Ieri, sincronizzati gli orologi e i vari siti Web che offrivano resoconti in diretta del keynote di Steve Jobs, mi sono preparato a ricevere la serie di novità Apple dal Macworld Expo. L’assenza di streaming rendeva l’atmosfera simile al seguire la partita di calcio della squadra del cuore con una radiolina, invece che alla televisione o allo stadio. Presagivo che Apple avesse pronte molte novità, presagivo la presenza di sorprese, ma non ero preparato a così tanto.
Dalla WWDC 2005, Apple sta impostando e tenendo un ritmo impressionante. Di qui l’ispirazione per il titolo dell’entrata odierna del mio blog. In questi ultimi mesi Apple e Steve Jobs sono per me come andare a correre al parco con un vecchio amico il quale, a differenza di me, non solo è in ottima forma, ma continua a migliorare, e quando iniziamo a correre, fatta qualche decina di metri, già non lo vedo più. Ma non mi arrabbio con lui, sono felicissimo e mi rendo conto che, se voglio stargli dietro, tocca a me lavorare di più e “farmi il fiato”.
Tornando al keynote. Ieri seguivo il reportage in diretta su Macworld.com, impostando il pratico WebDesktop per aggiornare la pagina ogni minuto. Vedevo l’articolo allungarsi e le varie novità dipanarsi sotto i miei occhi, ancora una volta, a ritmo serrato. Quando è arrivato il momento della presentazione dei nuovi Mac con processore Intel dual core, ho controllato più volte per essere sicuro di leggere bene.
Bel colpo, signor Jobs. Ormai non è più possibile prevedere le sue mosse basandosi sulle sue affermazioni. Non molto tempo prima della presentazione dell’iPod con funzionalità video, il Nostro aveva dichiarato È già possibile scaricare film sull’iTunes Music Store, e alcuni album offrono il video come incentivo per acquistare la musica. Offriamo anche dei podcast video, ma la gente comprerebbe un dispositivo video solo per guardare questi video? Finora non è accaduto. Nessuno ha avuto successo in quest’ambito. Il che, pur non asserendo nulla di mostruosamente esplicito, non faceva certo presagire che Apple avrebbe presentato l’iPod nuovo con funzionalità video di lì a poco.
Per quanto riguarda i Mac con processore Intel, Jobs aveva parlato di metà 2006, aveva tracciato tabelle di marcia e un piano di transizione. Onestamente non pensavo che Apple fosse così pronta. Questione di ritmo, ancora una volta. Non credevo i nuovi Mac con processore Intel fossero già pronti, soprattutto perché i processori che incorporano sono nuovissimi: Intel non li ha annunciati da molto. Ragionando sulle tempistiche, mi viene il sospetto che nell’accordo fra Jobs e Otellini (CEO di Intel) si sia previsto da parte di Apple l’utilizzo dei processori dual core in esclusiva. Perché, pur essendo l’iMac e il MacBook Pro due computer sostanzialmente simili alle loro controparti PowerPC, non si progetta, non si assembla e non si collauda una macchina in tempi così brevi.
Le novità software
iLife ’06 e iWork ’06: la loro uscita a inizio 2006 non ha nulla di sorprendente. Però le varie migliorie apportate a iPhoto, iMovie, GarageBand e iDVD, e la presenza della nuova applicazione iWeb non sono affatto elementi di secondo piano. Ormai questi programmi sono in piena maturità: anche iPhoto, almeno sulla carta, sembra più usabile delle sue versioni precedenti. Questo, e la presenza di iWeb, mi hanno solleticato al punto che acquisterò iLife non appena sarà disponibile. Ritengo che tutte le applicazioni del pacchetto valgano molto più dei 79 EUR che spenderò. Per iWork ’06 sono ancora un po’ incerto; non sul valore dei programmi, intendiamoci. È che a me Keynote non serve, proprio come non mi è mai servito PowerPoint, e comprare iWork solo per Pages 2… Si vedrà.
