un underscore (_) prima del nome della cartella con l’icona personalizzata. Funziona lo stesso e il risultato è efficace. Quando furono annunciati gli Stack fra le novità di Leopard, e avevo visto la demo di Steve Jobs, pensavo che avrebbero funzionato in questo modo, ossia con un’icona “a vaschetta” su cui, appunto, impilare documenti e cartelle. È una metafora molto più in stile Apple. Per questo ho inviato un feedback, facendo notare che non starebbe affatto male una soluzione grafica permanente di questo genere.
Ahi ahi, un refuso in Visore Aiuto. Stavo consultando l’Aiuto Mac a proposito di Time Machine, quando mi sono imbattuto in un refuso. So che non è la prima volta che capita di incontrarne (qui un esempio, nella versione inglese di Mac OS X 10.4), ma lo è per me (clic per ingrandire):
Feedback subito inviato ad Apple, naturalmente.
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Il Newton tiene duro. Che sia davvero un sempreverde? Dato che Leopard non supporta più Classic, volevo verificare che la connettività del mio Newton MessagePad 2100 (e dell’eMate) non venisse persa. Ho sempre la possibilità di collegarlo a Mac più vecchi, ma, mi son detto, non sarebbe male poterlo interfacciare con il PowerBook G4 12″ su cui ho Leopard. Già ero riuscito a stabilire una connessione via Ethernet in Tiger, grazie a Newton Connection for Mac OS X (NCX) di Simon Bell, ma a quell’epoca il programma era appena nato, e qualche bug di troppo rendeva la connessione ballerina. Ora, pur non essendo ancora un prodotto finito, NCX è migliorato e funziona discretamente bene sotto Leopard:
Sono riuscito a inviare documenti Works al Mac senza problemi, che li ha visti correttamente come file RTF, e a inviare documenti di testo (formattato e non) al Newton, dove si possono registrare come appunti dell’applicazione Notes, o documenti Works. (Per chi non conosce bene il mondo del Newton, Works non c’entra nulla con Microsoft: è un programma di gestione testi le cui funzioni possono estendersi a foglio di calcolo, database e programma di disegno grazie a moduli aggiuntivi). Oltretutto, l’attuale versione di NCX 1.2 (build 34) incorpora una comoda funzione per catturare con facilità schermate del Newton. Eccone una:
Anche via Bluetooth. Finalmente sono riuscito a instaurare una connessione stabile fra PowerBook e Newton anche via Bluetooth. Onestamente non so se sia merito di Leopard o della mia rinnovata ostinazione (con Tiger mi ero arreso forse troppo presto), ma tant’è. Collegare il Newton via Bluetooth è una procedura che in sé non presenta grossissime difficoltà, ma è la classica situazione in cui ogni cosa deve esserci e trovarsi al posto giusto. Il lato hardware è il più difficile, in quanto occorre una scheda Bluetooth PCMCIA Type II (non Cardbus). Io fortunatamente sono entrato in possesso di una scheda PICO Bluetooth (grazie, Adriano), che è compatibilissima con il software necessario al Newton per comunicare via Bluetooth. Il software è in gran parte merito dell’ottimo Eckhart Köppen, autore dello stack di protocollo Bluetooth per NewtonOS, chiamato Blunt (in questa pagina si trovano tutte le componenti software da installare sul Newton per realizzare la connessione Bluetooth).
Installato tutto il necessario, ho iniziato la procedura di discovering e di pairing dei dispositivi. In Impostazione Assistita Bluetooth, il Newton è apparso al primo colpo (clic per ingrandire):
Una volta che Newton e PowerBook sono abbinati, è possibile trasferire file tra i due dispositivi e anche importare/esportare calendari e vCard grazie all’utility IC/VC, sempre di Eckhart Köppen (seguire il link per scaricarla). Ho fatto alcuni test di invio/ricezione, e tutto pare funzionare stabilmente.
Oltretutto ho notato che in Leopard esiste una funzione di Condivisione Bluetooth (la si trova sia nel pannello Bluetooth che nel pannello Condivisione in Preferenze di Sistema), che non mi pare fosse presente in Tiger. In pratica è possibile permettere a un dispositivo – cellulare, smartphone, palmare – di navigare in Internet via Bluetooth sfruttando la connessione messa a disposizione dal Mac. Il prossimo esperimento sarà provare a farlo con il Newton. Terrò informati quei quattro utenti Newton che leggono questo blog (siete una nicchia nella nicchia, siatene fieri…).
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