Mac OS X 10.4.4: ho iniziato ad attendere questo aggiornamento esattamente un’ora dopo l’aggiornamento a 10.4.3. Come ad altri utenti, l’aggiornamento precedente mi aveva causato un problema fastidioso (si veda il post Aggiornamento a Mac OS X 10.4.3 e problemi con DVD Player), problema finalmente risolto con Mac OS X 10.4.4. Più in generale, questa versione presenta una serie di bug fix e miglioramenti interessanti a vari livelli. Ho aggiornato subito i miei Mac senza intoppi. Il riavvio, in tutti i casi, è stato decisamente più lungo del normale, ma è un comportamento prevedibile dopo qualsiasi aggiornamento che lavora in profondità. Ho lasciato macinare i Mac, e una volta terminato l’avvio ho notato un Finder più reattivo e le applicazioni aggiornate (Safari, Mail, DVD Player, giusto per fare tre nomi) un po’ più scattanti di prima. Se l’aggiornamento precedente, unico a darmi problemi da quando esiste Mac OS X, mi aveva lasciato l’amaro in bocca, questo mi trova più che soddisfatto.
Le novità hardware
Mac + Intel ovviamente. Il primo Mac della nuova èra è un iMac. Riflettendoci su, ha senso. L’iMac ha simboleggiato il ritorno della gestione Jobs in Apple e la conseguente “rinascita” nel 1998. L’iMac è stato il Mac che più si è reinventato e più ha osato da un punto di vista di design. Ora l’iMac osa dall’interno e apre le danze dei nuovi Mac con processori Intel. Ma ad attrarre di più la mia curiosità è il MacBook Pro. Anzitutto sono contentissimo che sia stato mantenuto l’ottimo design dei PowerBook Aluminium. Poi: mi piace l’iSight incorporata, mi soddisfano le caratteristiche hardware, e trovo che MagSafe sia una piccola genialità. Non vedo l’ora di vedere dal vivo la luminosità dello schermo (che Apple dichiara essere più luminoso del 67% rispetto ai PowerBook G4), di confrontare lo spessore (il MacBook è più sottile dei PowerBook), e di sentire quanto è più freddo. E grazie al cielo non vi sono tutti quegli odiosi adesivetti tipici dei notebook PC, con il logo Windows, il logo Intel, e altre amenità che mi ricordano tanto gli adesivi “TURBO” e “FERRARI” spiaccicati sul retro di sferraglianti Fiat Ritmo e Renault 5.
A piacermi poco o niente è il nome. MacBook Pro. Sa di software. Potrebbe essere il nome del primo programma di impaginazione professionale targato Apple. I futuri iBook-Intel, conseguentemente, si chiameranno MacBook (senza Pro). Saranno bei computer di certo, però quel nome… Umf.
Ma non mi lamento. Quest’anno ne vedremo delle belle e questo è solo l’aperitivo. Sto alla finestra e osservo, senza osare alcuna previsione per i prossimi eventi Apple, certo di rimanere, come ieri, positivamente stupito e un po’ spiazzato. Tutte le chiacchiere di contorno alle novità e alla transizione di Apple in generale, sono chiacchiere e poco altro. Si potrà far girare Windows sui nuovi Mac con processore Intel? Chi se ne frega. Si potrà fare in modo di far girare Mac OS X sull’anonimo assemblato PC? Chi se ne frega. I Macintosh sono i computer che mi hanno dato più soddisfazioni e che preferisco centomila volte a qualsiasi PC, e continuerò a dare ad Apple la mia preferenza. I Mac sono longevi e non prevedo di cambiare il mio PowerBook G4 a breve. Quando avrò la necessità di prendere un Mac nuovo, acquisterò fra i modelli disponibili quello che più verrà incontro alle mie esigenze e al mio budget. Avrà un processore Intel? Chi se ne frega, sarà un Mac e funzionerà come un Mac. Non è essere di parte o avere una fiducia incondizionata che rasenta la fede. Una volta abusavo della frase Parlo per esperienza. Oggi vedo, sento il ritmo di Apple, e posso dire È un dato di fatto.
(Ho scritto questo post di getto e ancora “a caldo”. C’è troppa carne al fuoco e nei prossimi giorni cercherò di sviscerare alcune impressioni e riflessioni che mi stanno ronzando per la testa. Rimanete sintonizzati).